Il “Quadernino labantese” – 2° uscita, agosto 2006

15/06/13, Labante – Riproponiamo Il “Quadernino labantese” con la 2° uscita, agosto 2006. Un’esperienza unica per contenuti e durata. Dopo l’allarme lanciato per l’imminente chiusura, ecco aprirsi uno spiraglio, Giusy inchiodata dalle richieste pressanti del presidente della Pro Loco di Labante, Stefano Colombarini, non mollerà. Sempre disponibile a passare il testimone alle giovani generazioni, sta preparando la nuova uscita. Restiamo in attesa di ricevere il nuovo numero. Brava Giusy!

Alcuni stralci presi dal giornalino…

DI TUTTO UN PO’; PROVERBI E DETTI POPOLARI.
• Chi scava una fossa con cattiveria rifinisce dentro,
• I nonni sono cavalli selvaggi, domati dai figli, per essere poi cavalcati dai nipoti.
• Chi lavora fa errori; chi non fa niente non fa neppure quelli.

PER RIDERE E SORRIDERE:

II marito alla moglie: ” Non capisco come si possa chiamare cappello quell’affare che hai sulla testà!”. Lei: ” Ed io non capisco come si possa chiamare testa quell’affare che hai sotto al cappello”.

II dentista al cliente: “Guardi che la banconota che mi ha dato è falsa!”
Cliente: ” E ‘ come il dente che mi ha messo, dottore !”

Memoria inossidabile – “Lo sai? Cario ha confessato tutto a sua moglie !”
” A si?!… Che coraggio !”
“No. . . . Che memoria !”

CHE SIGNIFICANO? …..

Parole dialettali della zona degli Appennini tra il RENO e il PANARO:

ARBELTA: specie di porta a ribalta sul pavimento delle camere da letto che chiudeva la scala di legno e che si doveva sollevare per poter passare.
ENDES: uovo che si lasciava nel nido delle galline per invitarle a deporre le loro prossime uova sempre nello stesso nido; se per caso si rompeva era molto purulente.
STROPLA: giovane arbusto, molto flessibile, solitamente di castagno o salice; oltre che per fare ceste e cestoni si usava per legare covi di grano e fascine ma anche per spronare all’obbedien^a le mucche e non solo. . . (ahimè nelle gambe qualche volta anch’io le ho sentite. . .)
CORGA: grande cesto rotondo e rado fatto con le “strèpei” che serviva per trasportare fieno, paglia e foglie o per intrappolare la chioccia affinchè non portasse lontano i pulcini, così stavano tutti lì vicino alla “corga” dalla quale, passando dai larghi buchi, potevano fare dentro e fuori.
All’occorrenza, in campagna, serviva anche per adagiarvi i neonati.

BOSCHI A LABANTE

Verde Labante boscato, verdi vallate.
Boschi che ricoprono i monti d’intorno: Castellana,
Spocchione, Valbura, Belvedere e Finocchia, e copron
le sponde, le valli laggiù fino in fondo dove l’Aneva,
limpida e rapida, scorre. Boschi ombrosi e copiosi di
risorse vitali e preziose. Boschi, che ad ogni stagione,
cambian la veste al paese. Passato il candor della neve,
che lascia un grigiore sopito e spogliato, a primavera si
destano i boschi e si veston di nuovo.

Colorati si fanno ad aprile
con il bianco dei ciliegi selvatici in fiore,
col tenue verde delle giovani foglie che s’aprono al sole
con l’ocra rosato delle nuove gemme dei pioppi
che costeggiano i rivoli e i fossi.
In breve si aggiunge il giallo vivace di ginestre odorose,
segue il biancore dei grappoli fioriti e abbondanti
degli acaci coi rami frondosi, pendenti e copiosi.

D’estate, ci donano i boschi, un verde intenso e variante,
ci invitano a percorrere gli ombrati sentieri,
a godere dell’aria refrigerante,
a raccogliere funghi di cui sono ricchi
ma che nascondono, tra eriche, foglie, felci   e cespugli.
Ci incantano i fiori: l’achillea, le bugole rosa,
le margherite, la violacea scabbiosa,

IL selvatico garofanino e ancora tanti che han preso i posti
dei già sfioriti anemoni, primule^ viole e trifogli.
Giungendo l’autunno gli alberi si fan variegati.
Maturano nei rovi le mote, si fan rosse le bacche
delle rose canine, biancospini, tamari e sambuchi alpini.
Bluastri e maturi diventano i prugni spinosi
e i sorbi di bosco si fanno succosi.
I nostri monti si macchiano di tiepidi gialli,
di tocchi di rosso, di ocre calde e svariate a cui il verde,
ormai stanco, sbiadendo si arrende.

E’ un meraviglioso accostare armonioso di stupendi colori.
E’ un bellissimo, incantevole quadro dell’arte più pura,
firmato dall’autore migliore: Natura.

Ecco il numero 2 – Agosto 2006

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