Il romanzo giallo del calzolaio – Lungo il fiume 8° e 9° puntata

Orazio_Calzolaio_012014/04/28, Vergato – Le nuove puntate del romanzo giallo del calzolaio, Orazio!

8° Puntata

L’aria quella mattina era notevolmente fresca, durante la notte aveva piovuto parecchio.
Il fiume Vergatello era torbido e minaccioso, Anna passando dal ponte guardò giù.
Era diventata un’abitudine, da quel lunedì.
« Capperi è piovuto parecchio! » Pensò « Ma…per fortuna niente sacco, meno male! »
Camminò di buon passo fino all’ufficio come solito. Entrò e si diresse verso il suo studio.
Stava per aprire la porta quando…
« Ciao Anna ascolta.. » Disse Mary.
« Dimmi, dimmi pure.. » Rispose Anna aprendo la porta.
« Poco fa ha telefonato il Maresciallo e ha chiesto di te! »
« Bene e che ha detto? » Chiese Anna incuriosita.
« Sembra ci siano delle novità, comunque mi ha pregato di dirti di chiamarlo. » Rispose Mary.
« Grazie cara ora chiamo subito! »
Entrò si sedette, appoggiò la borsetta sulla scrivania, prese il telefono e compose il numero della stazione.
« Pronto, buongiorno, sono la Dottoressa Barti, vorrei parlare al Maresciallo.»
« Si Dottoressa, un attimo che passo la linea, buongiorno. » Rispose il centralinista.
Passarono alcuni istanti.
« Pronto, Dottoressa buongiorno scusi se la disturbo.»Disse il Maresciallo
« Mi dica pure! » Rispose lei.
« lnnanzitutto volevo ringraziarla per il riconoscimento, poi volevo informarla che.. »
« Che c’è? non vorrà mica tenermi sulle spine! » Disse Anna incuriosita.
« No…è che purtroppo ci sono delle brutte novità! Stamani all’alba, gli addetti della nettezza urbana hanno rinvenuto il corpo di una ragazza! Dentro uno scatolone! »
« Uno scatolone? » Disse Anna.
« Si dentro uno scatolone ma…avvolta in un sacco, un sacco per la raccolta differenziata! »
Passarono alcuni istanti di silenzio, poi Anna.
« Capperi! Allora questo fa sul serio, qui ci troviamo a che fare con… » Stava per finire la frase..
« Si, purtroppo temo si tratti di un serial-killer! E’ duro ammetterlo, ma gli indizi che abbiamo, ci fanno supporre che si tratti appunto.. »
« Un serial-killer! Un serial-killer a Vergato è pazzesco! » Aggiunse Anna.
« Si purtroppo, è pazzesco, un paese tranquillo come Vergato! Non ci voleva, comunque senta, se ha degli indizi o qualche pista da seguire, mi raccomando non faccia sciocchezze! Questo non scherza affatto! » Disse il Maresciallo.
« Certo, non si preoccupi cercherò di starmene alla larga! Ma mi dica, stesso trattamento? » Chiese.
« Si stesso trattamento, con in più un taglio profondo sul viso! » Rispose il Maresciallo.
« Bene se avrò delle novità sarò lieta di comunicargliele, va bene! La saluto e grazie. » Disse Anna.
« Bene Dottoressa, la saluto e mi raccomando se ne stia alla larga! Arrivederci. »
Anna ripose la cornetta del telefono, poi fece un sospiro…
« Capperi, meglio avvertire subito Marco, metti che! » Disse Anna preoccupata.

