Diga di Castrola – Giudizio positivo circa la compatibilità ambientale del progetto

2017/06/24, Vergato – Mentre l’interesse per “il rispolvero” del progetto della Diga di Castrola rinasce con il coinvolgimento dei sindaci locali, consiglieri regionali, ministri e cittadini, sempre per potere meglio capire le ragioni del progetto ma anche le perplessità economiche e ambientali, proponiamo alla lettura la documentazione reperita al fine di facilitare ipotesi e conclusioni;

Un documento del 6 aprile 1994 dove il Ministero dell’Ambiente di concerto con il Ministero per i Beni Culturali e Ambientali dava “giudizio positivo circa la compatibilità ambientale del progetto”.

DI CONCERTO CON IL MINISTRO PER I BENI CULTURALI ED AMBIENTALI (trascrizione digitale automatica passibile di errori, consultare il documento originale in pdf)

Il documento nella versione integrale in pdf; Castrola_DEC-VIA-1857

VISTO il comma 2 ed i seguenti dell’art. 6 della legge 8 luglio 1986 n. 349;
VISTO il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 10 agosto 1988, n. 377;
VISTO il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 27 dicembre 1988, concernente “Norme tecniche per la redazione degli studi di impatto ambientale e la formulazione del giudizio di compatibilità di cui all’art. 6 della legge 8 luglio 1986, n. 349, adottate ai sensi dell’art. 3 del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 10 agosto 1988, n. 377”;
VISTI l’art. 18, comma 5, della legge 11 marzo 1988, n.67; il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri costitutivo della Commissione per la valutazione d’impatto ambientale e successive modifiche ed integrazioni; il decreto del Ministro dell’ambiente del 13 aprile 1989 concernente l’organizzazione ed il funzionamento della predetta Commissione ;

VISTA la domanda di pronuncia di compatibilità ambientale concernente il progetto di diga sul torrente Limentra di Treppio in località Castrola (BO) presentato dalla Società Acoser e Coser con sede in Viale Carlo Berti Pichat, 74 – Bologna, in data 17 giugno 1991;
VISTA la proroga dei termini di cui all’art. 6 comma 4 della L. 349/86, concessa dal Presidente della Repubblica con decreto dell’11 agosto 1991;
VISTO il parere formulato in data 19 dicembre 1991 dalla Commissione per la valutazione d’impatto ambientale a seguito dell’istruttoria sul progetto presentato dalla Società Acoser e Coser;
CONSIDERATO che in detto parere la Commissione ha:
preso atto che:
la documentazione tecnica trasmessa prevede:
la realizzazione dello sbarramento del Torrente Limentra di Treppio, con le seguenti caratteristiche :

– serbatoio, quota di massimo invaso altezza di massima ritenuta volume totale di invaso volume utile di regolazione 383 msm 44 m 23,4 Mmc 20 Mmc

