Rita Ciampichetti – 13 Dicembre … “Santa Lucia, il giorno più corto (… o la notte più lunga) che ci sia”

2020/12/12, Vergato – 13 Dicembre …. “Santa Lucia, il giorno più corto che ci sia” o “Santa Lucia, la notte più lunga che ci sia” , scrive Rita Ciampichetti che di ricordi ne ha da scrivere un libro…

Questo antico proverbio veniva ricordato da mia suocera Rosita ogni mattina del 13 Dicembre, festa appunto di Santa Lucia.

In realtà al tramonto non avevo mai avuto l’impressione che questo giorno fosse poi effettivamente più corto degli altri.

Infatti qualche anno più tardi imparai che dal primo secolo a.c.  fino al 1582 era in vigore il calendario giuliano che però non contava gli anni bisestili in maniera corretta e questo errore aveva comportato che i giorni intercalari, non conteggiati per secoli, provocava una differenza sostanziale tra calendario civile e quello solare.

Nel 1582 con la riforma del calendario gregoriano è stato posto rimedio a questo sfasamento, ma per farlo si decise di far slittare la data in avanti di  una decina di giorni.

Fu così che il  solstizio d’inverno, che è effettivamente  il giorno più corto dell’anno in quanto  la Terra è alla massima distanza al di sotto dell’equatore celeste e l’arco apparente descritto da sudest a sudovest è minimo, passò in un istante al 21 dicembre, mentre prima era appunto tra il 12 e il 13 dicembre Festa di Santa Lucia.

La tradizione popolare però è dura a morire e questa spiegazione scientifica mai soddisfece la Rosita che continuò imperterrita a considerare il 13 Dicembre il giorno più corto che ci sia.

La storia di Santa Lucia è molto affascinante e vale la pena raccontarla.

Lucia era una giovane nata nel 283 d.C. a Siracusa, orfana di padre dall’età di cinque anni, 

La sua famiglia era nobile e professava la religione cristiana a quel tempo ancora fuorilegge,  infatti erano in vigore i decreti della persecuzione dei cristiani emanati dall’imperatore Diocleziano.

Come usava allora era stata promessa in sposa a un pagano, però la nostra Lucia sin da piccola aveva fatto segreto voto di verginità a Cristo e per questo quando raggiunse l’adolescenza manifestò alla madre la volontà di consacrarsi a Gesù Cristo e di donare il suo patrimonio ai poveri. Così fece e per alcuni anni visse prestando assistenza ai poveri e ai bisognosi della città.

Attirò però la vendetta del suo pretendente che, sentendosi rifiutato, la denunciò come cristiana.

Ci fu un processo davanti al prefetto romano Pascasio, che le impose di fare dei sacrifici agli dei pagani, Lucia si rifiutò e sostenne con tanto fervore la sua fede da mettere in difficoltà lo stesso prefetto il quale la minacciò di rinchiuderla in un postribolo. L’angiografia della Santa dice che a quella minaccia Lucia rispose al prefetto: “Il corpo si contamina solo se l’anima acconsente”.

Pascasio allora ordinò che la giovane fosse costretta con la forza, ma, come tramanda la tradizione, la giovinetta divenne talmente pesante che né decine di uomini, né la forza di buoi  riuscirono a smuoverla, allora  fu cosparsa di olio, posta su legna e torturata col fuoco, ma le fiamme non la toccarono.

Infine fu messa in ginocchio e secondo le fonti latine le fu infisso un pugnale in gola (jugulatio) così morì  nell’anno 304, all’età di 21 anni, ma si narra solo  dopo aver ricevuto la Comunione e profetizzando la caduta di Diocleziano e la pace per la Chiesa.

Molti credono, guardando le immagini della Santa con l’emblema degli occhi sulla coppa o sul piatto, che le fossero stati strappati gli occhi. In realtà questo episodio fino al secolo XV è assente nelle tante narrazioni e tradizioni, solo successivamente si tramandò il racconto che quando Lucia ruppe il fidanzamento con il promesso sposo il giovane le disse che senza i suoi occhi non avrebbe potuto vivere e per questo lei se li strappò consegnandoglieli su un piatto d’argento.

E’ più plausibile che tale credenza sia da ricollegarsi più semplicemente alla devozione popolare che l’ha sempre invocata come protettrice della vista a motivo del significato del suo nome dal latino Lux (luce) e che la celebrazione della festa in un giorno vicino al solstizio d’inverno è probabilmente dovuta anche alla volontà di sostituire antiche feste popolari pagane  che celebravano la luce o il culto di Artemide antica divinità venerata appunto a Siracusa che veniva vista anche come dea della luce mentre stringe in mano due torce fiammeggianti.