L’odore di pizza al taglio usciva dalla porta aperta del forno di fronte l’istituto.
Marco si era alzato presto quella mattina, era intenzionato a risolvere la faccenda del tipo, che era nella foto delle ragazze, nel minor tempo possibile.
Suonò alla porta della scuola e attese. La porta ad un certo punto fece un “clack” e si aprì.
« Buon giorno.- Disse Marco rivolgendosi alla bidella – C’è qualcuno su in segreteria”>
« Si, vada pure, su per le scale in fondo a sinistra. » Rispose.
Si incamminò su per le scale e arrivato infondo al corridoio, bussò alla porta della segreteria.
« Avanti. Si! » Rispose la voce femminile.
Marco entrò e con fare un po’ impacciato chiese:
« Senta .. io avrei bisogno di una cortesia…spero che lei mi possa aiutare! »
« Mi dica, che posso fare? » Rispose la segretaria.
« Mi servirebbe sapere se esiste un archivio fotografico delle classi, e se fosse possibile darei un’occhiata!
Le spiego, sto cercando una foto della classe quinta C dell’anno millenovecentottantatre..corso di ragioneria.. » Disse Lui.
« Dunque l’archivio per esistere esiste, solo che purtroppo io sono sola, e…oggi ho un sacco di lavoro da sbrigare non credo di poterla aiutare, almeno oggi! » Rispose la segretaria.
« Bene capisco, ma, se non le creo disturbo potrei fare da solo..tempo ne ho, insomma penso di potercela fare.. che dice? » Chiese Marco.
« Ah! Guardi se va bene a lei, basta che poi rimetta tutto in ordine.. faccia pure! Ora le chiamo la bidella che la accompagna giù in archivio, contento? »
« Contentissimo grazie, grazie mille! »

Attese qualche minuto, la bidella arrivò e con fare seccato disse..
« Eccomi! Se vuole seguirmi! Prego. »
Scesero giù infondo fino allo scantinato, poi infondo al corridoio a sinistra.
Una targhetta affissa sullo stipite della porta indicava “Archivio”.
La bidella prese dalla tasca del grembiule, un mazzo di chiavi che pareva quello di un secondino.
« Spero di trovare la chiave, sarà un anno che non vengo qua giù! »
Furono fortunati, trovarono subito la chiave, la bidella aprì la porta e accesa la luce disse..
« Ecco, là in fondo ci sono gli album con le foto, mi raccomando non faccia confusione e metta tutto in ordine! Sa ne abbiamo già abbastanza, ci manca solo che…! ».
« Si ho capito grazie, non si preoccupi rimetto tutto a posto va bene! »
« Quando ha finito chiuda la porta e venga su, a presto! » Disse la bidella.
La porta si chiuse finalmente, si diede un’occhiata in giro poi puntò dritto allo scaffale delle foto.

Il traffico era normale quella mattina a Bologna. Gianca parcheggiò la sua vespa davanti alla Questura, si tolse il casco e si avviò verso l’ingresso. Entrò e chiese allo sportello informazioni.
« Senta., dovrei denunciare la scomparsa di una persona, dove debbo andare? »
« Secondo piano, seconda porta a sinistra. » Rispose l’addetto.
Ringraziò e si incamminò su per le scale.
« Seconda porta a sinistra..ecco! »
La porta dell’ufficio era aperta, all’interno un poliziotto se ne stava dietro il monitor del computer.
« Buongiorno.. » disse Giancarlo « Dovrei denunciare la scomparsa di una persona.. » Chiese.
« Si mi dica pure, nome, cognome … » Disse il poliziotto.
« Dunque, Claudia Greganti, abita in via Garibaldi centoventuno, Casalecchio di Reno, nata il sedici zero tre del millenovecentosessantaquattro…A Vergato, provincia di Bologna. Capelli castano scuri, occhi marroni…carnagione olivastra! »
« Ha con sé una foto della ragazza? » Chiese il poliziotto.
« Si ecco, non è molto chiara però e abbastanza recente, tenga. » Disse Gianca.
Il poliziotto prese la foto, la guardò un attimo e la inserì nello scanner del computer.
« Senta…ma…stamani » disse il poliziotto « Hanno recuperato il corpo di una ragazza a Vergato, se vuole le faccio vedere la foto. Se la sente? La foto è un po’, come dire…cruda, vuole vederla? »
In attesa della risposta il poliziotto, si collegò con il sito delle foto segnaletiche.
« Beh! Ormai che sono qui, meglio togliersi ogni dubbio! »
« Bene, un attimo…ecco venga che le mostro la foto. » Prese il monitor e lo girò verso Gianca.
La foto era veramente cruda, il viso a causa del taglio profondo era quasi irriconoscibile, gonfio!
Gli venne la pelle d’oca a vedere quella foto! La guardò attentamente, poi il poliziotto gli fece vedere un’altra inquadratura, che ritraeva la ragazza di profilo.
« Che dice..le assomiglia? » Chiese con una certa freddezza il poliziotto.
« Dico che purtroppo! Mi sembra lei! Accidenti. »
« Senta. » disse il poliziotto « Se crede può parlare con l’ispettore che segue il caso, che dice? »
« Si forse è meglio! Mi dica dove devo andare.. » Disse Giancarlo con la voce rotta.
Il poliziotto sollevò un telefono e..
« Brencano, sono Forti, senti..qui c’è un signore..che dice di conoscere la ragazza di stamani. Lo vuoi ascoltare? ..si ora lo mando giù. Bene. Ciao. » Ripose il telefono e disse « Senta allora, scende le scale in fondo a destra..secondo ufficio…ispettore Brencano..ok? »
« Bene a destra secondo ufficio, grazie tante. » Rispose Giancarlo.