– corpo diga, in calcestruzzo a gravità, con asse pianimetrico pressoché rettilineo e con le seguenti.caratteristiche : quota del coronamento 1 ‘ ‘ 385 msm
quota minima di fondazione 326 msm
altezza massima 59 m
lunghezza del coronamento 195 m
volume della diga 180,000 me
Le principali opere indotte dal progetto, prescindendo da quelle essenziali per la funzionalità dello sbarramento, riguardano:
– la canalizzazione dell’alveo del torrente a valle della diga, per uno sviluppo di circa 1300 m;
– la realizzazione a circa 500 m a valle della diga di un impianto idroelettrico atto a sfruttare il salto prodotto dallo sbarramento;
– la costruzione di una viabilità circumlacuale, realizzata in parte sfruttando il sedime della viabilità esistente;
– la costruzione di una variante stradale, di collegamento con la centrale idroelettrica.
E1 prevista inoltre la realizzazione di un edificio destinato a centro servizi, posizionato in sponda sinistra della diga. Questa scelta implica un’ulteriore variante stradale di circa 250 m, la costruzione di un nuovo collegamento di 120 m di sviluppo e la predisposizione di un piazzale terminale di sosta e di manovra di circa 700 mq;
rilevato che occorre comunque verificare la coerenza del progetto con le definitive scelte e gli indirizzi strategici che devono essere adottati dagli organi competenti;
Valutato che:
– non sono stati individuati nell’area interessata valori ambientali unici o di particolare rarità;
– l’uso della risorsa idrica regolamentata consente una riduzione dei prelievi in falda;
– è possibile esprimere un sistema di prescrizioni che consentono di colmare le lacune riscontrate nel progetto;
CONSIDERATO che in conclusione la Commissione per la valutazione di impatto ambientale ha espresso parere positivo con prescrizioni in merito alla compatibilità ambientale dell’opera
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VISTA la nota del 12 novembre 1991 della Regione Emilia Romagna in cui si esprime parere positivo in merito alla compatibilità ambientale dell’opera proposta a condizione che:
– siano eseguiti gli approfondimenti conoscitivi e progettuali
relativi a:
– il bilancio idrico dell’invaso progettato;
– l’analisi dettagliata delle aree in dissesto che interessano le spalle ed il bacino della diga, con particolare riguardo ai potenziali fenomeni indotti dal riempimento dell’invaso (frane di richiamo) e durante la fase di pulizia e decorticazione dei terreni destinati alla sommersione, verificando in particolare la tenuta dello schermo di impermeabilizzazione previsto in relazione alla circolazione idrica sotterranea e la stabilità globale della dorsale destra e dettagliando l’analisi di stabilità per i dissesti ricadenti nel versante sinistro dell’invaso;
– la verifica sull’esistenza e l’attività della faglia (posizionata in asse diga) ipotizzata nella Carta strutturale dell’Appennino settentrionale F.l modificata;
– l’analisi delle probabilità di occorrenza di incidenti (con riferimento anche alle possibili relazioni con gli altri invasi esistenti) e dei conseguenti effetti attesi;
– l’analisi costi/benefici dell’intervento in oggetto;
– il piano di utilizzazione e la connessa “legge di derivazione” delle acque invasate nonché la definizione del bacino di utenza servito dal progetto in oggetto;
– il progetto delle cave necessarie per la costruzione dello sbarramento ;
– lo schema idraulico del progetto della centrale idroelettrica;
– il progetto di risanamento della discarica inattiva esistente nell’area dell’invaso, in sinistra idraulica in località Pilastrino, che è indispensabile per l’uso idropotabile delle acque invasate (tale discarica non è stata segnalata ne’ dal progetto ne’ dal relativo S.I.A.);
– il progetto delle azioni di minimizzazione degli effetti attesi sull’ambiente ed il piano di monitoraggio ambientale, preventivo e successivo alla costruzione della diga;
– il progetto del sistema di allarme e dei piani di emergenza;
– regolazione del rilascio d’acqua dalla diga in modo tale da limitare l’escursione massima del livello di invaso;
