Rita Ciampichetti – I fiori della primavera: la margherita

2022/04/11, Vergato – I fiori della primavera: la margherita

Ho serbato per ultimo il fiore della primavera a me più caro: la margherita.

“Ovviamente!” direte, ti chiami Rita che è un diminutivo di Margherita, ma non è questo il motivo, quei piccoli fiori con il cuore giallo contornato da tanti petali bianchi spesso sfumati di rosa che, appena spunta il sole, si aprono colorando i prati, hanno sempre suscitato in me molta allegria e, nella loro semplicità, è a mio parere uno dei fiori più belli donati dalla Natura.

In realtà poi se ti documenti sulle caratteristiche botaniche tanto semplice non lo è, infatti la margherita fa parte della famiglia delle asteracee, esteso gruppo di circa 20 mila piante composite che sono tra i generi di piante più evolute esistenti in natura. Anche il suo nome botanico completo è complicato: Chrysanthemum leucanthemum, ma oggi, fra le tante margherite composite, parleremo della Bellis perennis, vale a dire della nostra margheritina dei prati che molti chiamano anche “pratolina”.

Il nostro fiorellino ne ha fatta di strada prima di venire a colonizzare gli italici prati, infatti proviene dal lontano Tibet e il nome “margherita” in tibetano ha diversi significati: infatti indica la vita che rinasce, la perla ed anche la capanna per la sua forma circolare.

Per il nome scientifico “Bellis perennis”  invece ci sono diverse interpretazioni.

Potrebbe trarre origine da Bellide, una delle cinquanta terribili figlie del re di Libia Danao chiamate Danaidi, per altri invece potrebbe derivare da bellum, in latino  guerra, in quanto si riteneva che la margherita possedesse la virtù di guarire le ferite riportate in battaglia, probabilmente invece deriva da bellus che sempre in latino significa bello e grazioso e mi sembra più consono alle caratteristiche di questo fiore.

Una antica  leggenda invece narra che Bellis, incantevole figlia del dio celtico del sole Beleno detto anche Belus, si innamorò perdutamente di un comune mortale. Il ragazzo era cosciente dall’enorme differenza che c’era fra i due e della sua inferiorità umana e temeva che prima o poi sarebbe successo qualcosa che avrebbe guastato questo idillio. Infatti capitò che un giorno, il dio della Primavera vide Bellis che danzava per il suo compagno mortale. Il dio se ne invaghì a tal punto che la volle strappare dalle braccia dell’amato.

L’uomo si scagliò come impazzito contro il rivale e i due iniziarono a combattere ferocemente: il dio per prendere Bellis e l’uomo per non lasciarsi strappare il suo amore.

Bellis alla vista di tanto strazio e spaventata da tanta violenza non poté resistere e si trasformò in una timida margherita.

Un’altra leggenda celtica invece narra che gli dei avevano sparso a terra le margherite, simbolo di innocenza, per alleviare il dolore ai genitori dei bambini morti durante il parto.

In lingua inglese la margherita è daisy che deriva da “day’s eye”, occhio del giorno, infatti una delle caratteristiche di questo fiore e che chiude i petali al tramonto del sole per riaprirli al mattino quando risorge, invece in lingua scozzese  la margherita è chiamata bairwort che vuol dire “erba dei bambini” in quanto è usanza per i bimbi scozzesi, all’arrivo della bella stagione, fare delle bellissime ghirlande di margherite. Nei paesi anglosassoni si pensa che finalmente la primavera sia arrivata solo quando si riesce a calpestare almeno dodici margherite di fila in un prato.

Una tradizione antica di questi paesi è quella di  regalare una margherita quando si vuole confidare un segreto che non si riesce più a tenere per sé. Se però la piantina viene donata ad un’altra persona allora significa che il segreto è stato svelato.

In lingua tedesca  è conosciuta come “marienblumchen”, cioè fiorellino di Maria, perché una leggenda vuole che la Madonna si punse un dito mentre cuciva e il suo sangue tinse le punte dei petali delle margherite.

