L’Unione dell’Appennino bolognese sperimenta lo smart-working: al lavoro anche da casa. E si muovono anche i primi comuni

2020/02/22, Vergato – L’Unione dell’Appennino bolognese sperimenta lo smart-working: al lavoro anche da casa. E si muovono anche i primi comuni

Grazie alle novità normative, in via sperimentale, ad alcuni dipendenti dell’Unione viene offerta la possibilità di lavorare da casa per un massimo di 8 giorni al mese, collegandosi con il proprio computer ai gestionali dell’ente. E anche Castiglione dei Pepoli ha deciso di seguire questa strada

22 febbraio – Dopo l’avvio positivo lo scorso 1° ottobre, per una decina di dipendenti dell’Unione dei comuni dell’Appennino bolognese, di una sperimentazione di “smart working”, anche il Comune di Castiglione dei Pepoli ha deciso di testare questa strada, tornata improvvisamente alla ribalta dopo che in Cina migliaia di dipendenti hanno ripreso a lavorare da casa per impedire la diffusione del coronavirus. D’altronde in Unione i riscontri sono stati ottimi da parte dei responsabili e c’è l’intenzione di prorogare la sperimentazione.

Lo smart working, viene definito dalla Legge n. 81/2017 che lo ha reso possibile “lavoro agile”: “una modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato stabilita mediante accordo tra le parti, anche con forme di organizzazione per fasi, cicli e obiettivi e senza precisi vincoli di orario o di luogo di lavoro, con il possibile utilizzo di strumenti tecnologici per lo svolgimento dell’attività lavorativa”.

Per un massimo di due giorni alla settimana il dipendente può chiedere l’autorizzazione al suo responsabile di prestare l’attività lavorativa in modalità agile, cioè da casa, a patto che sia possibile trasferire, almeno in parte, le attività assegnate, senza che sia necessaria la costante presenza fisica nella sede di lavoro. La prestazione lavorativa va organizzata nel rispetto degli obiettivi prefissati ed in piena autonomia, utilizzando strumentazioni tecnologiche adatte al lavoro da remoto. Ovviamente deve essere possibile monitorare e valutare i risultati delle attività assegnate, rispetto agli obiettivi programmati.

Si tratta di un principio molto semplice: grazie alle nuove tecnologie, alla disponibilità di rete a banda larga nelle abitazioni, a software gestionali e applicativi che si prestano ad essere usati da remoto, il dipendente può svolgere il suo lavoro con il computer da casa: a essere valutati, in questi casi, sono i risultati, e non le modalità o i tempi con cui sono stati conseguiti. La giornata agile infatti si estende in un intervallo che va dalle 8 del mattino alle 20 di sera: il dipendente può strutturare le sue ore di lavoro in questo arco temporale, garantendo la contattabilità per almeno 4 ore tra le ore 9,30 e le ore 18,30. A essere agevolati sono soprattutto i dipendenti in condizione di salute non ottimale, chi ha figli minori, chi abita molto lontano dal luogo di lavoro e chi ha impegni per esempio di studio, formazione, volontariato.

Gli esperimenti di telelavoro non sono certo una novità, solo coinvolgono tipicamente enti molto grandi e strutturati mentre in questo caso, grazie al supporto e alla competenza (non scontata) di vari servizi è stato possibile farlo anche in montagna.

«La logica del lavoro agile si basa su un principio di autonomia e organizzazione del lavoro innovativa incentrata sul conseguimento dei risultati» spiega il presidente dell’Unione dell’Appennino e sindaco di Castiglione dei Pepoli Maurizio Fabbri. «Con questa sperimentazione vogliamo non solo migliorare la qualità della vita e del lavoro dei dipendenti, soprattutto chi ha figli piccoli o parenti da accudire, ma crediamo si possa aumentare sensibilmente l’efficacia dell’azione amministrativa, come dimostrato dove lo smart è stato già adottato. Dimostriamo che certe pratiche innovative non solo appannaggio sono dei centri urbani più popolari, ma anche dell’Appennino dove anzi siamo spesso laboratorio di buone pratiche amministrative».

L’obiettivo che Unione e Comune si prefiggono è quello di incrementare la produttività anche in termini di performance individuale e organizzativa, perché un dipendente che risparmia un paio di ore di viaggio al giorno è un dipendente più soddisfatto e quindi motivato. Grazie alla nuove tecnologie è possibile migliorare la qualità dei servizi erogati, riorganizzare gli spazi, realizzando anche economie di gestione e promuovere la mobilità sostenibile riducendo gli spostamenti casa-lavoro, favorendo una politica ambientale che diminuisca il traffico. Dopo i primi mesi di sperimentazione positiva in Unione altri Comuni oltre a Castiglione stanno studiando l’opportunità di sfruttare questa possibilità, dando ovviamente la priorità alle situazioni che meglio si prestano a questo tipo di strumento.

Fonte e foto; Ufficio Stampa e Comunicazione – Unione dei comuni dell’Appennino bolognese

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