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– regolazione del rilascio d’acqua dalla diga in modo tale da garantire una portata minima di 2 mc/sec nel torrente Limentra di Treppio;
– consolidamento delle frane, in atto o potenziali, sui versanti limitrofi all’invaso e che lo interessano direttamente;
– applicazione di tecniche di ingegneria naturalistica per limitare l’erosione e per la regimazione dei corsi d’acqua immissari ed emissari dell’invaso;
– predisposizione di un progetto di sistemazione paesaggistica del torrente Limentra di Treppio a valle della diga, in particolare per l’inserimento della canalizzazione di scarico della diga stessa;
– trasferimento e ricostruzione più a valle dell’antico ponte ad arco esistente nei pressi dell’imposta della diga;
– progettazione dell’inserimento ambientale delle discariche dei materiali di risulta dai cantieri, privilegiando le sistemazioni in golene fluviali a monte dei tratti in erosione;
– depurazione di tutti i reflui degli abitati presenti nel bacino di alimentazione diretta della diga;
– monitoraggio delle eventuali infiltrazioni a valle dell’invaso, in particolare passanti attraverso la dorsale di Castrola;
– monitoraggio della qualità delle acque immesse nell’invaso;
– monitoraggio quali – quantitativo della risalita della falda acquifera sotterranea nella pianura interessata;
– realizzazione di una rete di monitoraggio, preventivo e di routine, dei dati climatici più significativi nei pressi del nuovo invaso;
– predisposzione di una rete di monitoraggio sismico attorno all’invaso;
– il progetto della diga di Castrola non è previsto dai vigenti strumenti di pianificazione territoriale regionale; l’aggiornamento di tali strumenti, in fase di ultimazione, evidenzia tuttavia l’opportunità di una riserva strategica di risorse idropotabili per l’area di utenza bolognese; a questa previsione appare necessario sia adeguato il progetto in oggetto;
VISTA la nota pervenuta in data 26 gennaio 1994 con cui il Ministero per i Beni Culturali ed Ambientali esprime a livello di massima, anche a seguito di quanto rilevato in sede di coordinamento presso la Presidenza, del Consiglio dei Ministri nelle riunioni tenutesi in data 3 dicembre 1992 e 5 agosto 1993, un apprezzamento strettamente paesaggistico sul progetto presentato a condizione che:
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– la sistemazione della preesistenza costituita dal rudere di un antico ponte venga realizzata su terrapieno o “macera” ai fini di evitare che in “fase di magra” dell’invaso tale preesistenza non risulti decontestualizzata dall’ambiente circostante;
– in “fase di magra” venga comunque alimentato nei modi e nei tempi da concordare in sede esecutiva, l’invaso a valle della diga al fine di mantenerlo attivo, anche realizzando opportune sistemazioni aventi caratteristiche naturali ed ambientali ;
– venga realizzata una “compensazione” delle alberature interessate dall’invaso nelle parti che, in sede esecutiva, dovranno essere individuate;
– vengano eliminati eventuali percorsi interessati o comunque realizzabili con condotte forzate a valle della diga in argomento, curando in fase esecutiva, ancora da approvare, la sistemazione definitiva di tale ambito;
PRESO ATTO CHE sono pervenute le seguenti istanze, osservazioni o pareri da parte di privati cittadini, ai sensi dell’art. 6 della L.349/86 per la richiesta di pronuncia sulla compatibilità ambientale dell’opera indicata:
– Coordinamento CGIL “Bacino del Reno”;
– Gruppo Consiliare Verdi Regione Emilia Romagna;
– Gruppo Consiliare Verde Provincia di Bologna;
– Deliberazione Consiliare Comune di Pianaro;
in merito alle quali si precisa che trattano argomenti diversi,
riconducibili a:
– questioni di carattere generale, relative ad una carenza
documentaria dello studio di impatto in ordine alle alternative tecniche dell’opera, alla scarsa valenza del programma nei riguardi dei fenomeni di subsidenza delle aree di pianura, mancata
considerazione di interventi atti a favorire una maggiore efficienza della rete di distribuzione;
– osservazioni al quadro programmatico, con le quali si sottolineano i
