PER RITROVARE LA NOSTRA IDENTITÀ
Vista da monte Gatta (Castiglion dei Pepoli)___________________________Giriamo sempre intorno alla fotografia, ma è quanto vogliamo fare:
per passione, spinta emotiva, mestiere.
Siamo altresì convinti che l’immagine possa (e debba) far parte della vita di ognuno, anche se in modalità differenti: questo perché possiamo riconoscergli un valore divulgativo e comunicativo, oltre che di racconto e testimonianza.
Premesse a parte, tutti viviamo in un territorio che fa parte della nostra vita. Naturalmente ci rivolgiamo a quanti abitano qui, nelle zone appenniniche; ma il discorso può essere allargato ad altri ambiti.
L’area geografica di appartenenza influisce sull’individuo per la propria identità, per quanto può esprimere in contenuti, valori, specificità;
lo fa comunque su più piani, che possono diventare, di volta in volta, culturali, comportamentali, sociali.
Isola di Gorgona; ssullo sfondo la Corsica. In primo piano il passo dei 3 termini, con il sentiero che conduce al lago Scaffaiolo___________________________
Affrontare il tema dell’identità vuol dire accostarsi a “un orizzonte” che si allontana ogni volta si tenti di avvicinarlo, complicato com’è da un istinto alla chiusura e un’apertura che si affaccia di tanto in tanto.
Troppo spesso prevale l’io a giustificare il tutto, negando anche quelle qualità che abbiamo usato più volte, solo per progredire: traendole dal territorio e facendole nostre, senza pensarci.
Bisogna comunque riconoscere che un’identità ben vissuta potrebbe fornire un duplice aiuto, restituendoci, da un lato, un solido legame localistico, facendo così prevalere il senso del “noi”, a dispetto delle singole individualità; da un altro, però, andrebbe a escludere “loro”, gli altri: coloro che possiamo far godere delle qualità del nostro territorio.
L’esperienza dimostra come un eccessivo orgoglio “campanilistico” porti spesso a istinti pericolosi; viceversa, guardare all’esterno, dopo aver conosciuto se stessi, potrebbe contribuire a costruire quel reticolo di relazioni, foriero di uno sviluppo duraturo e concreto.
Una sciatrice: la Gorgona è a destra; sulla sinistra l’isola di Capraia________________________________
Noi vogliamo bene alle nostre zone, a tal punto che non le vorremmo mai cambiare; ma oggi possiamo fare qualcosa per esse, passando “dall’io”, al “noi”, al “loro”.
Qui, in Foto Ottica Marchi, abbiamo già imparato a conoscere il territorio, ma continueremo a farlo: con l’affetto di sempre; allo stesso modo stiamo cercando di esplorare le varie particolarità dell’area, i suoi valori.
Eccoci di fronte, allora, ai mestieri, alle processioni, alle ricorrenze, al lavoro; è lì che il soggetto può diventare “noi”, per senso di appartenenza, condividendo tradizioni e vocazioni.
Si deve comunque andare oltre: la comunità (quella nostra) ha l’obbligo di diventare attrattiva, nei confronti degli altri; i migliori, però. Può la fotografia aiutarci in tal senso?
Forse, anche se noi ne siamo convinti.
Di certo potrà aiutarci ad avvicinarci a ciò che siamo, com’è successo a noi di fronte alle albe che vediamo.
Il desiderio del “noi” è ripartito da lì. Luciano Marchi |