Il romanzo giallo del Calzolaio – Lungo il fiume; 7°puntata

VN24_Orazio-il-calzolaio-042014/04/16, Vergato – La settima puntata.

L’afa quella sera si faceva sentire, Marco era intento a rassettare la camera da letto del suo appartamento, la situazione era abbastanza drammatica!
« Cavolo! » disse lui « Qui ci vorrebbe un’impresa di pulizie! Bene, piano, piano vedrai ce la farai! »
Poi prese a rassettare un cassetto che conteneva delle carte, una carpetta rossa e un album di foto.
Incuriosito, prese in mano l’album, lo aprì e…
« Queste, da dove saltano fuori! Strano che Giulia non le abbia portate con sé! »
Erano vecchie foto del tempo della scuola, le aveva viste chissà quante volte e nonostante tutto, le trovava sempre molto interessanti, una in particolare, quella che ritraeva Giulia e le sue tre amiche del cuore le ‘’inseparabili’’, così si facevano chiamare all’istituto G. Fantoni, la loro scuola.
Avevano frequentato insieme dalla scuola media alla quinta superiore.
Claudia, Marina e Alessandra, così si chiamavano le amiche di Giulia.
Lui le aveva conosciute tutte e tre, Claudia e Marina erano le più simpatiche, Alessandra era la brontolona del gruppo, loro l’avevano benevolmente soprannominata “Tigre”, a causa del carattere poco affabile!
« Questo…non l’avevo notato! » disse Marco « Chi sarà questo qui! Mai visto! »
La foto ritraeva le quattro amiche davanti all’istituto, insieme ad un ragazzo, un ragazzo che lui non aveva mai visto in precedenza. Spinto dalla curiosità prese la foto estraendola dall’album, la girò sperando di trovare qualche scritta, un nome, ma…nulla, niente di niente!
« Chissà, vai alla pesca! Dopo tutti questi anni…l’unica, sarebbe sentire da Claudia, quella cambia casa una volta al mese.. dove la trovo! »
Claudia era la più libertina del gruppo, le piaceva molto la vita e la viveva intensamente, forse questo suo modo di interpretarla, aveva condizionato Giulia, che spesso la citava a paragone.
« Bene, questa la porterò ad Anna, chissà che non ci trovi qualcosa di interessante »
Poi ripose la foto sulla scrivania e ricominciò a rassettare la stanza.

Il computer era spento, il giradischi acceso con il braccio a fine corsa, emetteva il classico fruscio del disco finito.
« Ora ti metto un bel vestitino, un nuovo stilista! Tutto in materiale sintetico! Misura unica, come il colore del resto! Ti piace? Ah! Dimenticavo non sei più collegata! Pazienza! »
Prese dal pacco un sacco di plastica, quelli della raccolta differenziata, lo appoggiò al letto di ferro, poi infilò una mano nella tasca dei pantaloni estraendo un pezzo di corda.
« Ecco, ti lego per bene, così occupi meno spazio! Sai, non vorrei che succedesse come l’altra volta!
Fatto! Ora sei pronta per la spedizione! »
Gli aveva legato le mani ai polsi, poi aveva fatto passare le braccia sopra le ginocchia, assicurandole per bene ai piedi con un altro pezzo di corda. Una posizione simile a quella del tuffo a “bomba”.
La infilò nel sacco per la testa, poi facendola scivolare indietro passò il sacco sotto il suo sedere.
« L’opera è conclusa! » disse lui « Adesso un bel nodo e…pronta per la spedizione! »
Prese tra le mani la rimanenza del sacco, la distese per bene e ci fece il nodo.

La televisione era accesa, naturalmente nessuno stava seguendo la trasmissione.
Roberto era intento a giocare con le sue cards, Gianni se ne stava stravaccato sul divano con in mano il suo romanzo, Anna era incollata allo schermo del computer, stava chattando con una sua amica.
Strizzy disse ‘’ Ora debbo salutarti…mi è venuto in mente che devo avvertire una persona! ‘’
Rosy disse ‘’ OK. Ci sentiamo…poi mi fai sapere a che punto stai con le tue indagini! ‘’
Strizzy uscì dalla stanza.
Spense il computer, si alzò dalla scrivania e si diresse verso il mobiletto dove era appoggiata la borsetta.
La aprì, prese il cellulare e si allontanò in direzione della cucina.
« Marco, ciao sono Anna. Senti, domattina sono libera, se credi possiamo fare un salto all’istituto della medicina legale, che ne dici? »
« Dico che va bene, a che ora ci vediamo? » Chiese Marco.
« Direi di andare giù con il treno delle otto e quaranta, può andare? »
« Va bene ci vediamo in stazione, senti, per sicurezza fammi uno squillo verso le otto non si sa mai metti che mi addormento! Allora d’accordo? Ciao. »
« D’accordo a domani. » Così dicendo spense il cellulare, aprì il frigorifero diede un’occhiatina poi richiuse e se ne andò in camera da letto.