Il materiale era veramente tanto, sullo scaffale vi erano numerosi album che contenevano foto e in alcuni anche dei ritagli di giornali a ricordo delle iniziative scolastiche.
« Dunque vediamo, millenovecento…ottanta, ottantuno, ottantatre! Eccolo qui! »
Prese a sfogliare l’album lentamente con molta attenzione.
« Allora quinta “A” avanti ” B “, adesso dovrebbe esserci la sezione ” C ” ..eccola finalmente! »
Aprì lentamente la pagina, già si immaginava di trovare la foto al suo posto, con sotto i nomi degli alunni come tutte le altre foto dell’album.
« Accidenti! » disse sorpreso « Qualcuno si è fatto fuori la foto! »
La foto era stata sottratta, strappata dal suo posto. Sotto lo spazio vuoto, dove era sistemata la foto, l’etichetta che riportava i nomi degli studenti, era stata parzialmente strappata.
« Strano, molto strano, di tutte le foto che contiene l’album manca solo questa! »
In effetti la cosa dava da pensare. Chi aveva sottratto la foto e soprattutto, per quale motivo?
Rimise tutto in ordine come aveva trovato, poi diede un’occhiata più avanti dove erano riposti i registri di classe.
« Allora vediamo, se riuscissimo ad essere più fortunati! » Disse Marco.
Cercò a lungo sullo scaffale dei registri di classe del millenovecentottantatre, ma anche in questo caso l’esito fu negativo, anche il registro di classe era sparito!
« Ma…non so che dire, a questo punto! Sicuramente in quella classe c’era qualcuno che non vuole essere tirato in ballo, qualcuno che ha le mani in pasta…con questa maledetta storia ne sono certo! »
Rimise allora a posto i registri, spense la luce e chiusa la porta si avviò su in portineria.

Aveva un’ aria da bonaccione l’ispettore Brancano, un viso familiare e affabile.
« Buongiorno » disse Brancano « Allora…signor..? »
« Basco, Giancarlo Basco.. » Rispose.
« Allora, lei conosceva la ragazza? L’aveva vista di recente? Può dirci qualcosa? » Chiese.
« Bene, la ragazza era una mia amica carissima, i dati li ho già detti al suo collega, tutto è riconducibile a quello che è successo venerdì scorso! » Disse Gianca.
« E cioè? » Chiese l’ispettore.
« Vede venerdì scorso, saranno state le dieci, le ventidue e un quarto..avevo appena aperto la doccia, esco dal bagno e … » e raccontò tutto per filo e per segno all’ispettore.
« Bene, per il momento la ringrazio molto e si tenga a disposizione, potrei avere bisogno..ah! dimenticavo …per il riconoscimento, che dice ,meglio avvertire i genitori? » Chiese L’ispettore.
« No, preferisco venire io, non vorrei che si complicassero le cose. Anzi ora appena esco, vado da loro e provo a spiegargli! Spero di farcela. » Disse Giancarlo.