Nella tradizione cattolica questo fiore è il simbolo della bontà d’animo associato alla Madre di Dio. Una simpatica leggenda racconta che un Angioletto fu incaricato di raccogliere in un sacco tutti i fioretti fatti dai bambini buoni e dedicati al Bambino Gesù e di consegnarli al destinatario.  l’Angelo era alla sua prima missione ed anche un po’ distratto, finito il lungo giro si innalzò in volo per la consegna definitiva, ma ahimè non si era accorto che in fondo al sacco c’era un buco e che stava perdendo lungo il percorso tutti  i fioretti che spargendosi per terra però miracolosamente si trasformarono, riempiendo tutti i prati, di splendide margheritine.

Invece un altro racconto narra che i Re Magi, quando la stella cometa si fermò sul cielo di Betlemme, non riuscivano comunque ad individuare Gesù Bambino, chiesero allora un nuovo aiuto dal cielo e videro spuntare moltissime piccole margherite bianche nei pressi di una misera stalla, riconobbero nel fiore la somiglianza con la stella cometa che li aveva guidati fino a lì e capirono di avere finalmente trovato il Salvatore.

La margherita è un fiore che nel corso del tempo ha assunto diversi significati, ma sempre positivi e di buon auspicio ed è stato utilizzato per palesare sentimenti, stati d’animo, intenzioni.

Nell’antica Roma si esponevano le margherite come amuleti contro la sfortuna e per allontanare il  malocchio.

In epoca medievale la margherita denotava la capacità di sapere aspettare con pazienza e quindi veniva data per chiedere un momento di riflessione prima di una scelta importante. Quando si donava ad un’altra persona una margherita voleva dire “non ho ancora deciso, ci devo pensare, abbi pazienza”. Le damigelle di un tempo indossavano ghirlande di margherite o si intrecciava i capelli con questi fiori ma a seconda della zona di provenienza o dell’epoca storica poteva significare che erano ancora indecise se accettare o meno  la corte di uno spasimante, che erano ancora libere da impegni sentimentali oppure esattamente il contrario.  Ai tempi dei tornei per dimostrare il proprio amore una dama cingeva lo scudo del proprio cavaliere preferito con le margherite.

Nel linguaggio dei fiori la  margherita è simbolo di purezza, di candore, semplicità e modestia, dell’amore fedele e della pazienza, indica anche l’innocenza vera, cioè quella ancora incontaminata e quindi libera dal peccato e dalla corruzione. Per tale motivo  alcune opere d’arte sacra del periodo medioevale raffiguranti Gesù Bambino e la Madonna hanno sullo sfondo delle margherite bianche.

In alcuni paesi si usava regalare le margherite alla novella sposa come augurio di rimanere incinta subito, ricordiamo che a quei tempi la funzione principale della donna era quella di una abbondante produzione di eredi, oggi sono regalate invece alla neo-mamma in occasione della nascita del bambino.  

Le proprietà curative della margherita sono conosciute fin dai tempi più antichi basta dire che i chirurghi al seguito delle legioni romane, prima delle battaglie e se la stagione lo consentiva,  mandavano gli schiavi a raccogliere notevoli quantità di margherite fresche che venivano strizzate. Con il succo ottenuto venivano inzuppate le bende che sarebbero poi state utilizzate per curare le ferite provocate dalle armi da taglio poiché il liquido aiutava la rimarginazione avendo un discreto potere cicatrizzante.

Infatti tra le sostanze presenti nella margherita ci sono le saponine e quindi assomiglia un po’ all’arnica per l’effetto che ha sulle infiammazioni, le foglie e i fiori pestati possono essere applicati sulla pelle in caso di eruzioni, arrossamenti, foruncoli e ascessi, mentre in infusione sono un ottimo rimedio contro l’ipertensione.

Contiene inoltre i tannini che hanno proprietà astringenti e oli essenziali con proprietà disinfettanti e possiede anche proprietà lassative grazie alla presenza di resine vegetali.

In passato è stata considerata un rimedio eccellente per alleviare i sintomi della pertosse, dell’asma e come rilassante e calmante, mentre nel XVI secolo era considerata un rimedio per la gotta, malattia molto diffusa tra le persone di ceto elevato per l’esagerato consumo di carne.

