Le zirudelle della Leggiadrina – 20 ed merz 1945

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Il vecchio essiccatoio, ora restaurato

2016/03/20, Vergato – Ritorna la Leggiadrina con le sue zirudelle nelle due versioni, dialetto di Orelia e la lingua corrente, dopo una pausa “tecnica”. Tradizione e memoria, cultura locale e divertimento si intrecciano in queste fantastiche storie che in molti casi, come questo, non hanno niente di fantasia ma sono resoconti dettagliati di eventi tristi o felici, cronache locali, le potremmo chiamare…

Anche questa volta consigliamo di leggere la versione dialettale “di corsa” e vedremo che il significato riappare senza leggere la versione in italiano.

Quella di oggi si riferisce ad un evento, guarda caso successo proprio il:
20 ed merz 1945

Zirudela d n’aveniment
che ench in gnera pôl fê content.
In t e’ noster borgh di Favê
avê in sti temp vést arivê
‘na vera ondeda de sfolà,
ai n’ è ed Saiver, ai n’è ed Vergà.
In cà nostra a i è dû zovanot,
che i vê a dormî in t’un staziot,
perché in sol dô stenzi da lèt
an è posebbel dormî  in sèt.
Po’ a i è ench onna fameja,
che da cà l’è scapà veja
e a questa i me’ genitor
a i ê dat e noster scador.
An è bèl, perché i so’ i mûr
pr’è grê fòmm i ê dventà scur,
ma in t’è camèi fôgh as pôl fê
per scaldes e fê da magnê,
po’ a i è e’ foren per e’ pê
e un cadèi  per lavês al mê,
per dormî e per magnê
a sé zercà d’arimediê,
acsè e’ scador l’è dventà
comme se fòss propri ‘na cà.
In t la fameja a i è i genitor
e dû fiô insemm a lor,
mê e la patoza avê età uguel
e e’ ragaz comme me’ fradel,
acsè insemm a pasê al giorned
e fê zôgh e ciacared.

Stanot, però, a i è quèl de strê:
mama la tê i dû cinno per mê,
e, a e’ lòmme ed ‘na candela,
a se svejja cô cautela
per di se cô nû a let ai tolê,
perché so’ mèder l’an sta bê,
e’ masti insemm a me’ fradel,
la patoza cô nû sorel,
ch’avê un let d ‘na piaza e mez.
Ai fê post e a la metê in mez,
da me’ fradel, ch’l’ha un canapè
û e va da cô e û e va da pè.

 

Stamattenna ed liveda
avê avò n’improviseda:
quand a s’êren adormentà
l’è ned ‘na bimba da sfolà!
A l’ê subètt  ciamà Mareja,
ch’ l’ è ench e’ nomm dla mama meja,
ch’ades as porta in t’e scador-câ
per fês vedder la nova arivà.
L’ha ‘na bela fazeina tonda
e, comme e’ sòl, lê l’è bionda
e l’ illomina ste’ post scur
che negher l’ha sufètt e mur,
e tôtt què denter e’ pêr piò bèl!
Sobbt ai Favê l’è cambià quèl:
a veddla i vê tôtt i abitent
e as sent redder e fê i coment,
e pêr d’eser in t n’etra tera
e che sparè seja la guera!
Incô à sê propi tôtt content
E, invezzi che di bombardament,
se scorr ed fâs e cuzandrela.
Tocch e dai la zirudela.
Leggiadrina

Questa volta Leggiadrina ci regala la sua voce che legge in originale la zirudella di oggi
 
 
 
20 marzo 1945

Zirudella di un avvenimento
Che anche in guerra può fare contenti.
Nel nostro borgo dei Favari
In questi tempi abbiamo visto arrivare
Una vera ondata di sfollati,
ce ne sono di Salvaro, ce ne sono di Vergato.
In casa nostra ci sono due giovanotti
che vanno a dormire in una stanzina,
perché in due sole stanze da letto
non è possibile dormire in sette.
Poi c’è anche una famiglia,
che da casa è scappata via
e a questa i miei genitori
hanno dato il nostro essiccatoio.
Non è bello, perché i suoi muri
per il gran fumo sono diventati scuri,
ma nel camino si può fare fuoco
per scaldarsi e far da magiare,
poi c’è il forno per il pane
e un catino per lavarsi le mani,
per dormire e per mangiare
si è cercato di rimediare,
così l’essiccatoio è diventato
come se fosse proprio una casa.
Nella famiglia ci sono i genitori
e due figli insieme a loro,
io e la bambina abbiamo età uguale,
e il bambino come mio fratello,
così passiamo insieme le giornate
a fare giochi e chiacchierate.

Stanotte, però, c’è qualcosa di strano:
mamma tiene i due bambini per mano
e al lume di una candela,
ci sveglia con cautela
per dire se li prendiamo a letto con noi,
perché la loro madre non sta bene,
il maschio insieme a mio fratello
e la bambina con  noi sorelle
che abbiamo un letto di una piazza e mezzo.
Le facciamo posto e la mettiamo in mezzo,
da mio fratello, che ha un letto ad una sola piazza,
uno va con la testa dalla parte dove l’altro ha i piedi.

Stamattina appena alzati abbiamo avuto una sorpresa:
quando eravamo addormentati
è nata una bambina dagli sfollati!
L’hanno subito chiamata Maria
che è anche il nome della mia mamma,
che adesso ci porta nell’essiccatoio-casa
per farci vedere la nuova arrivata.
Ha una bella faccina tonda
e, come il sole, lei è bionda
e illumina questo posto scuro
che nero ha il soffitto e muri,
e tutto qui dentro sembra più bello!
Subito ai Favari è cambiato qualcosa:
a vederla vanno tutti gli abitanti
e si sente ridere e fare commenti,
sembra di essere in un’altra terra
e che sparita sia la guerra!
Oggi siamo proprio tutti contenti
E invece che di bombardamenti,
si parla di fasce e portainfante.
Tocca e dai la zirudella.
Leggiadrina

 

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