Racconta la Rita – Una ciliegia tira … la mela

2019/11/24, Vergato – Ciliege e mele, ancora vivo il ricordo della Sagra della Ciliegia con le miss “ciliegine”….racconta la Rita;

Una ciliegia tira … la mela

Quando qualche mese fa ho scaricato dal portale INPS l’estratto conto previdenziale, oltre al conto gestione dipendenti pubblici, in un altro prospetto azzurro c’erano anche conteggiati, come contributi utili alla pensione, 17 giorni di agricolo giornaliero versati nel 1974.
Oltre che per il piacere di trovare contributi versati che non ricordavo di avere, ho sorriso nel rammentare il mio primo lavoro ufficiale svolto all’età di 17 anni.
In quegli anni era attivo il Consorzio dei Produttori delle ciliegie della Valle del Reno, con sede presso il Consorzio Agrario di Vergato che era diretto dal Dott. Nevio Draghetti, purtroppo non conosco la storia della sua nascita e di chi l’ha promosso e fondato.
Immagino che un certo numero di agricoltori della vallata, produttori di ciliegie, abbiano avuto l’idea di associarsi in un Consorzio avente lo scopo di occuparsi della lavorazione del frutto prima della sua consegna al mercato.
Nel periodo di raccolta delle ciliegie pertanto venivano assunte un certo numero di operai, per lo più donne, da impiegare nelle operazioni di cernita e selezione del prodotto.
Era una occasione di lavoro per casalinghe e studentesse che volevano raggranellare qualche soldino, dovevi avere il libretto di lavoro e dare, per quel breve periodo, la massima disponibilità.
Infatti non c’erano orari fissi, perché dipendeva dal quantitativo e dalle frequenze di arrivo delle diverse raccolte, pertanto se un podere aveva finito di raccogliere alle nove di sera e le ciliegie dovevano essere consegnate al mercato alla mattina presto, si doveva lavorare anche in orario notturno.
Le ciliegie di diverse qualità: Anella, Anellone, la Marca, duroni neri di Vignola, secondo il periodo di maturazione, venivano consegnate in gabbiette che erano rovesciate sopra a lunghi banconi collocati in uno dei capannoni del Consorzio Agrario, velocemente le dovevi passare una ad una scartando le foglie, i frutti crepati o che presentavano un primo accenno di marciume. Dopo un po’ ti trovavi con tutte le mani nere ed appiccicose ed anche con il male alle gambe dovendo stare in piedi per tante ore davanti al bancone. Dopo qualche giorno di praticantato nella semplice selezione, mi assegnarono il compito di fare gli stampi. Era un lavoro di precisione che consisteva nello scegliere le ciliegie più belle e inserirle ordinatamente tutte in fila, con il gambo rivolto in su componendo un primo strato sul fondo di uno stampo di alluminio, dopo di che si riempiva tutto lo stampo con le ciliegie più belle fino al colmo, si prendeva quindi una bella cassettina di legno, la si incastrava sopra lo stampo che veniva capovolto come quando lo si fa con il budino. Se avevi fatto un buon lavoro risultava una splendida confezione di lucide ciliegie composte alla perfezione da destinare alle boutique della frutta e al mercato estero. La rabbia era quando ti accorgevi che nella fretta ti era scappata una ciliegia crepata che ora faceva bella mostra di sé in primo piano. Dovevi allora destreggiarti a sfilarla piano piano e rimpiazzarla con una sana cercando di non sconvolgere tutto l’assetto, altrimenti si ricominciava da capo.
L’intero processo lavorativo dallo scarico e carico dei mezzi, alle operazioni di cernita era sorvegliato dal Dott. Draghetti, alto, serio, ma sempre molto gentile, quando entrava nel capannone con la pipa in bocca a vedere come andava, incuteva in noi ragazze sempre una certa soggezione, allora a capo chino aumentavamo il ritmo di lavoro,
Nonostante gli orari un po’ ballerini e le belle serate d’estate passate a selezionare ciliegie invece di andare in giro in giro con le amiche, mi sono anche divertita, si facevano chiacchere tra di noi mentre le mani lavoravano veloci, si scherzava con gli autisti che venivano a scaricare ed in questo modo le ore passavano in fretta e ti accorgevi che anche l’ultimo carico di frutta era stato lavorato ed era ora di tornare a casa.
Alla fine del periodo, quando anche le ultime ciliegie tardive erano state raccolte, provai la grande soddisfazione di ricevere la prima busta paga formale, con tanto di contributi versati!! Rammento che con quel primo guadagno ho comprato un po’ di corredo… mi sembra una coperta di lana ed altra biancheria.. allora usava così.

In quegli anni Vergato intesa come Amministrazione, Pro-Loco, imprenditori del settore, commercianti riuscì a valorizzare la ciliegia, come prodotto-risorsa del proprio territorio, con una serie di iniziative quali l’organizzazione di concorsi a premio indirizzati alle scuole sul tema e la bellissima Sagra della Ciliegia che attirava tanta gente dei dintorni e che faceva d cornice di atri eventi collaterali. Indubbiamente anche quei brevi periodi di lavoro stagionale permisero a tante vergatesi senza occupazione di trovare sotto casa la possibilità di un piccolo ma utile guadagno per contribuire al bilancio famigliare.
Poi, come altre belle iniziative del nostro paese, tutto è finito. Il costo della manodopera per le lavorazioni incideva troppo sul prezzo finale del prodotto? Forse… fatto sta che il Consorzio si è sciolto, sparita la Sagra della ciliegia con il concorso a scuola, una lenta ed inesorabile fine come quella dei vecchi ciliegi, contorti, non più curati ed amati, con i rami spezzati avviluppati nelle vitalbe che vedi nei poderi abbandonati e che mettono tanta tristezza.
Per fortuna che la testa di noi montanari è geniale e piena di idee: finito il tempo della ciliegia… inizia l’era della mela Rosa Romana! Che possa conoscere anche questo frutto anni gloriosi e proficui come quelli vissuti dalla ciliegia, però auguriamoci che questo progetto, a differenza di quello che l’ha preceduto, possa acquisire nel tempo quell’importanza e stabilità tale da rendere la Valle del Reno competitiva alla Val di Non al fine di dare nuovo lustro e dinamicità alla nostra Vergato. Buona Fortuna!!!

L'immagine può contenere: frutta e cibo
 
 
 
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