limiti dello studio d’impatto in ordine ad una esaustiva illustrazione delle motivazioni progettuali, considerate anche in relazione agli indirizzi degli strumenti programmatori regionali ;
– osservazioni al quadro progettuale, relative alla staticità dello sbarramento ;
– al quadro ambientale, con specifico riferimento all’eccessivo costo sociale se riferito ai benefici perseguiti, incertezze relative agli impatti indotti dalla riduzione del trasporto solido, rischio di inquinamento delle falde di pianura per risalita eccessiva della falda, modifiche paesaggistiche, impatto connesso alla regolazione
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stagionale dell’invaso ed alla realizzazione del canale di valle, incertezze sul dissesto idrogeologico, analisi lacunosa del patrimonio naturale in zona.
Per quanto riguarda le questioni di carattere generale, le carenze dello studio d’impatto non sono tali da precludere la possibilità di esprimere il richiesto parere di compatibilità ambientale.
Per quanto riguarda la valenza del programma in rapporto alla subsidenza delle aree di pianura, la questione è controversa e non può trovare allo stato delle conoscenze attuali una precisa risposta quantitativa; si osserva altresì che il proponente non ritiene di annullare il fenomeno realizzando l’invaso di Castrola; ne evidenzia solo un possibile contributo, innegabile nell’ipotesi che la nuova disponibilità di risorse consenta di ridurre gli emungimenti da falda;
– circa la mancata considerazione di interventi atti a consentire una maggiore efficienza della rete di distribuzione, considerata la situazione nazionale, si concorda in linea di principio. Tuttavia per il caso in esame la questione, in ogni caso, non costituisce elemento determinante.
Le osservazioni relative al quadro programmatico dello studio d’impatto trovano puntuale risposta nel presente parere e parziale accoglimento nel parere della Regione.
Si concorda con quanto espresso dalla Regione e si definiscono specifiche prescrizioni per la realizzazione dell’opera.
Per quanto riguarda le osservazioni al quadro progettuale relative alla staticità e sicurezza dell’opera, sul piano della forma si osserva che queste non sono ammissibili nel contesto di un parere di compatibilità ambientale in quanto attengono alla responsabilità di altri organi dello Stato.
Per le questioni relative al quadro ambientale si osserva quanto segue in riferimento ai singoli punti considerati:
– lo studio di impatto ambientale non ha fornito un bilancio energetico relativo alla realizzazione dell’opera;
non si ritiene l’analisi del bilancio energetico dell’opera indispensabile ai fini delle valutazioni di compatibilità ambientale del presente progetto;
-si prevede un utilizzo parziale delle risorse idriche (1,6 mc/s) del torrente Limentra per usi irrigui della pianura, laddove simili usi possono essere garantiti dal Canale Emiliano Romagnolo.
E’ possibile che l’alleggerimento delle derivazioni del Po da parte del Canale Emiliano – Romagnolo si possa tradurre in effetti ambientali positivi sul fiume Po;
– si potrà avere una situazione irreversibile di peggioramento qualitativo delle acque di falda in pianura connesso con una eccessiva risalita della superficie piezometrica.
Appare necessario un approfondimento definitivo a questo riguardo prima di provocare artificialmente un innalzamento degli attuali livelli di falda;
– gli effetti positivi dell’intervento sulla propagazione degli eventi di piena (riduzione del 15% dei colmi di piena del Reno a Casalecchio) non sono realisticamente ipotizzabili.
L’osservazione è irrilevante ai fini della pronuncia di compatibilità dell’opera;
– non vengono affrontati in modo adeguato i gravi risvolti di dissesto idrogeologico che si andrebbero ad innescare in una vasta area geomorfologicamente dominata da “argille scagliose”.
In argomento si esprime una specifica prescrizione;
– la ipotizzata attrazione turistica del nuovo specchio d’acqua è del tutto inconsistente.
L’osservazione è irrilevante ai fini della procedura di compatibilità ambientale dell’opera;

