Paolo Rossi: “Un calcio al pallone e i campi sportivi di Vergato”

2022/05/10, Vergato – Ricordi e documenti a completare il racconto o meglio a far rivivere ai non più giovani vecchi tempi andati che le vicende dei nostri giorni non riescono a cancellare del tutto.

La vita sonnolenta del “villaggio” sta riprendendo il suo corso… ritornano i bar e le piazze e dopo il Covid e la guerra uno sguardo al passato ci è salutare.

Ci pensa Paolo Rossi che ancora una volta condivide le sue cartoline inedite, veri documenti di grande valore per la storia del calcio vergatese, con il racconto di un fatto personale ma comune a tanti ragazzi…

Paolo Rossi: “Un calcio al pallone e i campi sportivi di Vergato”

Capita spesso che i bambini, nell’avvicinarsi alle discipline sportive, tendano a scoraggiarsi al primo rimprovero dell’allenatore. Capitò anche a un tipo che conosco come le mie tasche, quando all’età di otto anni, da cicciottello appassionato di calcio e desideroso di diventare bravo come molti suoi coetanei, venne scelto fra il pubblico dall’organizzatore di un torneo locale e fatto entrare in campo come disperato rimpiazzo per un’assenza dell’ultimo minuto.

L’oggettiva goffaggine di quel bambino, bravo a calciare la palla contro un muro o verso una fantomatica linea senza portiere segnata da due cappellini, al primo errore di gioco venne così suggellata dall’epiteto “corri più forte e non dormire, schiappa che non sei altro!”, urlato a squarciagola dall’organizzatore, rivelatosi poi anche allenatore e arbitro.

Quell’offesa non fu come uno dei tanti sfottò tra coetanei “talentuosi” ai quali generalmente si reagisce con la sana competitività, quella frase ebbe probabilmente una valenza diversa, sia perché gridata davanti a tanti spettatori, sia perché esternata da un adulto che neppure conosceva.

L’episodio smorzò i sogni del piccolo, che abbandonò quella disciplina senza però perdere l’amore per la squadra del cuore, il fascino di collezionare le figurine dei campioni della serie A, che ancora conserva, e l’emozione nell’ammirare un qualsiasi campo di calcio; in primis quello dello stadio di Bologna.

Il primo rettangolo di gioco adocchiato da quel bambino si trovava alla periferia di Vergato, in una zona dove qualche anno più tardi sarebbe stata costruita una fabbrica leader nella produzione di condensatori (Arco), che confinava con la proprietà di parenti che di tanto in tanto andava a trovare al seguito della nonna.

Il secondo, molto più vicino a casa, fu invece quello della parrocchia di Vergato, denominato da tutti “Il campetto del prete” nel quale, quasi di nascosto, nei tardi pomeriggi primaverili ed estivi, azzardava ad entrare per provare l’ebbrezza di colpire la palla verso una porta da calcio “vera”, anche se priva di rete e con i pali di colore arancione, tra la polvere di un terreno dove i ciuffi d’erba si contavano sulle dita di una mano.

Successivamente, in occasione dei giochi della gioventù, nella specialità del salto in alto, calpestò il rettangolo di erba quasi secca del campo sportivo comunale di Vergato, molto meno curato di quello di Sasso Marconi che osservava dal treno quando si recava in città con i genitori. “Quello sì che è di un bel colore verde acceso come i prati d’alta montagna!” – pensò.

La prima volta che vide il campo perfetto e “vellutato” dello stadio di Bologna invece, (dicembre 1976: Bologna – Genoa 0-0) con ancora le colonne che sorreggevano la copertura della tribuna e con una marea di spettatori, cori e colori, fu un’emozione talmente intensa che anche a anni di distanza si ravvivano i sogni e le fantasie più belle di quel bambino.

Paolo Rossi.

Paolo Rossi collezionista e scrittore, suo il romanzo “L’emozione di conoscerti” collabora da tempo con Vergatonews24.it dove pubblica racconti e documenti cartacei di grande effetto. Per conoscere meglio l’autore;

Guarda gli altri articoli di Paolo Rossi: https://vergatonews24.it//?s=paolo+rossi

Il romanzo di Paolo Rossi “L’emozione di conoscerti” in versione e-Book e il nuovo video

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