La suoneria del telefonino di Marco, era molto particolare. L’aveva cercata a lungo in internet, era una vecchia canzone degli “Who” .. “Baba o’ riley”, poche note ma sufficienti a riconoscere il pezzo.
« Pronto! » disse Marco « Si dimmi Anna, ero giù in archivio, una zona d’ombra credo! »
« Capperi! è un’ora che provo! Senti Marco, questa mattina gli addetti della nettezza urbana, hanno rinvenuto, dentro il cartone di un televisore, il corpo di una ragazza! »
« Qualche indizio sulle generalità ? » Chiese Marco.
« Per ora niente, ma sembra sia opera dello stesso criminale, il corpo era chiuso in un sacco! Si un sacco della raccolta differenziata! E’ pazzesco! E…Iì..hai trovato qualche indizio? » Chiese Anna.
« Qui è sparito tutto, le foto, i registri. Qualcuno è arrivato prima di noi! Qualcuno che ha qualcosa da nascondere, evidentemente! » Disse Marco.
« Senti, ora devo lasciarti, sono qui in studio, se vuoi fare un salto, facciamo il punto della situazione.
Va bene? Ciao.» Marco spense il telefonino e si incamminò su per le scale dell’istituto.
La porta della segreteria era aperta e lui entrò.
« Ah! E’ lei! » disse sorpresa la segretaria « Allora trovato qualcosa? »
« Purtroppo…non ho trovato niente. E….potrei farle una domanda indiscreta? » Chiese Marco.
« Mi dica, dica pure! » Rispose la segretaria.
« Ricorda chi è andato in archivio ultimamente? Lasciando a parte il personale ovviamente! » Chiese.
« Di recente, almeno che io sappia, nessuno, ma perché, mi chiede…si insomma che c’è che non va? »
Rispose seccamente la segretaria.
« Mi sembra che siano spariti dei documenti! Il registro di classe della quinta “C” del millenovecentottantatre…per esempio! » Disse Marco.
« Non mi risulta, comunque, prima di Natale abbiamo avuto la visita dei ladri, poca roba sa, non hanno rubato nulla. Almeno nulla di importante! Non vorrei che avessero preso solo quello che dice lei! » Replicò la segretaria.
« Ho capito, in ogni caso, grazie di tutto e arrivederci » Disse Marco.
Poi uscì e lentamente si incamminò verso lo studio di Anna.

9° Puntata

La specchiera era illuminata parzialmente, alcune lampade erano bruciate. L’immagine che lo specchio rifletteva era quella di una donna intenta al trucco. Aveva in mano una matita e stava disegnando il contorno basso dell’occhio. Un occhio con evidenti ciglia finte, lunghe, piene di mascara.
Le sopracciglia, al contrario, appena accennate, sottilissime.
Ripose la matita nel cestino di vimini, dove erano riposti altri trucchi e cianfrusaglie varie, prese in mano un rossetto e cominciò a stenderlo sulle labbra, lentamente, ritualmente. Il colore era rosso scuro, molto marcato, sicuramente poco fine a vedersi, ma intonato al look della persona.
« Ecco, ora ci vestiamo e pronti per entrare in scena. » Disse con voce roca.
Si guardò, poi ancora di profilo, infine si diede una ritoccata ai capelli, poi spense la luce e uscì dal bagno.

