Umberto Bernardi – Feste e Società carnevalesche dall’800 ai nostri anni 50-60

2017/11/14, Vergato – Feste e Società carnevalesche dall’800 ai nostri anni 50-60

Le origini dell’odierno carnevale vergatese risalgono con ogni probabilità al periodo post-unitario, durante il quale si assiste alla costituzione dei primi sodalizi carnevaleschi, originariamente ispirati alla buona società locale. I documenti reperiti agli atti della Sottoprefettura di Vergato, depositati all’Archivio di Stato di Bologna, lo confermano. A partire dagli anni 70 del 1800, si ha la notizia dell’esistenza di una Società della Castellata, che organizza veglioni “notturni” e “diurni” nelle sale del Municipio (lunedì 29 gennaio 1877, biglietto di ingresso 50 centesimi) e della locanda Campana. Questi veglioni “diurni” possono essere considerati gli anticipatori delle sfilate carnevalesche popolari.

Con la nascita delle società si verifica peressochè contemporaneamente l’avvento delle “competizioni” per conseguire il più ecclatante successo paesano. Col trascorre degli anni, ai veglioni negli alberghi e nelle locande di Vergato, si iniziarono ad abbinare le parate esterne aperte a tutto il pubblico, spesso anche con finalità benefiche la socità della Castellata, ad esempio, sottoscrive nel 1877 la somma di lire 2022,16 a favore dell’ospdale di Vergato (nr. Che se dovesse chiudere, potemmo chiederli indietro con i dovuti intressi) come attesta tuttora una lapide apposta nell’atrio del luogo di cura. La memoria popolare ricorda, neo primi anni del 900, l’esistenza della Società detta Dal curbel (del Paniere), allestitrice anche di carri mascherati fino allo scoppio della Grande Guerra. Il nuovo secolo, quindi, già si presenta con queste realizzazioni locali.

A metà degli anni venti si ha memoria della ripresa costruttive dei carri carnevaleschi; in quella fase temporale le Società popolarmente ricordate sono: Disperata, Piperita, Gallo, S.Luigi, Coniglio, Manfrone.

Tra le società operanti in fasi successive è tuttora assai nota quella del Trastullo, che curava anche la realizzazione di spettacoli burattineschi. Spesso i sodalizi si “forniscono” di loro “Inni”, in genere parodie di canzoni in voga negli anni ’30 e ’40.

(Gian Paolo Borghi)

Nelle foto i veglioni del trastullo (propr. Umberto Bernardi)

 

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