Il sacco era ben confezionato. Lo stava guardando con ammirazione.
« Ecco fatto! Adesso sei pronta per il viaggio, I’ultimo! » Disse tra sé e sé.
Poi lo prese delicatamente, facendo bene attenzione a non romperlo e lo adagiò dentro uno scatolone che in precedenza aveva contenuto un televisore a colori.
« Ecco carina, ora un giro di scotch e ti prendo e ti porto via, come la canzone! »
Caricò lo scatolone nel baule della “Ka” nera, chiuse il portellone salì al posto di guida e partì.

La fontana della stazione di Vergato zampillava come suo solito, il fischio del treno in arrivo fece istintivamente guardare ad Anna l’orologio appeso alla parete della stazione, indicava le otto e trentacinque!
« Speliamo che….ah! Eccolo, meno male…cominciavo a preoccuparmi! » Pensò Anna.
Marco, aveva l’aria di uno che aveva dormito sotto un ponte! Completamente spettinato, indossava un vecchio paio di occhiali tipo “Person”, una camicia militare spiegazzata, un paio di jeans logori, converse All-Star ai piedi.
« Accidenti che abbigliamento! Chissà chi è lo stilista! » Pensò Anna.
« Buon giorno Anna, eccomi..senti…posso offrirti un caffè? Sai devo ancora fare colazione! »
« Va bene, facciamo in fretta altrimenti perdiamo il treno! » Rispose Lei.
Riuscirono a bere un sorso di caffè, Marco prese in mano un cornetto, pagò e si avviarono al treno.
Il treno era come al solito molto affollato, riuscirono comunque a trovare posto, il tempo di sedersi e il treno partì.
« Tra poco ti faccio vedere dove hanno ritrovato il sacco, è appena passato il ponte di Camugnone! Dopo il salto della diga, comunque ora ci passiamo vicino! » Disse Anna.
Le parole di Anna ebbero uno strano effetto su Marco, che improvvisamente divenne scuro in volto.
Il treno passò dal luogo dove era stato rinvenuto il sacco, Anna indicò con il dito il posto esatto.
« Se è vero che è lei, giuro che lo trovo…e gli faccio fare la stessa fine! » Disse Marco.
« Già, il problema è complesso! » disse Anna « Comunque vedrai faremo il possibile! »
Arrivarono alla stazione di Bologna in perfetto orario, uscirono, salirono su il primo taxi che videro, destinazione Istituto della medicina legale.
« Quanto devo? » Chiese Anna all’autista del taxi.
« Sono diecimila signora. » Rispose l’autista.
« Ecco tenga e molte grazie. » Disse gentilmente Anna.
Scesero dalla station-wagon bianca e si avviarono verso l’istituto.
« Buongiorno.» disse Anna rivolgendosi ad un inserviente « Scusi se la disturbo, sono la Dottoressa
Anna Barti, dovrei parlare con il Dottor…aspetti un attimo. » e così dicendo aprì la borsetta estraendone un foglietto di colore giallo « Ah ecco, Dottor Ermanno Liberti, sa indicarmi dove posso trovarlo?» Chiese.
« Il Dottore non c’è, però mi ha avvertito della sua visita, se volete seguirmi.. »
Entrarono in un ascensore, l’inserviente spinse il bottone piano interrato, l’ascensore partì e dopo poco si fermò. La porta si aprì automaticamente, uscirono ed in silenzio si incamminarono giù per un corridoio. Voltarono a sinistra per un altro corridoio, l’inserviente prese dalla tasca un mazzo di chiavi, si fermarono davanti ad una porta, lui aprì ed entrarono in una stanza lunga e stretta.
Lo stanza era come quelle che si vedono nei telefilm: pavimento grigio, pareti rivestite da ceramiche, un tavolo per autopsie e a lato una lunga fila di celle frigorifere.
« Ecco, ora vi mostro la ragazza del sacco…scusate il termine ma, non sappiamo chi sia.. »
Aprì lo sportello del tutto simile a quello di un frigorifero da ristorante poi, tirando, estrasse una barella di alluminio anodizzato. Il corpo era coperto da un lenzuolo di materiale sintetico.
« Se mi aiutate possiamo metterla sul tavolo, altrimenti… »
« No non è necessario! » Disse Marco, che fino ad allora era rimasto muto come un pesce « Va bene qui non si preoccupi. »
« D’accordo.» rispose l’inserviente. « Vi lascio soli per cinque minuti va bene? »
« Bene, grazie per ora! » Rispose Anna.
L’inserviente uscì dalla stanza e si allontanò.
« Coraggio! » disse Anna « Toglili il lenzuolo! »
Marco prese il lenzuolo delicatamente e lo tolse dal corpo della ragazza.
« No! Cavolo perché, perché, proprio lei! » l,
Poi cominciò a singhiozzare, Anna prese un fazzoletto di carta dalla borsetta e glielo porse.
La ragazza era proprio lei! Giulia la ex moglie di Marco.
Era conciata veramente male, il corpo era completamente martoriato, livido. L’unica parte del corpo intatta, era il viso, che aveva mantenuto un’espressione di dolore allucinante!

