Rita Ciampichetti – I frutti dimenticati: il corniolo

2023/08/14, Vergato – I frutti dimenticati: il corniolo

Quest’anno a Casigno abbiamo raccolto si e no un chilo di ciliegie, la stagione non è stata delle migliori e la pioggia ha fatto marcire i frutti sugli alberi.

In compenso, in questo periodo, l’albero del corniolo è carico di bacche mature.

Fin da bambina amavo questo frutto acidulo che ti fa allappare la lingua, ai bambini piace la frutta acerba, ricordo ancora le tascate di rusticani rubati ancora verdi che ti facevano fare l’occhiolino da tanto che erano bruschi, ma che per noi erano buonissimi.

Le bacche rosse del corniolo è un frutto che io classifico fra i dimenticati e forse anche da molti poco conosciuto: sono drupe che hanno la forma di una oliva piccola, di forma oblunga, di colore rosso scarlatto che vira quasi al bordeaux a completa maturazione ed hanno un unico nocciolo.

Quando i frutti sono maturi cadono a terra come le more del gelso per la gioia degli uccelli perché diventati più dolci.

Non essendo molto conosciuto non tutti sanno che le corniole sono un vero concentrato di vitamina C, contengono pectine, mucillagini, caroteni acidi organici  tali da costituire un rimedio naturale per le infezioni intestinali e sono, dalla notte dei tempi, impiegate in  fitoterapia grazie alle proprietà astringenti, mentre gli estratti della sua corteccia sono impiegati per curare in modo naturale gli stati febbrili.  

Quindi le proprietà terapeutiche del corniolo non riguardano il solo frutto, ma tutte le parti della pianta hanno qualche proprietà di utilizzo in farmacopia. I Serbo-Ortodossi considerano il corniolo una pianta sacra e mentre noi diciamo “Sano come un pesce” loro invece dicono “Sano come il corniolo”.

In cucina invece si presta per la preparazione di succhi molto vitaminici, liquori e marmellate che rimanendo un po’ acidule si accompagnano benissimo ai piatti di carne o con i formaggi.

Il legno di corniolo è il più duro presente in Europa ed in passato era utilizzato per la fabbricazione di elementi soggetti ad usura quale i raggi e i denti da ruota o per lavori al tornio,  attualmente viene usato per la produzione di pipe in quanto molto resistente alla combustione o per i bastoni da passeggio.

Personalmente sono una patita della saga di Harry Potter e non posso fare a meno di ricordare agli stessi patiti che anticamente era utilizzato per la produzione di “bacchette magiche” e che il corniolo è uno dei legni preferiti da Garrick Olivander, famoso fabbricante di bacchette che associa il legno di cornioloalle persone allegre e scherzose, anche se poi è la bacchetta che sceglie il mago.

Virgilio narra che il cavallo di Troia venne realizzato dai Greci col legno dei cornioli di un bosco sacro ad Apollo situato sul monte Ida come pure l’impugnatura della “sarissa”, la lancia  usata in battaglia dalla falange macedone.

Nel linguaggio dei fiori, il fiore di Corniolo significa “amore che sfida le avversità” e sono visti come simboli della crocifissione di Gesù.

Questo grazie ad una bella leggenda che narra che ai tempi di Cristo il corniolo era un grande albero, paragonabile alla quercia e considerata la robustezza del suo legno venne perciò utilizzato per la realizzazione della croce. Il corniolo era diventato tristissimo per essere stato scelto per un uso tanto crudele.

Visto il dolore e la pietà dimostrata dall’albero per le sofferenze di suo figlio, Dio gli disse: “Corniolo non crescerai più tanto da essere usato per fare le croci da supplizio. Da adesso in poi rimarrai sottile e contorto, ma i tuoi fiori saranno a forma di croce: due petali lunghi e due più corti, al centro del bordo esterno di ogni petalo ci saranno i segni dei chiodi e nel centro del fiore ci sarà una corona di spine”.

A dire il vero le leggende su questo alberello spaziano in tutte i tempi ed in tutte le culture.

Gli indiani Cherokee raccontano che i cornioli erano minuscoli esseri simili alle fate che vivevano nella foresta e il loro compito era quello di aiutare silenziosamente gli uomini ad imparare a vivere in armonia con gli alberi.

Erano spiriti molto protettivi specialmente nei confronti dei più deboli: bambini, anziani e malati e compivano in segreto azioni gentili nei loro confronti senza chiedere nulla in cambio.

Questo alberello è molto considerato nel mondo della magia e dell’esoterismo tant’è che viene utilizzato per il confezionamento di amuleti e talismani con il potere di capire da quale persona negativa o da quale situazione devi allontanarti.  

Si dice che un albero di corniolo sia una eccellente protezione se piantato intorno alla propria casa e quando ti senti particolarmente malinconico e hai voglia di piangere devi sfogarti  seduto sotto un corniolo perché ti aiuterà a far uscire il tuo dolore in modo più completo e ti farà stare meglio.

Non mi lascio condizionare da queste credenze anche se mi affascinano molto comunque  a Ca’ d’Adamo, oltre al maggiociondolo, ho voluto anche piantare un corniolo pur limitandomi ad utilizzarlo solo a scopi culinari o erboristici.

Oggi perciò ho raccolto il quantitativo di bacche per fare il liquore “corniolino” secondo la ricetta della Rosita.

Ne potevo raccogliere molte di più per fare la marmellata, ma è una preparazione un po’ laboriosa causa i nocciolini, mentre quella del  liquore è molto più semplice:

CorniolinoNDR; Ricette di preparati, infusi, decotti, marmellate etc.. etc… per uso alimentare vanno preparati da mani esperte e conoscitori di frutti, bacche, piante ed altri composti. Errate preparazioni ed errori nella raccolta possono nuocere alla salute. ES. Genziana, genzianella e similari….

Corniole mature: 300 gr

Alcool 95°: 300 gr

Acqua: 500 ml

Zucchero: 400 gr

Raccogliere le corniole, io scelgo quelle più rosse, lavarle e stenderle su un canovaccio per asciugarle. Metterle in un vaso di vetro con chiusura ermetica bene lavato ed asciugato e coprirle con l’alcool. Riporre il vaso al chiuso al riparo dalla luce e dal calore e lasciare in infusione per circa un mese. Trascorsi il periodo di infusione preparare lo sciroppo sciogliendo bene lo zucchero nell’acqua, farla bollire per qualche minuto e lasciarla raffreddare. In un contenitore capiente rovesciare l’infusione di corniole e alcool e lo sciroppo freddo, mescolare bene il tutto. Riempire le bottiglie con il liquido filtrato attraverso un colino a maglie fitte meglio attraverso garza sterile. In qualche bottiglia metto anche una cucchiaiata di bacche dell’infusione. Chiudere le bottiglie ed aspettare almeno qualche settimana prima di degustare il corniolino che avendo proprietà digestive è ottimo dopo un pasto sostanzioso.

Mia suocera, particolarmente parsimoniosa, non volendo buttare via le bacche, le scolava e poi le metteva in un altro contenitore di vetro con la grappa.

Sono felice di condividere con voi il procedimento per preparare questo ottimo liquore augurandomi che possa servire da incentivo per riscoprire quei doni della Natura un po’ dimenticati.

Buon Ferragosto a tutti!

Rita Ciampichetti 2023

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