Il funerale di suor Beniamina Borsani Superiora dell’Asilo infantile Burdese

2014/11/29, Vergato – Ritornato alla ribalta della cronaca per le recenti “voci” di una dismissione o meglio permuta dell’edificio con un lotto di terreno su cui costruire il nuovo polo scolastico, l’Asilo Infantile Burdese ci manda una storia o meglio una serie di storie raccolte sapientemente da Enrico Carboni e che tentano di darci risposte.

Chi era la suora del funerale?

Asilo Infantile Burdese? Cosa significa e chi era costui?

Il funerale di suor Beniamina Borsani Superiora dell’Asilo infantile Burdese di Vergato per 51 anni (dal 1901 al 1952)

01 Valorosi Bruno Funerale 1952 copiaFoto 1. Il funerale di Suor Beniamina Borsani, superiora dell’Asilo Burdese in Vergato (1952)

La foto documenta il funerale di Suor Beniamina Borsani, superiora dell’Asilo infantile Burdese di Vergato, avvenuto nel giugno del 1952. Il paese si presenta ancora, per quanto è possibile vedere, con le ferite della guerra. Il comune è stato appena ricostruito, la chiesa non ancora (il funerale si presume sia diretto nella chiesa provvisoria allestita nella grande loggia della casa Marchi-Bontà, in Via Cavour, dove peraltro si trovava anche l’asilo infantile in attesa del nuovo; la casa di “Catullo” non è stata ancora ricostruita, le altre case della piazza che si vedono sono state in qualche modo rese abitabili. Il funerale è imponente benché se ne veda solo una parte: davanti  i ragazzi e le ragazze delle elementari in grembiule nero e colletto bianco, poi i bambini dell’asilo (i primi due che si tengono per mano, sono Guido, che purtroppo non c’è più e Bruno Valorosi, proprietario della foto), poi il feretro preceduto dai parroci, Don Enzo Pasi, Don Anselmo Cavazza ed il Cappellano Don Attilio, circondato dalle suore dell’asilo e da quelle dell’ospedale, quindi i carabinieri e le autorità e tanti vergatesi e grandi corone di fiori come usava un tempo. D’altra parte se Suor Beniamina è stata superiora dell’asilo infantile Burdese per 51 anni ed ha quindi passato buona parte della sua vita a Vergato, quante generazioni di bambini, di madri e di padri l’avranno conosciuta e ne avranno apprezzato le qualità e le doti!

02_Foto 1952 copia

 

Foto 2. Il santino ricordo di Suor Beniamina Borsani, superiora dell’asilo di Vergato per 51 anni.

 

 

OLYMPUS DIGITAL CAMERAFoto 3. La lapide dei benefattori vergatesi dell’Asilo Burdese ed in alto il ricordo della madre superiora, per oltre cinquanta anni, Suor Beniamina Borsani.

Partendo da questa triste circostanza allarghiamo il campo ad altre considerazioni ad essa collegate e cerchiamo di ricostruire la storia dell’Asilo Burdese e della famiglia Burdese che tanta parte ha avuto nella sua costruzione.

Nel 1901 era dunque già operativo a Vergato l’Asilo Infantile Burdese, come confermato anche dalla G.U. del Regno d’Italia del 19 Ottobre 1898, N. 242, cioè tre anni prima, che certifica che l’Asilo infantile Burdese, in Vergato, viene eretto in Ente morale e ne viene approvato lo Statuto organico.

Condizione questa necessaria per legittimare la gestione dell’asilo in capo ad una Congregazione di carità come era previsto allora, a norma della legge statale intervenuta il 17 luglio 1890, n. 6972 sulle istituzioni pubbliche di beneficenza. La congregazione di carità era un ente morale sostenuto con donazioni e lasciti; curava gli interessi dei poveri e ne assumeva la rappresentanza legale davanti all’autorità amministrativa e giudiziaria; amministrava i beni che le erano assegnati; assisteva e curava gli orfani e i minorenni abbandonati, i ciechi e i sordomuti poveri e si occupava degli asili. Fonte e sostentamento dell’istituto erano le somme assegnate da enti pubblici (comune, istituti di credito) e le rendite dei beni donati da privati.

La gestione della congregazione era affidata a un consiglio di amministrazione, composto da un presidente e da un numero variabile di componenti eletti dal consiglio comunale, in parte al proprio interno, e disponeva di un segretario e di un tesoriere per la gestione  della corrispondenza e della contabilità. Lo strumento regolatore dell’attività era lo statuto organico.

