Il prof. Roberto Martignoli e la storia delle Caselle di Liserna

VN24_160117_Caselle di Liserna_0012016/01/10, Vergato – Un documento molto sintetico della storia delle Caselle di Liserna, mentre continua la pubblicazione del libretto del prof, Roberto Martignoli con i suoi accenni al conte Cesare Mattei, a Montovolo, a Guido Reni e al conte Nanni Levera, riteniamo utile questa pubblicazione per meglio comprendere il luogo dove si svolgono le vicende trattate nel libro;

Foto e testo da; http://villalaripa.com/storialiserna.pdf

Le Caselle di Liserna. Storia
Le prime menzioni della comunità di Liserna risalgono al tardo XI secolo, quando era sede di una vasta pieve che, entro la fine del XIII secolo, era giunta a comprendere anche Vergato, Prunarolo e Susano.

VN24_160117_Caselle di Liserna_006La sua decadenza coincise con la progressiva crescita economica e sociale di Vergato, sede del Capitanato di Montagna dal XV secolo ed emancipata spiritualmente dal 1578, quando il Cardinale Gabriele Paleotti concesse il diritto parrocchiale alla chiesa di Santa Maria della Visitazione. A seguito dello spostamento della matrice a Vergato, il territorio lisemese è stato ampiamente ridotto, anche a causa della forzata cessione dei suoi possedimenti fondiari alla nuova parrocchia.

Attualmente la frazione di Liserna è costituita da otto borgate, Cavacchio, Canova, Le Caselle, Cà di Pero, Il Poggio, Cà di là, Cà del Bosco, alcune delle quali ridotte a singole case coloniche, cui si aggiunge l’area della chiesa di San Lorenzo, parrocchiale di età moderna, ricostruzione dell’edifìcio pievano medievale.

VN24_160117_Caselle di Liserna_005Il borghetto detto Le Caselle è situato al principio del declivio di Monte Pero e le prime notizie riscontrabili in letteratura risalgono all’inizio del XX secolo, quando era proprietario dell’insediamento il dott. Roberto Martignoli, committente della cappella disposta a Ovest del nucleo abitativo.
Gli scritti del Martignoli, allo stato attuale delle conoscenze, insieme a poche, recenti raccolte sul periodo della seconda guerra mondiale, costituiscono la letteratura disponibile sul borgo: la proprietà, la dimensione agricola – terreno, coltivazioni, rapporti di lavoro – gli edifici.

VN24_160117_Caselle di Liserna_003 VN24_160117_Caselle di Liserna_002Importante, nonché unico, documento visivo su Le Caselle è una fotografia di fine Ottocento, poi riprodotta come cartolina di Liserna: l’immagine consacrava l’iconografia del paese, ma era focalizzata unicamente sul nostro borgo, rappresentativo, in Italia e all’Estero, dell’intera località. Attestazioni della stessa immagine si ritrovano anche Oltralpe, dove Liserna veniva celebrata come “la Fiesole di Bologna”, fama guadagnata dalla fecondità del luogo e, con ogni probabilità, alimentata dalla promozione fatta dai proprietari delle Caselle.

In una di queste cartoline, intitolata Chateau de Liserna, si ritrovano annotazioni in francese circa l’insediamento, il cui autore si deve riconoscere nello stesso Martignoli o nella moglie, di origine francese, come indicano le informazioni contenute nello scritto, strettamente legate alla famiglia.

VN24_160117_Caselle di Liserna_004Nell’immagine sono segnalati sei corpi di fabbrica, sui quali domina, in alto a sinistra, la torre campanaria della vicina parrocchiale di Liserna, San Lorenzo: X Sanctuaire de N. D: de Lourdes, 1 Maison ou demoure Augusta et que jc lui ai donnée pour son manage, 2 Ma maison, 3 Fenètre de mon bureau, 4-5 Ecuries, XX Eglise paroissiale de St. Laurent de Liserna.
Come si può osservare, a fine XIX secolo (data supposta, in base all’assenza della torre campanaria aggiunta alla chiesa solo nel 1904) la borgata comprendeva una casa con torre angolare in cima all’insediamento, due edifici adibiti ad alloggio padronale (2 e 3) al centro, due impianti adibiti a stalla attorno alla dimora principale, (il 4 potrebbe essere un fienile, come sembrano indicare le grandi aperture al piano superiore, divise da pilastri rettangolari) e la cappella.

L’edificio più conosciuto è il Santuario intitolato alla Nostra Signora di Lourdes, eretto a partire dal 12 maggio 1888, primo in Italia dedicato a quel culto, costruito da Martignoli per sua devozione e con il contributo di amici russi e portoghesi “malati riconoscenti”. Il santuario ha una piccola grotta in cui era collocata un’immagine della vergine giunta durante l’infanzia delle figlie. Dalla roccia sorgeva una vegetazione artificiale in metallo, sagomata e dipinta da Emilio Menin, autore locale, in parte conservata.

VN24_160117_Caselle di Liserna_007La statua della Madonna era stata donata dalla signora Laura Percheron di Parigi. Le pareti interne erano affrescate e di fronte alla statua pendevano lampade in ferro battuto, di cui quella mediana era antica produzione di Murano, dono di Menin. Un’altra lampada pendeva dalla volta della chiesa. Come accennato, la torre campanaria è stata aggiunta solo nel 1904, quando l’esterno della chiesa venne ornato da bande bicrome. Le decorazione, interne ed esterne sono andate perdute.
Poche sono le informazioni sul nucleo abitativo e limitate alla contemporaneità, fatta eccezione per due notizie fomite sempre dal dott. Martignoli relative all’età moderna. La prima riguarda uno stemma in arenaria del 1451 raffigurante le Sante Chiavi sormontate dalla Tiara, concesso dalla sede pontificia alle famiglie benemerite, rinvenuto a inizio Novecento dal medico su una casa delle Caselle e ancora esistente su prospetto orientale della casa padronale. Questo fatto, ammesso che la lastra non sia stata interpolata successivamente, denoterebbe l’antichità del borgo o, quantomeno, una sua consistenza in pieno periodo rinascimentale. La notizia sembra compatibile con la circolazione di maestranze di costruttori provenienti dell’area lombarda, presenti in Appennino tra la fine del XIV e la metà del XV secolo, incaricate di rinnovare insediamenti, fortificazioni, e sedi istituzionali pubbliche ed ecclesiastiche; per quest’area la migrazione è attestata a Liserna dal magister Pietro Franchi di Milano, documentato nel 1382.

VN24_160117_Caselle di Liserna_004La seconda riferisce di un tale Giuseppe Boschi, membro di una delle buone famiglie che abitavano Le Caselle, borgata di rilievo nel territorio di Liserna, e che nel 1681 aveva istituito un beneficio presso l’altare della parrocchiale San Lorenzo; altra notizia che conferma l’esistenza dell’insediamento in età moderna.

Ulteriori informazioni sui caseggiati risalgono agli anni a cavallo della seconda guerra mondiale, riferite dalle famiglie degli stessi abitanti, mezzadri traferitisi in altre località attorno agli anni Sessanta del Novecento. La proprietà è stata trasferita alla famiglia Giani e si contano almeno due case coloniche con i relativi annessi agricoli, una delle quali sicuramente danneggiata durante la fase bellica, poi risistemata dalla famiglia abitante.

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