Andava di fretta, talmente di fretta da non accorgersi nemmeno delle persone. Passò sul ponte, poi su verso lo studio dove Anna lavorava. Entrò nell’atrio, vide Mary la collega di Anna e… « Ciao Mary. …Anna? » Chiese.
« Anna è dentro con un paziente, penso comunque che abbia ancora poco! » Disse Mary guardando l’orologio.
« Bene allora mi siedo e aspetto, grazie! » Rispose Marco.
Si sedette su una delle tante sedie in plastica che erano nell’atrio, poi allungò una mano verso un tavolino dove vi erano delle riviste un po’ datate. Ne prese una e cominciò a sfogliarla. Passarono alcuni minuti poi… la porta dello studio si aprì.
« Allora ci vediamo sabato prossimo alla stessa ora, bene a presto e buona giornata ! » Disse Anna con decisione.
Poi allungò lo sguardo nell’atrio e vide Marco.
« Ciao Marco, vieni, vieni pure! »
Marco si alzò dalla sedia, entrò e chiuse la porta.
« Allora, che hai da raccontarmi? » Chiese Anna.
«Ben poco purtroppo, qualcuno ci ha preceduti! Le poche foto che vi erano della classe sono state strappate dall’album »
« Strano, in ogni caso, ci conviene sentire da una delle ragazze, che so, Alessandra, Claudia, loro certamente sapranno! Che ne dici, hai i loro numeri di telefono? » Chiese Anna.
« Si … Penso di averli da qualche parte, altrimenti possiamo sentire al lavoro…Alessandra lavora qui a Vergato! » Rispose.
« Bene, e….dove lavora? » Chiese lei.
« Lavora alla Team, sai quella società di servizi, fa la contabile, capo ufficio! » Rispose Marco.
Anna prese fuori dal cassetto l’elenco telefonico, lo aprì e cominciò a cercare.
« Ecco qua, Team società. Telefono…zero cinque uno, novantuno…ventotto.. »
Stava per sollevare la cornetta quando…Driin! … driiin! Prese il telefono e…
« Pronto Dottoressa, sono il Maresciallo, senta la ragazza è già stata riconosciuta! »
« Ah! Davvero e, sapete chi è ? » Chiese Anna.
« Si, purtroppo è un amica della prima vittima, ho qui il nome..Claudia Greganti, abitava al centoventuno di via Garibaldi a Casalecchio di Reno. L’ha riconosciuta un amico un certo….aspetti un po’ ecco, un certo Basco Giancarlo che fa il medico a Sasso Marconi! »
« Capperi Maresciallo, la faccenda si fa veramente seria! La ringrazio molto, poi le faccio sapere e.. non si preoccupi! Grazie ancora, a risentirci! » E chiuse la conversazione.
Marco nel frattempo era divenuto scuro in volto e picchiettava le mani sulla scrivania.
« Ho sentito bene? » disse « Anche Claudia è stata uccisa? »
« Si Marco purtroppo è così, qui bisogna fare in fretta, non vorrei..» Disse Anna.
« Non vorresti che? » Chiese Marco.
« Non vorrei che lo stesso destino, dovesse toccare anche alle altre due ragazze! Ormai è chiaro! Quello si vuole vendicare di qualcosa che a noi sfugge! Dobbiamo cercare in questa direzione lo sento! »
« Allora intanto avvertiamo Alessandra, non vorrei che fosse già sulle sue tracce! » Disse Marco.
Anna, risollevò la cornetta del telefono e compose il numero della società di servizi dove Alessandra lavorava.

L’auto era abbastanza vecchia, d’epoca, molto bella e ben tenuta, una Alfa Romeo spider del sessantasette di colore bianco latte. Scese giù dalla Nazionale lentamente, in direzione di piazza Capitani della montagna. Entrò nel parcheggio davanti al Central Bar, e trovato posto, parcheggiò sul lato destro della piazza, di fronte al negozio di occhiali. Se l’auto non passava inosservata tanto meno si poteva dire del conducente.
Alta, mora, trucco pesante minigonna mozzafiato, seno prosperoso, insomma tutti gli attributi della mangiatrice di uomini! Un drappello di galletti paesani, di stanza al CentraI Bar, stava già facendo i primi commenti.

La donna attraversò la strada ed entrò nel negozio di intimo attiguo quello di occhiali.
« Buongiorno! » disse Manuela, la commessa del negozio « Posso esserle utile? »
« Sì stavo cercando dei costumi da bagno, interi possibilmente! » Chiese.
« Sì ora le mostro, tra l’altro abbiamo degli ottimi prezzi, siamo già in saldo! » Rispose Manuela.
Poi cominciò a tirare fuori costumi di tutte le marche, di tutti i colori e infine…
« Ecco questi due mi piacciono! Potrei provarli? » Chiese lei.
« Certamente si accomodi pure, da questa parte! » E le indicò la cabina di prova.
Passarono alcuni minuti poi…
« Sono perfetti li prendo tutti e due! Quanto le devo? » Chiese.
Manuela, prese i costumi li ripose dentro i rispettivi contenitori, fece lo scontrino e consegnò il tutto dentro una busta.
La donna pagò, prese la busta e..
« La saluto è stata molto gentile, potrei chiederle una cortesia? » Chiese gentilmente.
« Certamente, mi dica pure! » Rispose Manuela.
« Da tanto tempo, cerco una vecchia compagna di scuola, si chiama Marina, mi avevano riferito che lavorava in questo
negozio, ma.. »
« Sì Marina lavorava con me, è già quasi un anno che non lavora più qui. Se vuole, le posso lasciare il numero di telefono del suo nuovo posto di lavoro, che dice? » Rispose Manuela.
« Lei è veramente gentile, grazie, non so come ringraziarla! »
« Si figuri per così poco, piuttosto se la sente, la saluti e le dica di venirmi a trovare, va bene? »
Le porse il foglietto con il numero telefonico di Marina, si salutarono e la donna uscì dal negozio.