Non è dato sapere dove l’Asilo infantile Burdese avesse sede, di certo si trattava di una sede provvisoria e inadeguata, se un benefico cittadino di Vergato, Antonio Burdese, lascia morendo nel 1895 la somma di lire 10.000 per la costruzione di un asilo nuovo a Vergato ed un capitale di lire 15.000 per il suo mantenimento.

Vediamo ora di ricostruire, per quanto è possibile, il rapporto della famiglia Burdese con l’Asilo e con Vergato.

OLYMPUS DIGITAL CAMERAFoto 4. Il busto di Antonio Burdese “benefico Vergatese”, posto nell’atrio dell’asilo attuale.

La famiglia Burdese, proveniente dal Piemonte, si insedia a Vergato nella seconda metà dell’800, divenendo proprietaria della filanda dei Serrini. Già di proprietà del conte Ferdinando Zucchini nel 1880 fu acquistata dai fratelli(?) Antonio e  Giovanni Battista Burdese in società con i fratelli Bonino, dando vita alla ditta Burdese – Bonino che gestì in quegli anni anche il mulino dei Serini con una ventina di operai tra i quali 5 mugnai.

Nel 1881  il mulino, alimentato da una turbina di 180 cavalli-forza e da un motore sussidiario a vapore di 60 cavalli, fu trasformato a sistema Ganz, con 24 coppie di cilindri rigati e con 8 coppie di cilindri di porcellana (sistema Wegmann ), con una capacità produttiva di 550/ 600 quintali di buonissima farina molto ricercata.

Questa capacità di innovazione nel settore della macinazione delle granaglie ebbe riconoscimenti a livello nazionale. Nel 1884 il Mulino Burdese-Bonino partecipò con i suoi prodotti all’Esposizione  Generale Italiana in Torino risultando premiato con la Medaglia d’oro.

05- Molino dei Serrini 1920 copiaFoto 5. Il mulino dei Serrini in una foto del 1920 (da Ricordi di Vergato-1990)

Parallelamente, nella filanda della canapa, lavoravano circa cento donne sotto l’impulso delle  quali si costituì nel 1880 la prima Lega Femminile delle Tessitrici, che contò fino ad una novantina di aderenti e che costituì  un’eccezionale esperienza di cooperazione per la montagna bolognese di quel periodo. (da: Dalle radici ad una nuova identità a cura di  Eloisa Betti e Carlo De Maria – 2014)

Un polo produttivo, si direbbe oggi, di assoluto interesse per quei tempi e la cui importanza per l’economia del paese si poté misurare nel 1913 quando, rimasto in mano ai fratelli Bonino, fece fallimento e tutti gli operai e le operaie furono licenziati mettendo in crisi moltissime famiglie vergatesi e l’economia dell’intero paese. (da: Vita di militante di  Arturo Colombi – 1975)

06- Molino e filanda 1918 copiaFoto 6. Il mulino e la filanda dei Serrini in una foto del 1916 (dal Ricordi di Vergato-1990)

Nel 1884 Giovanni Battista Burdese di Vergato, come risulta dalla G.U. del Regno di Italia, viene insignito del  titolo di Cavaliere di Malta per i suoi meriti imprenditoriali, per cui si deve ritenere che abiti già stabilmente a Vergato e abbia già costruito e quindi risieda nel  “Villino Burdese” (poi Piccinelli, oggi Fini).

Cerchiamo ora di analizzare il rapporto della famiglia Burdese con l’asilo che da allora ne porta il nome e quando questo venne costruito. Abbiamo visto che Antonio Burdese morendo nel 1895 lascia 10.000 lire per la costruzione di in asilo e il capitale di 15.000 per il suo mantenimento.

