Un centro di ricerca internazionale sulla fusione nucleare sul lago Brasimone: l’Appennino sostiene il progetto

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2017/06/28, Vergato – Un centro di ricerca internazionale sulla fusione nucleare sul lago Brasimone: l’Appennino sostiene il progetto. L’Appennino si candida ad ospitare sul bacino del Brasimone un centro di ricerca internazionale per riuscire a realizzare il sogno di produrre sul nostro pianeta l’energia pulita del sole.

Il Centro ricerche del Brasimone nel Comune di Camugnano potrebbe divenire possibile sede di un’importante infrastruttura di ricerca inserita nei programmi europei e internazionali di sviluppo della fusione nucleare: la recente proposta del Sindaco metropolitano Virginio Merola è stata accolta favorevolmente dagli amministratori di Castiglione dei Pepoli e Camugnano.

Penso si tratti di un’opportunità davvero eccezionale” commenta il sindaco di Castiglione dei Pepoli Maurizio Fabbri.Sarebbe una vera e propria svolta per l’Appennino, in termini di sviluppo e di occupazione. Uno sviluppo sostenibile legato ai temi dell’energia e dell’ambiente, in quanto quando parliamo di ricerca sulla fusione nucleare, pensiamo ad una fonte di energia sicura, naturale e inesauribile come quella del sole e delle stelle”.

D’accordo anche il sindaco di Camugnano Alfredo Del Moro, che ricorda come “il bacino del Brasimone è l’ambiente ideale per questo genere di investimenti, visto che non partiremmo da zero, ma da una struttura già efficiente e ben avviata che merita di essere valorizzata. Si tratta di un centro di alto profilo sia dal punto di vista della professionalità del personale che da quello della sofisticata strumentazione disponibile”.

La fusione, a differenza della attuale tecnologia basata sulla fissione nucleare, rappresenta una fonte energetica inesauribile, economicamente competitiva, sostenibile e sicura, al cui sviluppo sono interessati tutti i maggiori paesi industrializzati o in via di sviluppo. Attualmente lo sviluppo di questa fonte di energia è legato alla necessità di dimostrare tecnologicamente l’esercizio di un impianto di produzione di energia elettrica. In questo contesto l’Europa ritiene essenziale la realizzazione di una macchina di ricerca che supporti lo sviluppo tecnologico del reattore a fusione.

Ed è proprio l’obiettivo che si pone DTT, il Divertor Tokamak Test facility (DTT), una macchina di ricerca destinata a sviluppare e testare materiali adatti a resistere ad alte temperature e capaci di funzionare in condizioni estreme, come sono quelle raggiunte nel processo di fusione nucleare. Lo scopo di queste ricerche è quello di riprodurre sulla Terra l’energia pulita del sole: sono ricerche che richiedono investimenti per far nascere laboratori e strutture che generano nuovi posti di lavoro nel lungo periodo (si parla di almeno trent’anni per raggiungere i primi risultati).

Non è un caso infatti che però il progetto interessi molti paesi europei e che quella dell’Emilia-Romagna sul lago Brasimone dunque non sarebbe l’unica candidatura. Di sicuro però ci sono le potenzialità per far bene, anche perché l’ENEA è uno dei pionieri in questo ambito, e a Castiglione dei Pepoli si approfondirà il tema con un convegno di portata nazionale che si svolgerà il 14 luglio e coinvolgerà esperti del mondo scientifico e rappresentanti di quello politico.

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