L’ufficio era situato al secondo piano dell’edificio, come tutti gli uffici che si rispettino, era munito di computer.
Alessandra se ne stava dietro al monitor, con in mano il mouse intenta nel suo lavoro, quando improvvisamente il
Telefono prese a squillare. Staccò la mano dal mouse e raggiunto il telefono sollevò la cornetta.
« Pronto, servizi Team mi dica! » Rispose Alessandra.
« Buongiorno, mi chiamo Marco Balestri, vorrei parlare con.. »
« Marco sono io Alessandra, ti ho riconosciuto subito! Come stai? Tutto bene? »
« Scusa se ti chiamo al lavoro, senti, hai saputo di Giulia? » Chiese lui.
« Che ti ha lasciato? Sì lo sapevo! So che hai attraversato dei brutti momenti! » Rispose lei.
« Purtroppo…non so come dirtelo, è stata uccisa! Assassinata. » Disse Marco.
« Stai scherzando vero? »
« No affatto! E’ stata assassinata brutalmente! Sembra si tratti di un serial killer! »
« Vorresti dire…senti..non sarà…Claudia anche lei è scomparsa? » Disse in preda al panico.
« Purtroppo…stamani hanno trovato anche lei, stesso trattamento! Il corpo è stato riconosciuto da un amico.. »
« Giancarlo! Mi ha telefonato..io ho cercato di aiutarlo, niente sembrava sparita nel nulla! Santo cielo! » Disse lei.
« Senti, la situazione è abbastanza grave! Dobbiamo assolutamente vederci! E soprattutto, fare il punto della situazione con il Maresciallo dei Carabinieri che sta conducendo le indagini. Abbiamo motivo di pensare che anche tu possa essere nel mirino del serial killer! » Disse Marco.
« lo!!! Stai scherzando! Ma che storia è mai questa! E’ semplicemente assurdo! lo nel mirino di un serial killer! No…non può essere! Senti Marco, io smonto alle dodici e trenta, mi vieni a prendere? ..non me la sento di restare sola! Sono sconvolta.. »
« Ci credo! Scusami ancora, ma dovevo avvertirti, è un rischio che non possiamo correre! Senti, dobbiamo avvertire anche Marina, anche lei potrebbe essere sotto tiro. Hai sue notizie, sai dove trovarla? » Chiese Marco.
« So che ha cambiato lavoro tempo fa. È una vita che non ci sentiamo, comunque ora vedo di cercare il numero di telefono..va bene! Allora mi raccomando qui sotto alle dodici e trenta. Ciao a presto! »
« Va bene sarò puntuale non temere. Ciao! »
Marco ripose la cornetta e tirato un sospiro di sollievo disse rivolgendosi ad Anna..
« Telefoni tu al Maresciallo? Digli che prima è, meglio è! Ok? io passo un attimo a casa, poi vado da Alessandra, va bene? »
« D’accordo, e cercate di avvisare Marina, non si sa mai! Ciao. »
« Farò in modo di avvisarla, vedrai ce la faremo. Ora vado, ciao! »
Uscì dallo studio, poi via verso casa.

