Carnevale di Vergato – Sfilata del 19 febbraio, un successo completo

2017/02/19, Vergato – Finalmente una giornata filata via liscia. Tutto ok, direbbero gli organizzatori, la Pro loco di Vergato. Sole, buona affluenza, bei carri, gente soddisfatta, bambini divertiti, gettito abbondante…Il carnevale di Vergato si ripropone come la manifestazione principale, la tradizione conserva nelle persone questo desiderio di esserci. Arrivederci a domenica prossima con la seconda sfilata e ancora novità!

Le foto di Umberto Bernardi, i carri? Venite domenica a vederli…ci ha detto.

Dal sito burattini Vergato la storia del carnevale vergatese.

Il Carnevale

I materiali che seguono queste note introduttive sintetizzano un rilevante “corpus” documentario reperito in vari anni di ricerca e in parte proposto in una mostra allestita a Vergato durante il carnevale dell’anno 1986 da Renzo Bressan e Alfredo Marchi con la collaborazione di Giampaolo Borghi e del fotografo Andrea Negri. Quell’ormai lontana esperienza espositiva facilitò, in seguito, ulteriori recuperi, anche di fonti orali, nonchè l’instaurazione di utili rapporti di collaborazione con le realtà associative locali. I risultati a tutt’oggi ottenuti, di rilevante interesse, possono costituire sia il primo nucleo di un “Museo del Carnevale di Vergato” sia la base per l’intensificazione di lavori di ricerca e di approfondimento.Feste e Società carnevalesche dall’800 ai nostri anni ’40Le origini dell’odierno carnevale vergatese risalgono con ogni probabilità al periodo post-umanitario, durante il quale si assiste alla costituzione dei primi sodalizi carnevaleschi, originariamente in gran parte ispirati dalla buona società locale.

I documenti reperiti agli atti della sottoprefettura di Vergato, depositati all’archivio di Stato di Bologna, confermano quanto appena asserito. A partire dagli anni ’70 del ottocento, si ha notizia dell’esistenza di una Società della Castellata, che organizzava veglioni “notturni” e “diurni” nelle sale del municipio (nella serata di lunedì 29 gennaio 1877, con biglietto di ingresso di 50 centesimi) e della locanda Campana ( gli ultimi tre giorni di carnevale dell’ anno 1883, ovvero il 4, 5 e 6 febbraio, a 10 centesimi “ogni ballo”). Questi veglioni “diurni” possono essere considerati gli anticipatori delle sfilate carnevalesche popolari.Con la nascita delle società si verifica pressochè contemporaneamente l’avvento delle “competizioni” per conseguire il più ecclatante successo paesano. Con il trascorrere degli anni, ai veglioni (i veglioni) negli alberghi e nelle locande di Vergato si iniziano ad abbinare le parate esterne aperte a tutto il pubblico, spesso anche con finalità benefiche, in analogia con tante realtà nazionali; la Società della Castellata, ad esempio, sottoscrive nel 1877 la somma di lire 2.022,16 a favore dell’ospedale di Vergato come attesta tuttora una lapide apposta nell’atrio del luogo di cura. La memoria popolare ricorda, nei primi anni del ‘900, l’esistenza della Società detta dal curbel (del paniere), allestitrice anche di carri mascherati (famoso fu quello cosiddetto “del melone”) fino allo scoppio della Grande guerra. Il nuovo secolo, quindi, già si presenta con queste realizzazioni locali.

A metà degli anni ’20 si ha memoria della ripresa costruttiva dei carri carnevaleschi; in questa fase temporale le società popolarmente ricordate sono: Disperata, Peperita, Gallo, S.Luigi, Coniglio, Manferone (quest’ultima denominazione era mutata da un ballo tradizionale). Tra le società operanti in fasi successive è tuttora assai nota quella del Trastullo, che cura anche la realizzazione di spettacoli burattineschi. Spesso i sodalizi si “forniscono” di loro “inni”, in genere parodie di canzoni in voga negli anni ’30 e ’40.Le “mascherate”Rappresentate in forme più o meno grottesche e connotate da doppi sensi e da umorismo di facile presa, si ispiravano a scene della quotidianità facilmente fruibili dal grande pubblico.

