“Là dove scorre il Reno: antichi opifici nelle zone di Marzabotto, Vergato, Castel D’Aiano”

ADA_Opifici-2014-0012014/12/18, Vergato – Frutto di una ricerca durata a lungo e con la collaborazione di alcuni noti cittadini vergatesi, da Maurizio Nicoletti, Alfredo Marchi e Luciano Piacenti, ecco la presentazione ufficiale del volume- sabato 20 alle ore 10,00 in biblioteca presentazione del volume “Là dove scorre il Reno: antichi opifici nelle zone di Marzabotto, Vergato, Castel D’Aiano

a cura dell’associazione ADA: Via Serena 2/2 40127 Bologna Tel 051/551172 Fax 051/551437 – www.adaemiliaromagna.org

Prefazione

ADA_Opifici-2014-003Questa pubblicazione segue di alcuni anni un’altra, che aveva come titolo: “Sulle tracce dei mulini … nel territorio di Marzabotto”, accolta favorevolmente per il rigore nella ricerca e nella documentazione con il quale gli autori avevano operato. Lo stesso metodo e lo stesso criterio è stato adottato per questo percorso “fluviale” che comprende opifìci mossi dalla forza dell’acqua, o in cui l’acqua rappresenta una parte vitale, in un comprensorio più ampio del precedente. Immagini, ricerca e testimonianze si intrecciano strettamente facendoci rivivere un tempo ormai trascorso.

Infatti, le belle immagini che troverete in questo volume, sembrano provenire da un lontano passato, esse ci ricordano le storie, i racconti dei nostri vecchi, i mestieri e le tradizioni antiche di un’epoca ormai lontana.

L’Associazione ADA Emilia-Romagna (Associazione per i Diritti degli Anziani) ha voluto recuperare con questa seconda pubblicazione, la memoria ambientale, storica di una comunità che gravitava intorno alla vita degli antichi opifìci nella zona di Marzabotto, Vergato e Castel D’Aiano. Opifìci che sfruttavano l’acqua come forza motrice, che si presentano a noi come antichi testimoni di un passato ancora in grado di insegnare qualcosa.

ADA_Opifici-2014-005_1Nella ricerca sono stati seguiti, passo dopo passo, sentieri e strade millenarie che raccontano di un microcosmo che ruotava attorno alla vita del fiume, centro di varie attività, con le usanze, i costumi, le tradizioni e le culture contadine ormai perse nel tempo. La ricognizione sul territorio è stata affiancata dallo studio delle fonti storiche, bibliografìche ed archivistiche, dalla catalogazione di documenti scritti e fotografici dei luoghi particolarmente significativi, nonché dalla raccolta della memoria storica di testimoni privilegiati, anche se ormai sono pochi i nativi del luogo in grado di riportare alla luce storie e leggende e darne un significato. Molti volontari dell’associazione sono originari del territorio o vi abitano comunque da diversi anni e sono quindi legati affettivamente alla zona ed interessati ad un suo recupero. A loro si deve anche la ricerca degli aneddoti, dei racconti che aiutano a ricomporre i pezzi di una storia comune tra credenze e tradizioni, passato e presente.

Il progetto ha un valore sociale proprio perché stimola il senso di identità e di appartenenza al territorio della comunità. Appartenenza intesa come coscienza diffusa e condivisa di un patrimonio comune di radici, di tradizioni di esperienze e di saperi messi a frutto nel tempo dalle comunità locali. Questa esperienza ci ha consentito di fruire di uno straordinario e prezioso patrimonio culturale, artistico ed ambientale.

L’intento di questo volume è quello di contribuire a far conoscere un patrimonio di beni culturali, ambientali e storici poco conosciuto, per attrarre e generare interesse, coinvolgere la comunità nel raccontarsi, comprendendone il percorso e le mutazioni, diventando, allo stesso tempo, partecipi di un processo di salvaguardia del territorio, custodi della memoria della comunità in cui si vive, valorizzando e godendo in modo responsabile dei beni e delle risorse che appartengono a tutti, diventando, di conseguenza, produttori di cultura.

Ringrazio la Fondazione Del Monte di Bologna e Ravenna per l’attenzione accordata alla nostra associazione, il cui contributo ha reso possibile questa pubblicazione.

La Presidente ADA Emilia Romagna Francesca Specchia

L’associazione di volontariato A.D.A. ( associazione per i diritti degli anziani)costituita e registrata a Bologna il15/06/1995 e iscritta al Registro Regionale del Volontariato .con Determinazione n° 5067/96 , opera nel campo della promozione, valorizzazione e tutela dei diritti degli anziani Negli obiettivi strategici e generali dell’ADA vi è la qualità della vita delle persone anziane che comprende non solo essere in buona salute, avere servizi socio-sanitari diffusi nel territorio, avere un reddito economico dignitoso, ma significa anche avere una maggiore ricchezza di relazioni sociali e culturali, praticare attività ricreative, coltivare interessi, vivere una vita utile e piacevole. L’ADA in questi anni si è adoperata per aumentare il livello di pari opportunità e di partecipazione attiva degli anziani alla vita sociale cercando di rimuovere anche quelle barriere culturali che derivano dall’ esclusione dei normali circuiti formativi, di sopperire con progetti di educazione permanente alla scarsa diffusione di programmi di formazione ed informazione rivolti agli anziani, di contrastare il perdurare di stereotipi per cui l’anziano viene considerato esclusivamente come “malato/bisognoso di assistenza”, con una concezione molto limitante dei loro interessi che rischiano di provocare con il tempo una vera e propria disuguaglianza sociale generazionale. In questi anni alcuni dei nostri volontari hanno cercato di recuperare la memoria ambientale e storica della comunità in cui vivono. In questo senso le pubblicazioni realizzate , frutto di approfondite ricerche sul territorio, hanno un valore sociale proprio perché stimolano il senso di identità e di appartenenza intesa come coscienza diffusa e condivisa di un patrimonio comune di radici, di tradizioni di esperienze e di saperi messi a frutto nel tempo dalle comunità locali. Questa esperienza ci ha consentito di fruire di uno straordinario e prezioso patrimonio culturale, artistico ed ambientale. Questa pubblicazione segue di alcuni anni un’altra che aveva come titolo: “Sulle tracce dei mulini…nel territorio di Marzabotto” accolta favorevolmente per il rigore della ricerca e della documentazione. Lo stesso metodo e lo stesso criterio è stato adottato in questo percorso “fluviale”in cui l’acqua rappresenta una parte vitale, in un percorso più ampio del precedente.