Il sole picchiava forte quella mattina, i sedili in pelle della Alfa Romeo centoundici, in poco tempo erano diventati roventi.
« Accidenti! » disse la donna sedendosi al posto di guida « Che scaldata, beh! Partiamo Subito così rimediamo! »
Accese il motore, il rombo inconfondibile del quattro cilindri Alfa, riempì la piazza.
Fece retromarcia, poi uscì dal parcheggio, su a sinistra in direzione della Porrettana.
All’incrocio attese parecchio, poi finalmente via, partì e prese la strada provinciale che passando per Cereglio conduce a Zocca. Passò il bivio per Labante poi avanti trecento metri sulla sinistra vide uno spiazzo all’ombra. Guardò nello specchietto retrovisore e visto che non arrivava nessuno, si fermò nello spiazzo ombreggiato che aveva veduto. Spense il motore, aprì la borsetta e prese il cellulare.
« Allora. Ecco il numero, zero cinque uno novantuno sessantatre…»
Biip… biip.. attese qualche istante poi..
« Confezioni Elle, Buongiorno…? » Chiese una voce femminile.
« Buongiorno, mi chiamo Giorgia Dalmastri, sono una cara amica della signorina Marina Lelli, so che lavora presso di voi, e mi chiedevo se gentilmente, potessi parlarle un attimo.. » Chiese lei.
« Senta non posso darle informazioni al riguardo, sa, la privacy, però in via del tutto confidenziale, il turno della signora termina alle dodici e cinquanta minuti, così se proprio ci tiene, può aspettarla alla uscita dello stabilimento. » Disse la voce.
« Bene! il vostro stabilimento dove lo trovo? » Chiese lei.
« Per la strada che conduce a Labante, cento metri sulla sinistra, non può sbagliare! Va bene? » Disse seccata.
« Molto bene grazie ancora, è stata molto gentile! »
« Non c’è di che, la saluto buongiorno! » E chiuse la telefonata.
« Bene, bene… Ora non ci resta che seguire la pollastrella!!! »
Diede un’occhiata all’orologio, le lancette indicavano le dodici e ventidue minuti.
Prese la borsetta la aprì e trovato il pacchetto delle sigarette se ne accese una. Richiuse il tutto poi con la mano indirizzò lo specchietto retrovisore verso il suo sguardo, lo sistemò bene e fissandosi negli occhi si disse..
«Cara, sei stata molto fortunata, si sa, la fortuna aiuta gli audaci! O no? Vedremo un po’ ! »

Entrò in casa quasi di corsa, appoggiò il cellulare sul tavolo e si infilò in bagno.
Aprì il rubinetto della doccia cominciando a spogliarsi, poi sotto l’acqua, iniziò a cantare una canzone di Fred Buscagliene…non che ce ne fosse bisogno, ma a lui piaceva tantissimo cantare sotto la doccia.
Uscì dopo pochi minuti con indosso l’accappatoio, si asciugò ben bene, poi si rivestì con abiti puliti.
Una pettinata veloce, una spruzzata di profumo e via giù per le scale!

Sebbene fossero pochi minuti, quell’ attesa stava diventando estenuante. Il caldo si stava facendo insopportabile. Si accese l’ennesima sigaretta e diede un’occhiata all’orologio, segnava le dodici e cinquantuno minuti..
« Ormai ci dovremmo essere, spero di riconoscerla! » E così dicendo tirò fuori dalla borsetta una foto che ritraeva Marina in compagnia di Claudia. La guardò per bene e ripose la foto nella borsetta.
Attese ancora poi in lontananza, cominciarono ad uscire dallo stabilimento alcuni operai.
Prese il binocolo che aveva nella tasca laterale dello sportello e iniziò a scrutare.
Uscirono alcune ragazze, poi qualche uomo, infine..
« Eccola è lei! Perfettamente conservata! Brava fanciulla, vedo che ci tieni alla tua salute! Molto bene, ora vediamo dove ci porta a pranzo, sempre ammesso che ci vada! »
Marina si era fermata a scambiare alcune parole con un ragazzo, alto, molto abbronzato che ricordava vagamente un attore americano degli anni settanta.
« Su carina lascia perdere Rock Hudson, e vai a casa, a quello, caso mai ci penso io, mica male il tipo! » Disse la donna guardando dentro il binocolo.
Si scambiarono alcuni convenevoli, poi Marina si diresse verso il parcheggio dove era sistemata la sua auto.
Aprì l’auto, una vecchia mini, salì accese e partì.
« Ecco, ora diamoci da fare! Vediamo di non farci seminare! » Disse la donna alla guida dell’Alfa Romeo.
La mini uscì dall’incrocio di via delle Fornaci, poi giù verso il centro del paese. All’ incrocio con la statale voltò a destra. Arrivata al semaforo dell’ ospedale, a destra, continuò ancora dritto per trecento metri, poi su a sinistra in salita. Si fermò in cima alla salita, parcheggiò e scese dalla mini.
Il palazzo in cui entrò era di recente costruzione, strano ma bello a vedersi, molto particolare.
Più sotto vi era un cantiere aperto, dove stavano costruendo una palazzina. Marina aprì il portone del palazzo, istintivamente si voltò e nello spiazzo davanti il cantiere, vide l’Alfa Romeo spider, a bordo nessuno.
Entrò nel palazzo e la porta si chiuse automaticamente.

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