Qualche reminiscenza scolastica vi ricorderà inoltre che persino il Sommo Poeta Dante Alighieri nutriva una gratitudine particolare nei confronti di Santa Lucia tanto da indurlo ad attribuirle un ruolo fondamentale sia da un punto di vista allegorico che simbolico nella Divina Commedia.

E’ Santa Lucia che su invito di Maria scende dall’Empireo, per avvertire Beatrice dello smarrimento di Dante e del conseguente pericolo che incombe su di lui, che ancora nel Purgatorio prende Dante assopito e lo conduce alla porta d’ingresso del Purgatorio da cui inizia il percorso di purificazione del Poeta che cita la luminosa bellezza degli occhi della martire.

Al termine del viaggio ultraterreno nel Paradiso Dante infine la rivede del primo cerchio dell’Empireo, accanto a sant’Anna e a san Giovanni Battista, nel trionfo della Chiesa da lei profetizzato durante il martirio.

Santa Lucia, come accennato in precedenza,  è considerata per tradizione, la patrona della vista e di tutti coloro che soffrono di problemi legati a quest’ultima oltre che degli oculisti, ma anche  degli elettricisti e degli scalpellini e viene spesso invocata contro le malattie degli occhi come la cecità, la miopia e l’astigmatismo.

In  Veneto Santa Lucia è la protettrice dei fidanzati, in memoria di quel fidanzamento rotto a seguito del voto di verginità, quindi è patrona dell’Amore Vero, quello difficile, che deve superare un sacco di prove e per tradizione in questa Regione il fidanzato deve regalare in gran quantità, alla fidanzata e alla sua famiglia, il mandorlato, un torrone fatto di miele e mandorle.

Invece le fanciulle di Forlì,  poiché la notte di S. Lucia è la più lunga che ci sia,  seguendo il proverbio romagnolo  “Per Santa Lòzia un cul d’gocia” la trascorrevano a cucire la camicia da notte che avrebbero indossato la prima notte di nozze.

In certe zone d’Italia  un tempo era solo lei che portava i doni ai bambini al posto di Babbo Natale o del Bambin Gesù e in molte Regioni  la festa viene onorata con la preparazione di infinite varietà di dolci: in Abruzzo si preparano gli Occhi di Santa Lucia, biscotti all’anice a forma di occhiali, mentre in  Puglia gli Occhi di Santa Lucia prendono la forma di taralli ricoperti di glassa di zucchero. Allo stesso modo in Sardegna si benedicono i biscocchi, per proteggere la vista, di forma rotonda, sono incisi al centro per simulare la fessura delle palpebre e da lì farciti con marmellata, solitamente di mirtilli, per non dimenticare i puoti di Verona, i badì de dama di Bergamo, i zelten del Trentino.

La festa di Santa Lucia ha però una valenza universale. Nelle Nazioni del Nord Europa Scandinavia, Norvegia e Svezia, dove sono lunghi gli inverni e caratterizzati dall’oscurità, è un giorno di festa importante e la Santa è rappresentata come una donna in abito bianco dalla purezza del battesimo e fascia rossa colore del martirio, con una corona di candele accese sulla sua testa. Infatti, secondo la leggenda, Lucia portava cibo e aiuti ai cristiani che si nascondevano nelle catacombe di Siracusa usando una corona di candele per illuminare la sua strada e lasciare le sue mani libere per portare più cibo possibile.

Auguriamoci allora che in questi tempi così difficili per tutta l’umanità che Santa Lucia accenda una luce per dissolvere le tenebre che aleggiano sul mondo ed illumini le menti e la giusta strada da percorrere di chi deve decidere del nostro destino.

Auguri a tutte le Lucie, Luciane, Luci e Luciani

Proverbi:

“Da Santa Lucia il freddo si mette in via”

“Per Santa Lucia il giorno corre via”

“Santa Lucia con il fango, Natale l’asciutto”

“Per Santa Lucia e per Natale, il contadino ammazza il maiale”

“Da Santa Lucia a Natale il dì s’allunga quanto un passo di cane”

“Santa Lucia, al genere umano, del ciel variegato di luci, mostra la via”

Rita Ciampichetti 2022

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