PRESO ATTO che la Commissione per la Valutazione dell’Impatto Ambientale ha provveduto all’esame delle osservazioni presentate, ne ha tenuto conto nell’ambito dell’istruttoria effettuata e nella formulazione delle prescrizioni;
RITENUTO di dover provvedere ai sensi e per gli effetti del comma quarto dell’art. 6 della legge 349/86, alla pronuncia di compatibilità ambientale dell’opera sopraindicata;
ESPRIME
giudizio positivo circa la compatibilità ambientale del progetto relativo ad una diga sul torrente Limentra di Treppio – località Castrola (BO) proposto dalla,Società Acoser e Coser a condizione che: si ottemperi alle seguenti prescrizioni:
a) con riguardo all’uso delle risorse ed ai programmi di tutela della qualità delle acque sia accertata da parte dell’Autorità di Bacino e della Regione la coerenza dell’opera con gli indirizzi del Piano di Bacino e dei programmi di settore in corso di elaborazione. I medesimi soggetti potranno, in tale fase, verificare l’ipotesi di diverso utilizzo, rispetto all’attuale, delle acque del lago di Suviana;
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b) la realizzazione della centrale idroelettrica prevista a valle della diga deve essere subordinata ad una più puntuale verifica, atta a valutarne il reale beneficio a fronte del consumo indotto di risorse naturali e l’efficacia dì eventuali mitigazioni;
c) sulla base del progetto esecutivo e prima della sua definitiva autorizzazione si deve provvedere ad un puntuale accertamento dei diffusi fenomeni di instabilità superficiale delle sponde dell’invaso, anche tenendo conto delle previste necessità di svaso ed invaso del bacino, localizzando e precisando in termini costruttivi le indicazioni dello studio di impatto ambientale ;
d) si deve provvedere all’elaborazione di un progetto di restauro e recupero ambientale con riferimento sia alle opere principali che secondarie, per queste ultime con particolare riferimento all’adeguamento della viabilità ed alla canalizzazione del torrente a valle della diga; venga realizzata una “compensazione” delle alberature interessate dall’invaso nelle parti che, in sede esecutiva, dovranno essere individuate; in particolare occorre valutare con il necessario dettaglio gli impatti ed eventualmente proporre idonei interventi di mitigazione per gli effetti indotti dagli interventi immediatamente a valle della diga, per la prevista modifica pianimetrica del corso d’acqua;
e) la sistemazione della preesistenza costituita dal rudere di un antico ponte venga realizzata su terrapieno o “macera” ai fini di evitare che in “fase di magra” dell’invaso tale preesistenza non risulti decontestualizzata dall’ambiente circostante;
f) in “fase di magra” venga comunque alimentato nei modi e nei tempi da concordare in sede esecutiva, l’invaso a valle della diga al fine di mantenerlo attivo, anche realizzando opportune sistemazioni aventi caratteristiche naturali ed ambientali ;
g) vengano eliminati eventuali percorsi interessati o comunque realizzabili con condotte forzate a valle della diga in argomento, curando in fase esecutiva, ancora da approvare, la sistemazione definitiva di tale ambito;
h) devono essere inoltre recepite integralmente le condizioni espresse dalla Regione e le mitigazioni previste dallo Studio di impatto ambientale richiamate nel presente parere. Alla verifica del rispetto di tali condizioni in fase esecutiva provvede la Regione.
DISPONE
– che il presente provvedimento sia comunicato alla Società Acoser e Coser, al Ministero dei Lavori Pubblici, all’Autorità del Bacino del Reno ed alla Regione Emilia Romagna, la quale provvederà a depositarlo presso l’Ufficio istituito ai sensi dell’art. 5, comma terzo, del D.P.C.M. 377 del 10 agosto 1988 ed a portarlo a conoscenza delle altre Amministrazioni eventualmente interessate;
– che prima dell’inizio dei lavori gli elaborati di progetto esecutivo adeguati secondo le prescrizioni di cui ai punti b), c) e d) dovranno essere inoltrati al Ministero dell’Ambiente per la verifica di ottemperanza; gli elaborati di progetto esecutivo adeguati secondo le prescrizioni di cui ai punti d), e), f) e g) dovranno essere inoltrati al Ministero per i Beni Culturali ed Ambientali per la verifica di ottemperanza.
Roma lì 6 aprile 1994
IL MINISTRO DELL’AMBIENTE
IL MINISTRO PER I BENI CULTURALI ED AMBIENTALI
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