Le cronache del tempo narrano che il famosissimo re di Inghilterra Enrico VIII Tudor, per intenderci quello che per sposare Anna Bolena operò lo scisma dell’Inghilterra dalla chiesa di Roma, mangiasse piatti a base di margherite per fare cessare i dolori di stomaco provocati dall’ulcera.

La nostra margherita viene utilizzata anche in cosmetica per il suo effetto decongestionante e l’olio ottenuto dalla macerazione dei fiori ha un efficace effetto rassodante e tonificante per le zone del corpo che diventano critiche con in passare degli anni rafforzando la tonicità della pelle ed agendo beneficamente sul sistema della circolazione capillare.

Un’altra curiosità è che questo fiore non è molto gradito agli animali che la sdegnano come cibo, forse per questo ce ne sono tante nei prati,  il liquido ricavato dalla sua macerazione può essere utilizzato come antiparassitario.

“Sfoglio questa margherita, studio la sua vita

Per sapere se mi ama o non m’ama”

Cantava la splendida Milva nel lontano 1968, certo perché la margherita è un fiore intimamente legato al sentimento dell’amore. “Ma non è la rosa?”. Certamente la rosa, specialmente quella rossa, è da sempre simbolo dell’amore, ma quello passionale, quello dichiarato, invece la timida margherita è quel fiore che custodisce il segreto di un amore non ancora palesato, ma sperato, di un amore che non si sente ancora sicuro  e il nostro fiore coraggiosamente si sacrifica lasciandosi spogliare da suoi petali per consentire le nostre previsioni d’amore.

Infatti, come tutti sapranno, la tradizione popolare dice che sfogliando uno per uno i petali del fiore e recitando  ad ogni petalo la formula “m’ama, non m’ama” pensando al proprio amato, si otterrà alla fine dei petali la sentenza definitiva sul futuro di quell’amore.

Da ragazzina questo gioco lo facevo non con le pratoline ma con quelle belle margherite grandi che assieme ai papaveri ed ai fiordalisi allietavano e riempivano di colore i campi del grano prima dell’utilizzo dei diserbanti.

Le origini di questo rito viene fatto risalire ad una storia del 1200 che riguarda Margherita di Provenza, regina di Francia moglie di Luigi IX che venne fatto prigioniero dai Saraceni. Si narra che a Margherita venne donato un fascio di margherite e lei iniziò giorno dopo giorno a staccarne i petali sperando e pregando nel ritorno del marito. Quando finalmente Luigi fu liberato, Margherita gli consegnò i petali che aveva strappato e tenuto da parte per testimoniare tutto il suo amore e la sua fedeltà.

Le ragazze bolognesi di un tempo, diciamo un po’ meno poetiche e più concrete sfogliavano ad uno a uno i petali della margherita recitando nel nostro bel dialetto purtroppo destinato all’estinzione:


“Al m in vôl es an m in vôl

 Al m’âma es an m à int al côr

 Pôc, purasè, acsé acsé, am minciåńna”

Mentre “Stèr a dsfujèr la margarétta” veniva detto quando si aveva la sfortuna di avere un fidanzato un po’ restio a decidersi per il matrimonio e che teneva sulle spine la povera ragazza che sentiva passare inesorabilmente gli anni.

Purtroppo una volta arrivare vicino ai trenta anni senza essere convolata a nozze si otteneva l’indesiderato cartellino di  “zitella”, oggi a quella età si è appena superato il periodo adolescenziale.

La margherita ha ispirato nel tempo artisti, pittori, scrittori, poeti e concludo perciò il racconto con questi versi del grande poeta portoghese Fernando Pessoa che rendono bene l’emozione che può suscitare questo piccolo fiore della primavera:

“Dolce è la vita, ma che un’altra

migliore ce ne sia, lo è ancor di più.

È come una margherita fra le erbacce:

la scorgi, e l’intera campagna si abbellisce”

Rita Ciampichetti, 04/2022

WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella privacy policy.<br>Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera,<br>acconsenti all'uso dei cookie.<br> Maggiori informazioni

Dati personali raccolti per le seguenti finalità ed utilizzando i seguenti servizi

  • Statistica - Wordpress Stat
    Dati Personali: Cookie e Dati di utilizzo
La privacy policy completa può essere consultata alla pagina dedicata.

Chiudi