La direttissima Bologna – Firenze. Storie di ferrovie 11°: La più grande opera della “Direttissima” ha la possibilità di eliminare i ritardi..

2019/10/17, Vergato – Continua il viaggio “sulla ferrovia” con “Una linea madre”, si ritorna a parlare della Ferrovia Porrettana da Bologna a Porretta e Pistoia, la linea della Valle del Reno. La più grande opera della “Direttissima” ha la possibilità di eliminare i ritardi.. vediamo come!

Esce a puntate il mercoledì.

Il problema delle precedenze dei treni sulla direttissima s’impose, può dirsi, sin dall’inizio degli studi della stessa, e fu, come tutti gli altri ad essa connessi, genialmente e felicemente risolto.
La grande galleria per la sua lunghezza ha obbligato a tenere distanti fra di loro circa 20 Km. le stazioni attigue ai suoi imbocchi, mentre nei due tratti di accesso ad essa la distanza fra stazione e stazione è quasi costante
e di circa 10 Km.
Anche nel caso più comune, cioè quello di servizio normale a doppio binario, sarebbe stato di grave incaglio alla circolazione dei treni mantenere il tratto di linea interno alla galleria, senza la possibilità di effettuare la precedenza di un treno su un altro.
Difatti il tempo minimo di sosta di un treno, che deve cedere il passo a un altro successivo nella stazione dove avviene la fermata, è determinato dalla percorrenza di quest’ultimo per superare la distanza minima consentita dal
blocco nei due tratti contigui, precedente e seguente, la stazione di precedenza. Tale tempo dipende soltanto dalla velocità del treno che segue il primo e che questo deve precedere, e dalla lunghezza delle due sezioni di blocco interessate. Nel caso di un treno rapido a 100 Km. l’ora e con distanza di ogni sezione di blocco di. 5 Km. circa, il tempo considerato raggiunge i 6 minuti.
A tale tempo di sosta occorre però aggiungere il maggior ritardo per il treno che deve cedere il passo, corrispondente alla differenza di percorrenza fra i due treni nel tratto compreso tra due stazioni di precedenza. Tale differenza, che è nulla soltanto nel caso di orari paralleli, cioè con uguale velocità media di marcia, aumenta con la differenza di velocità dei due treni e con la distanza tra le due stazioni.
Così è sorta la più caratteristica opera nei riguardi dell’esercizio della direttissima: e cioè la stazione delle precedenze funzionante nel seno della grande galleria, capace del ricovero di treni per entrambi i sensi di marcia non solo, ma che rende possibile anche il passaggio diretto, e cioè senza manovra di retrocessione, dal binario normale a quello illegale per il caso di esercizio provvisorio a semplice binario.
Come si vede dalle figure, una seconda galleria a forma di sinusoide, interseca con il suo flesso la galleria principale contenente l’asse dei binari destinati alla precedenza dei treni, uno per ogni senso di marcia. (15)

La stazione è adibita esclusivamente alle precedenze dei treni e non ha perciò abilitazioni al servizio pubblico. Ai lati dei binari di precedenza è ricavata una banchina per eventuali comunicazioni fra il personale dei treni ricoverati su ciascun binario e il personale di stazione. In corrispondenza dell’ufficio movimento la canna del sotterraneo si allarga in una grande camera con altezza massima di m. 8.80 sul piano del ferro, nella quale sono sistemati gli allacciamenti fra i binari di corsa e gli accessi ai due binari di precedenza.
Le manovre si eseguono con apparati centrali elettrici e gli impianti relativi sono del tutto analoghi a quelli delle altre stazioni allo scoperto. (16)
VELOX

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    Tratto da; Supplemento speciale della Tecnica Professionale, pubblicato a cura del Collegio Nazionale degli Ingegneri Ferroviari Italiani col concorso dell’Amministrazione delle Ferrovie dello Stato. ANNO XII. Documentazione originale dall’archivio privato di Renzo Moschieri per gentile concessione.

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