Luciano Marchi – NWL n° 37, Tempo di calendari

2015/12/11, Vergato – Ecco la 37° nwl. di Luciano Marchi, le foto raccontate o meglio… i calendari!

NEWSLETTER DEL 09/12/2014
 TEMPO DI CALENDARILi vediamo un po’ da tutte le parti: sul WEB, allegati ai periodici, con o senza veline, persino come app.Sono i calendari, che, assieme agli addobbi delle strade, ci dicono che l’anno sta finendo, per lasciare il posto ad altri 365 giorni di stagioni, ricorrenze, festività, lavoro.

                                                                                                              Taviano – Sambuca Pistoiese  (PT)

L’approccio al tempo appare evidente, soprattutto oggi quando, contrariamente ai primitivi, non sono unicamente il giorno e la notte a scandire la vita, e nemmeno solo le stagioni.

C’è poi il tema della speranza, del futuro, di quanto sarà; e qui ci vengono in soccorso i ricordi scolastici, Leopardi in primis. Nel “Dialogo di un venditore di almanacchi e di un passeggere” (da Operette Morali, 1832) s’incontra un ipotetico dialogo tra un venditore di calendari e un passante.

Il primo rappresenta un punto di vista ottimistico, quasi ingenuo: l’anno venturo sarà più bello di tutti i precedenti. Il passante gli contrappone una visione pessimistica e disincantata.

In ogni caso, la felicità è sempre al futuro, nella speranza che il tempo a venire porti salute, denaro, serenità.

                                                 Locomotiva a Riola (BO)

Ecco cosa dice il venditore: “Quella vita ch’è una cosa bella, non è la vita che si conosce, ma quella che non si conosce; non la vita passata, ma la futura“.“ Coll’anno nuovo, il caso incomincerà a trattar bene voi e me e tutti gli altri, e si principierà la vita felice”. “Non è vero?”.

Non li butto più via i tuoi calendari passati”, mi dicono un giorno.

Mi fa piacere”, rispondo, “Perché?”

Siamo degli illusi, Luciano; ed anche un po’ egoisti: sempre a sperare, augurare, quasi come se la vita fosse solo davanti”. “Quella passata nessuno ce la porta via”.

No di certo, ma non torna più …”

Tante cose tornano, Luciano; e sono tutte quelle che ci siamo detti senza pensarci: promesse fatte a noi stessi e agli altri nell’euforia, quasi che le festività fossero una droga”.

Cosa vuoi dire?”, “Che ne diciamo tante …”, rispondo.

Che il passato non è nei cerchietti che lasciamo sul calendario, ma in quello che rappresentano”. “Possiamo ancora prenderli, quei segni, farli vivere anche guardando le tue fotografie”.

Oddio, cosa posso dirti?”, replico io.

Che è una questione di coraggio, e di forza; per giunta”. “La memoria si modifica, e ci cambia anche noi; spesso le immagini sono quello specchio dal quale vogliamo fuggire o essere attratti”. “Alla fine”, ha continuato, “E’ la nostra coscienza a mutare, il senso che abbiamo di noi stessi”.

                                                                                   Bacino di Suviana 

Mi sono messo a pensare, ascoltando. Ho sempre nutrito curiosità per il rapporto tra memoria, immagine e coscienza; così decisi di approfondire, di andare oltre …

Hai qualche cerchietto da portare all’anno prossimo?”, chiesi …

Torno a Vergato, in piazza, il quattro Gennaio; e poi anche altri giorni, se necessario”.

A Vergato?”

Ti meravigli?”, esclamò. “Se avessi detto Bologna o Pistoia la tua risposta sarebbe stata la stessa”. “Vedi che non c’è un legame logico con le cose che diciamo?”.

Hai ragione, ma io mi aspettavo un gesto, un’azione; non una cittadina da visitare”.

Dov’è Gennaio sul tuo calendario?”

E’ questo qui, Taviano innevata …”.

Lei era la più bella di tutte …”

Lei chi?”, cercai di capire.

Camminava senza farlo”. “Non ricordo se avesse i tacchi alti, ma il cappotto oscillava fermandosi quando doveva: per i miei occhi”. “Non so cosa mi stesse capitando, ma vedevo i fianchi e i capelli che buttava all’indietro; poi quelle caviglie sottili”. “Tutto era unito e disgiunto; per me, mi dissi”.

Son tutte belle le donne di Vergato …”, dissi intromettendomi.

Avevo in mano il tuo calendario e lo stavo sfogliando, dentro il bar”. “Lei era scomparsa, all’improvviso”.

 

Borgo di Tresana (Porretta Terme)

Un’apparizione …”, dissi

Quella che avvenne dopo”. “Fu lei ad aprire la porta, io stavo uscendo …”. “Ciao, mi disse; io non riuscii a rispondere”. “Era ancora più bella, vera; si appoggiò al bancone con delicatezza, alzando leggermente un piede”. “Sono stato a guardarla: era il 4 Gennaio”.

L’hai rivista?”, domandai.

Tante volte”. “Sono tornato spesso a Vergato”. “I vestiti erano diversi, ma le accarezzavano i fianchi come il cappotto della prima volta; e poi camminava sempre senza saperlo”.

L’hai conosciuta”, fu la mia domanda.

Lo farò il prossimo anno, il 4 Gennaio; e porterò tutti i tuoi calendari, facendole vedere il mio tempo e le immagini dei miei pensieri: anche quegli anni sono i nostri”.

Auguri Luciano

Auguri a te”.

            Luciano Marchi

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