La nottata era stata dura tre chiamate, poi con il caldo che c’era tutto era più difficile.
Giancarlo era appena rientrato dal turno di guardia notturna, buttò sul divano la borsa contenente i ferri del mestiere, si tolse la giacca e la ripose sull’attaccapanni, dove vicino era posizionato il telefono.
Lo guardò sospetto e disse «Ecco, ora ci manca solo che si metta a suonare! »
Stava per staccare la spina quando… drin …drin…drin.
« Lo sapevo, coraggio Gianca rispondi! » Disse tra sé e sé .
Prese in mano il ricevitore e .. « Pronto chi parla? »
« Ciao Gianca sono Alessandra, senti…ti chiamavo per Claudia, io non so più dove cercarla! Forse sarebbe meglio avvertire la Polizia, i genitori non hanno più notizie da quasi tre giorni! »
« Cavolo! Lo sapevo! Bene, cioè male…ora ci penso io, grazie ancora Ale ciao! »
Ripose il telefono e si avviò verso la porta della camera da letto.

La porta si aprì, l’inserviente entrò e guardando l’orologio disse:
« Mi dispiace ma…il tempo è scaduto dobbiamo andare. »
« Si abbiamo fatto! » rispose Anna « Senta…il Signor Balestri ha riconosciuto la ragazza! Si tratta della sua ex moglie Giulia Tagliaferri! » Disse Anna.
« Seguitemi ci sono da compilare dei moduli. »
Uscirono dalla stanza e tornati nell’atrio entrarono in un ufficio.
Si sedettero ed insieme compilarono alcuni moduli, relativi al riconoscimento della ragazza.
« Senta non si potrebbe avere una copia dell’autopsia?»Chiese Anna.
« Credo proprio di no, comunque appena ritorna il Dottore chiedo e le faccio sapere, bene! »
« Bene, la ringrazio molto, arrivederci.» Disse Anna.
Uscirono dall’istituto, attraversarono la strada e si diressero in direzione di un bar.

Uscì dalla doccia, prese l’accappatoio se lo infilò, poi prese un asciugamano e come suo solito se lo passò tra i capelli. Chiuse la porta del bagno, arrivò alla cucina aprì il frigorifero e preso il succo di arancia, lo appoggiò sul tavolo della cucina. Prese un bicchiere lo riempì e cominciò a bere il succo.
« Ora sarà meglio che telefoni alla Polizia, così mi tolgo un peso! » Disse Giancarlo.
Sollevò il telefono compose il numero attese alcuni secondi e…
« Polizia di stato, che possiamo fare? » Chiese la voce maschile.
« Senta sono il Dottor Giancarlo Basco, vorrei segnalare la scomparsa di una mia conoscente, che debbo fare? » Chiese con tono pacato.
« Si..un attimo, bene, la cosa migliore sarebbe, si insomma, è meglio che venga in questura sa, la prassi è abbastanza complessa, se per caso avesse delle foto le porti, possono essere utili! »
« Bene, ora sbrigo alcune faccende poi vengo, grazie arrivederci! »
Ripose il telefono e se ne andò in camera da letto.

Il bar era piccolo, piccolo ma molto accogliente, intimo.
Anna e Marco si erano seduti in un tavolino in fondo, vicino al telefono pubblico, stavano bevendo un tè freddo.
« Quasi me ne stavo dimenticando! » disse Marco « Ieri, mentre rassettavo la mia camera, ho trovato questa foto! Ecco qua. » disse porgendole la foto « Vedi sono le ragazze! »
« Vediamo, bella foto…chi è il tipo? » Chiese Anna.
« Non lo conosco, speravo che tu, so che frequentavi la stessa scuola.. » Rispose lui.
« Si due anni più avanti però! Comunque non lo conosco. Possiamo comunque chiedere a scuola, credo che conservino le foto delle classi! »
« Si buona idea, oggi pomeriggio ci faccio un salto e poi ti dico ok? »
« Bene Marco, ora però è meglio che andiamo, non vorrei fare tardi! »
Uscirono dal bar e si incamminarono alla vicina piazzola dei taxi.

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