Tra gli esempi più noti localmente citeremo: il “dottore” e uno sfortunato paziente, con improbabili interventi chirurgici eseguiti in piazza; un estroso barbiere nell’esercizio delle proprie “funzioni”, con strumenti di dimensioni esagerate e non sempre adatte allo scopo; piccanti scenette che prevedono la presenza maschile anche in ruoli riservati all’altro sesso. In tempi a noi più vicini sono pure documentate fotograficamente sequenze con un rovesciamento dei ruoli tra uomo e donna. Molte “mascherate” sono tuttora presenti nella memoria collettiva locale. Un tempo le maschere tradizionali avevano caratteristiche itineranti e di questua durante le quali i protagonisti, accompagnati da “guide” prive di maschera ricevevano cibarie e bevande in cambio della loro performances. Erano soprattutto attive nei giorni di giovedì e di martedì grasso e univano alle esibizioni carnevalesche l’esecuzione di note danze tradizionali (monferrine, gighe, tresconi, furlane).

Il “Principe di Montepetto” e le maschere

Il principe di montepetto

Nato dalla fantasia di alcuni buontemponi locali, il personaggio del “Principe di Montepetto” può essere, in un certo senso, definito il “Re del Carnevale” vergatese. Parodia degli antichi Capitani della Montagna il “Principe” (che riscosse un notevole successo popolare) scendeva in paese a dorso d’asino; nei periodi di massimo fulgore poteva usufruire di una carrozza e una scorta “armata”. Prendeva simbolicamente possesso di Vergato mediante la consegna delle chiavi da parte del sindaco. Il “Principe” regnava durante tutti i festeggiamenti e toccava anche il “Contado” ovvero le borgate e le frazioni. Il suo “Principato” si concludeva in genere l’ultimo sabato di carnevale quando, dopo aver pronunciato un discorso (la “Zirudella” di rito), si accomiatava lanciando sulla folla monete di cioccolata. La memoria popolare individua in Natalino Natalini il più noto interprete del “Principe”.

L’attuale standardizzazione culturale si traduce anche nei mascheramenti che, come d’alta parte in tante altre località, oggi riproducono personaggi comuni a gran parte della realtà nazionale attraverso materiali di basso consumo distribuiti nei supermercati. Restano ancora comunque in vita “creazioni” locali che prevedono trasgressivamente lo scambio dei ruoli tra uomo e donna .La preparazione dei carri mascherati.Per decenni le scansioni costruttive dei carri mascherati (ideazione – progettazione e allestimento) hanno offerto motivi di suspance nei corsi carnevaleschi. Caratterizzate dalla massima riservatezza, erano indiscutibilmente ritenute fondamentali al raggiungimento della vittoria da parte delle singole società, che tentavano di risolvere a loro favore il giudizio della giuria con proposte incisive per temi affrontati e per abilità tecnico-organizzativa. I materiali raccolti raccolti sono compresi in un arco temporale dagli anni ’80 ai nostri giorni; di fatto le immagini si traducono in un excusus storico-sociale e di costume, nazionale e locale. Anche dallo studio dei carri mascherati, infatti, si possono recuperare gusti, mode ed avvenimenti attraverso un liberatorio “mondo alla rovescia” nel quale la satira si sbizzarrisce su fatti e personaggi dell’attualità politica, sportiva e dello spettacolo.Le sfilate e il pubblico.Lo stato attuale delle ricerche ha consentito di reperire immagini storiche di carri mascherati riferite soltanto al periodo tra le due guerre mondiali. In questi anni il corso mascherato annuale non sempre è organizzato, mantengono invece carattere di continuità le “mascherate” e i veglioni. Durante il fascismo il regime influenza la scelta dei soggetti dei carri, che spesso diventano apologetici o satirici di parte.Durante gli anni 50, i vergatesi sentono il bisogno di dimenticare gli anni bui e riportano lì allegria per le strade di un paese ancora segnato dal conflitto.I carri sono elaborati, sfarzosi, i soggetti quasi esclusivamente di evasione , l’organizzazione della sfilata e’ compito delle varie societa’ .

Non mancano anni di silenzio e la ripresa successiva, in tono minore, viene rivolta quasi esclusivamente al pubblico infantile.Queste ultime manifestazioni sono, in un certo senso, affidate alla buona volonta’ di alcuni cittadini.dal 1968 la Pro Loco si fa carico dell’organizzazione del carnevale e i carri riappaiono in paese sia pure con qualche interruzione: alcuni sono rielaborazioni di vecchie strutture, altri sono interamente costruiti dalle societa’.Il livello competitivo societario che nel 1973 provoca la sospensione dei carri mascherati, nel corso degli anni si concentra soprattutto sulla qualita’ realizzativa e cono il buon senso comune, le sfilate riprendono con tutta la loro vivacita’ .Il pubblico e’ sempre accorso numeroso al carnevale di vergato e non si sente ne’ spettatore ne’ comparsa. Non ci sono nette demarcazioni tra proponenti e riceventi e il pubblico che si accalca lungo le vie diviene spettacolo nello spettacolo.

 

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