Rita Ciampichetti – Quando in casa volavano…. le ciabatte

2022/12/04, Vergato – Quando in casa volavano…. le ciabatte!

A dire la verità sono stata molto indecisa se scrivere o meno questo ricordo.

Il timore di scatenare una accesa discussione sul valore educativo dello “sculaccione”  mi ha molto inibita riguardo tale argomento, ma è anche vero che la mia infanzia e adolescenza l’ho vissuta negli anni in cui un genitore non si faceva poi tanti scrupoli sull’utilizzo di  quelle punizioni fisiche che  oggi, a seguito di approfonditi studi,  sono state fortunatamente etichettate come inutili e fortemente diseducative.

Non ho vissuto in epoca Vittoriana in cui le angherie nei confronti dei bambini sono state descritte con dovizia di particolari nei racconti di Dickens, però la scena di me che corro attorno alla tavola della cucina inseguita da mia madre urlante: “Ho impiegato nove mesi a farti ed in cinque minuti ti disfo!” l’ho bene impressa in mente, compresa la ciabatta volante per la stanza che, forse per la prontezza di riflessi di allora, regolarmente mancava il bersaglio andando a colpire punti imprecisati della stanza.

Molti della mia età penso che si rivedranno in questa scena, allora bastava veramente poco per buscarsi uno scappellotto a cui il genitore dava purtroppo un elevato valore educativo.

Vale la pena ricordare la tradizione romana durante le esecuzioni dei condannati a morte dallo Stato Pontificio. Era usanza che a questi macabri spettacoli accorresse numerosa gente e che gli uomini portassero con sé anche i figli maschi. Nel preciso momento in cui il condannato subiva l’esecuzione il padre mollava un sonoro schiaffone al pargolo come preventivo avvertimento a filare sempre dritto e a rispettare la legge.

A quei tempi i genitori erano profondamente convinti che la punizione corporale ci avrebbe fatto crescere educati e rispettosi e che il timore di “buscarle” sarebbe stato un deterrente dal compiere cattive azioni.

Veramente le birichinate le facevano ugualmente perfettamente consapevoli del possibile castigo, se le “prendevamo” beh pazienza!

Mia mamma, più nervosa e meno paziente del babbo, era di mano facile, c’è anche da dire che a volte ero molto cocciuta e la provocavo rispondendole.

Da mio padre le ho prese solo una volta, a sei anni e la ricordo ancora la classica sculacciata sulle sue ginocchia, ma il motivo era grave.

Abitavamo ancora a Porretta Terme e un giorno, di nascosto, avevo preso i fiammiferi ed ero andata a giocare nel mio posto preferito, dalle conigliere. Naturalmente volli accendere il fuoco e incendiai il  pagliaio, per fortuna il babbo era a casa e riuscì a spegnerlo prima che si propagasse alla gabbia dei conigli. Non ci sono state tante spiegazioni, ma una sonora sculacciata e alla fine un lapidario ordine: “I fiammiferi non si toccano più!”.

Allora era così, babbo e mamma non stavano ore a spiegarti le motivazioni dei comportamenti richiesti, erano di una chiarezza esemplare: “Si fa” “Non si fa” “Sì” “No” e alla domanda “Ma perché?” “Perché lo dico io!” e tu pensavi “Diventerò grande e potrò fare quello che voglio!”… pia illusione.

A quei tempi anche a scuola succedeva che alcuni insegnanti impartissero punizioni fisiche agli alunni indisciplinati, questa esperienza fortunatamente non l’ho vissuta perché ho avuto maestre molto comprensive.

Negli anni successivi studi e ricerche hanno dimostrato che le punizioni fisiche non hanno utilità pedagogica, ma sono solo uno sfogo violento dell’adulto alla propria rabbia e frustrazione, tant’è vero che in molti Paesi  hanno emanato leggi che condannano le punizioni fisiche dei genitori anche all’interno delle mura domestiche.

Alcune ricerche hanno evidenziato come le “sculacciate” possono causare aggressività, problemi di natura comportamentale, sviluppo di ansia ed anche difficoltà di apprendimento a scuola.

Quindi i nuovi metodi educativi per correggere i comportamenti scorretti dei propri bambini puntano sul lodare i loro comportamenti corretti affinché siano stimolati a comportarsi bene per cercare approvazione e riconoscimento da parte di babbo, mamma,  è poi opportuno  prevenire l’insorgere di possibili capricci e dare regole chiare e non contrattabili.

Ma se nonostante tutto questo di fronte a quel capriccio lungo e interminabile che solo la caparbietà di un bambino riesce a creare, non riesci a resistere al pizzicore alle mani, perdi il controllo e parte la sculacciata?

Gli esperti allora consigliano ai genitori di scusarsi in modo da fare riconoscere al bambino di aver esagerato fino al punto di avere fatto perdere il controllo all’adulto.

Dimentichiamoci allora il noto proverbio napoletano “Mazz’ e panell’ fanne ‘e figli bell, panell’ senza mazz fann e’ figl pazz” (1), però sinceramente mi sorge spontanea una considerazione.

I nostri genitori ci hanno cresciuto in un equilibrio di amore e severità che ha implicato anche qualche sonoro scappellotto, però ci hanno inculcato  il rispetto delle persone e delle cose, il principio che dalla vita non si può avere tutto e che occorre avere la forza di andare comunque avanti, ci hanno fornito un chiaro codice di interpretazione del bene e del male e i relativi corretti comportamenti e per questo tipo di educazione sono loro grata anche se ogni tanto me le hanno suonate. 

A conclusione vi racconto il motivo che mi ha poi spinto a scrivere questo ricordo.

Navigando in rete alla ricerca di argomenti sulla mitologia greca, ho visto una immagine che mi ha incuriosito: un antico vaso greco risalente al 360 a.c. in cui è rappresentata la dea Afrodite, per i Romani Venere, con un sandalo in mano intenta a colpire suo figlio Eros, sempre per i Romani Cupido.

Mi sono detta “Ma guarda! Allora l’utilizzo della ciabatta come strumento educativo ha origini lontane, addirittura lo conoscevano anche gli antichi Greci!”

Dopo altre ricerche in realtà sembra che nella mitologia greca Afrodite fosse una patita di “ciabatte volanti” utilizzate per punire il figlio Eros.

Perché?

Le Argonautiche di Apollonio Rodio raccontano della “disperazione” di Afrodite nei confronti di suo figlio Eros, troppo irrequieto e incontrollabile tanto da chiedere ad altre due dee, Hera e Atena, di provare a parlare con Eros perché lui non faceva altro che mancarle di rispetto e provocarla, ma le due dee alzarono le mani.

Per questo vi sono altre numerose rappresentazione della dea con il sandalo in mano intenta a colpire il proprio figlio Eros che non dimentichiamo nella religione greca è il dio dell’amore fisico e del desiderio.

Quante ciabatte sono volate in casa nel corso dei successivi secoli per questioni d’amore? Penso tante, ma questo mito antico vuole confermare due principi certi: il primo che nessuno può impedire e controllare l’Amore, il secondo che il mestiere di genitore è sempre stato il più difficile al mondo.. anche per gli dei!

(1) “Mazziate e panelle fanno i figli belli, panelle senza mazziate fanno i figli pazzi”.

Rita Ciampichetti 2022

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