Ma c’è dell’altro, Paolo Guidotti nel suo libro Vergato-1985, ci racconta un altro aspetto di questo rapporto che è determinante per farci capire quando e come  l’asilo viene costruito; Giovanni Battista Burdese (fratello del sopranominato Antonio?) lascia morendo sempre in quegli anni, la sua villa (villino Burdese), che abita negli ultimi anni di vita, in usufrutto al figlio Giovanni e in proprietà al nipote Ercole. Questi, (figlio e nipote) che in quegli anni, sulla fine dell’800 evidentemente non abitano più a Vergato, la offrono, per un prezzo ritenuto di favore (12.000 lire), al Comune per veder sorgere in essa l’asilo, patrocinato quindi anche da Giovanni Battista oltre che da Antonio col suo lascito. Insomma la famiglia Burdese che alla fine dell’800 non ha più interessi a Vergato (a quella data il mulino e la filanda risultano di proprietà dei fratelli  Bonino ai quali i Burdese hanno venduto la loro quota), e non risiede più nel Villino Burdese, vuole comunque rispettare le volontà espresse dalla famiglia circa la realizzazione dell’asilo. Intralci burocratici mandano però a monte la trattativa col comune e il fatto fa nascere molti commenti malevoli nei confronti del Sindaco, che allora era Gaetano Ronzani, al punto che nel 1899 con un foglio a stampa, è costretto a chiarire le ragioni del fallimento della trattativa e a dimostrare la correttezza sua e dell’amministrazione. Questo serve a noi per dire con certezza che nel 1899 l’asilo nuovo non poteva ancora esserci se si stava trattando per realizzarlo dentro al Villino Burdese; ma che ormai i tempi erano maturi per procedere alla sua costruzione. La polemica intervenuta avrà  accelerato i tempi, giacché la costruzione avverrà  nel finire dello stesso anno (1899) o più credibilmente l’anno dopo, nel 1900. Suor Beniamina arriverà probabilmente nell’asilo nuovo appena costruito, l’anno dopo, nel 1901 (1952 – 51 = 1901), assieme alle consorelle della Piccola Casa della Divina Provvidenza di Torino che gestiranno l’Asilo fino al 1947, anno di arrivo delle suore  Minime dell’Addolorata .

Dalle due cartoline che seguono possiamo ricavare ulteriori elementi che assieme a quanto raccontato da Paolo Guidotti, ci consentono di affermare che l’Asilo Burdese viene costruito nell’anno 1900.

07 - Asilo appena costruito - 1900 copiaFoto 7. Cartolina viaggiata nel 1900 e che mostra l’Asilo appena finito(da Ricordi di Vergato-1990)

La prima, viaggiata il 23. 12 .‘900, documenta che l’Asilo infantile, posto di fronte alla residenza dei Burdese (Villino Burdese), probabilmente su terreno di loro proprietà e certamente utilizzando il lascito di Antonio, è già costruito. Appena costruito, al punto che la didascalia della foto non ne da conto, mentre nella seconda viaggiata nel 1902  l’Asilo Infantile Burdese che nel frattempo si è arricchito di un muretto di recinzione, diviene l’oggetto principale della cartolina. (vedi didascalia).

08 - 1902 copiaFoto 8. L’asilo Burdese nel 1902 con il muretto di recinzione, a fianco il villino Burdese

 

 

 

09 primo '900 copiaFoto 9. Cartolina analoga alle precedenti con identico punto di ripresa stesso periodo e con gli stessi edifici in evidenza. La novità è data dal fatto che la grande piazza del mercato è diventata piazza d’armi per le esercitazioni dell’esercito regio che in quegli anni e per molti anni a seguire, svolgerà a Vergato campi estivi e invernali con grandi presenze di Ufficiali e militari di truppa. (da Ricordi di Vergato-1990)

 

10 - 1918 accampamento copiaFoto 10. Cartolina viaggiata nel 1918 raffigurante l’accampamento militare in località “Palazzina” visto dal ponte dell’America. Dal numero delle tende si può immaginare il grande numero di militari presenti. (da Ricordi di Vergato-1990)

Facciamo un salto di circa 20 anni e prendiamo in esame le 2 foto che seguono scattate nel 1930, dalle quali si può apprezzare la bellezza e l’importanza dell’Asilo progettato dall’Ing. Ulisse Bettini, illustre vergatese, il disegno moderno della grande porta di ingresso, la serie di ampie finestre/vetrate in linea con i canoni architettonici che si venivano affermando in quel tempo e  gli interni che si presentano con grandi ambienti soleggiati, riscaldati e modernamente attrezzati.

11 Vergato 1930 copiaFoto 11 . La facciata e l’ingresso dell’Asilo Burdese, con gli abeti, che piantati nel 1925 in occasione dell’inaugurazione del Monumento, cominciano a crescere (Foto Anni ’30, proprietà A. Gardenghi)

 

 

12 Vergato 1930 copiaFoto 12. Interno di un’ aula dell’Asilo infantile Burdese (Foto anni ’30, proprietà A. Gardenghi)

Altri 25 anni e siamo nel pieno della seconda guerra mondiale, con il pesante fardello di morte e distruzione che si scarica su Vergato, situato sulla linea gotica e quindi al centro degli opposti schieramenti, costretto a subire ogni sorta di violenza dalle truppe tedesche e un gran numero di bombardamenti da parte alleata, che provocano numerose vittime e la distruzione della quasi totalità dell’abitato.

13 villino burdese 1945 copiaFoto 13. Il villino Burdese danneggiato dai cannoneggiamenti durante the’ battle of Vergato’ nella primavera del ’45, ma ancora in piedi. Attraverso il giardino passa il by-pass della strada statale essendo il ponte dell’ospedale ancora inagibile. Per qualche tempo il guado della ghiaia riprende la sua antica funzione. (Vedi articolo La ghiaia)

 

14 asilo macerie 1945 copiaFoto 14. Peggior sorte tocca all’Asilo Burdese che colpito dai bombardamenti aerei degli alleati viene ridotto ad un mucchio di macerie, (a sinistra nella foto, sullo sfondo via nazionale con le balaustre del Pincio).( Foto di proprietà Alfredo Marchi)

L’Asilo Burdese distrutto dalla guerra, venne ricostruito dal Comune di Vergato nei primi anni 50 ( 1951/1952 ?). Nel nuovo edificio destinato all’Asilo, fu trasferita anche la chiesa provvisoria che vi restò fino al 1954, anno di inaugurazione della nuova chiesa. Non abbiamo trovato foto o cartoline che documentino il momento della costruzione del nuovo asilo, possiamo solo affermare che nel 1950 non era ancora costruito, come si evince dalla foto del carnevale di quell’anno che mostra l’area dell’asilo ancora vuota.

15_Alfredo Carnevale 1950 copiaFoto 15. Siamo nel 1950 come si evince dalla scritta sul carro, il paese cerca di tornare alla normalità e di dimenticare il terribile periodo della guerra, un folto gruppo di persone si accalca attorno al carro in attesa del “ gettito”. Sullo sfondo via Nazionale, le case dei “Luschi”, la salita dell’asilo che ancora non c’è. (Foto di Alfredo Marchi)

Infine tre belle foto che ci riportano al tema iniziale: l’asilo Burdese, la superiora, le suore, i bambini e le bambine e le “sartine”:

16_VN24_Maestro-Vitali-056-copiaFoto 16. nella prima, le quattro suore, con al centro la Superiora Suor Beniamina e tanti bambini e bambine seduti sulla scala d’ingresso dell’Asilo, negli anni 42/43. Si riconoscono Umberto Diamanti (il più piccolo in seconda fila dal basso, nato nel 1940, proprietario della foto), Luciano Galli e altri bambini che sono anche nella seconda foto.

 

17_VN24_Maestro-Vitali-058-copiaFoto 17. Nella seconda Don Enzo Pasi, parroco di Vergato, con solo i bambini, presenti anche nella foto precedente, di fronte alla grande porta in legno dell’Asilo. Fra i bambini si riconoscono Luciano Diamanti, Carlo(ne) Lanzarini, Luciano Galli, Umberto Diamanti proprietario della foto…e …restiamo in attesa di altri riconoscimenti! – Foto già pubblicata su Vergato News24

 

18_VN24_Tito-Menzani_Fam1-3Foto 18. Infine l’ultima foto risalente agli anni 20, di proprietà dei coniugi Franca e Antonio Cambisi, , che raffigura sempre sui gradini della scala d’ingresso, un folto gruppo di bambine impegnate in un corso di cucito organizzato e gestito, come era di consuetudine, dalle suore dell’Asilo Infantile Burdese. Foto già pubblicata su Vergato news24

Si conclude qui questa piccola ricerca sull’Asilo Burdese, indotta dalla foto del funerale della sua Madre Superiora, Suor Beniamina Borsani, senza la pretesa di aver esaurito tutto quanto ci sarebbe ancora da raccontare in proposito.

VN24_Asilo Burdese dal VergatelloAggiornamento del 31-03-2015 – In questa cartolina dell’epoca l’asilo Burdese visto dall’incrocio con il torrente Vergatello con il fiume Reno.

Se qualcuno dispone di altri elementi, informazioni, fotografie sono naturalmente molto gradite e saranno pubblicate ad integrazione.

Vergato, 27-11-2014 Enrico Carboni

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