Graziano Uliani – Noi vergatesi siamo sempre stati considerati gente un po’ ignorante
2015/10/15, Vergato – Noi vergatesi siamo sempre stati considerati gente un po’ ignorante. Io direi che siamo soltanto un po’ burloni. La stessa parlata vergatese è un po’ sgarbata e non così raffinata come quella del bolognese “cittadino” che abbiamo sempre considerato un po’ “blagone”. Chi veniva da fuori non riceveva spesso un buon trattamento e ricordo un forestiero che apostrofò gli avventori del Bar Gatti con un “ ….Vergato, luogo di cervelli fermi”. E’ un fama che ci accompagna da secoli e ricordavo che già alcuni studiosi avevano affrontato l’argomento Mi ha aiutato Alfredo Marchi nel ritrovare tracce in due importanti volumi.
L’abate Serafino Calindri nel suo Dizionario Corografico d’Italia del 1782, dopo aver chiamato il palazzo comunale “piccola abitazione” e descritto il borgo di 264 anime che “….suol seppellire un anno per l’altro quattro morti adulti, lo che non pare prometta buona aria, ma deve rinsondersi la principale cagione nel modo di vivere e di convivere di questa inquieta popolazione” e aggiunge ancora “…di questo territorio, i di cui abitatori d’indole non troppo quieta, di pochissima coltura, inclinati al riposo, niente son portati all’agricoltura…..molti sono gli artieri e le botteghe, dedito essendo al traffico ed al commercio il basso popolo….”
La descrizione non piacque molto al vergatese Dr. Ignazio Simeone Ruggeri che nel suo libro “Le Chiese Parrocchiali della Diocesi di Bologna” del 1845 scrive: “l’Abate Calindri non è veridico….dice che il Palazzo Comunale è una piccola casuccia; ma giova sapere che, senza aver avuto dopo la visita del sig. Abate la benché minima ampliazione, essa contiene senza angustia una spaziosa sala per le sedute consigliari, un piccolo teatro, la residenza del Priore, la Segreteria, l’Archivio, l’abitazione del segretario, quella pel Dispensiere, e quella del Custode delle Carceri e di loro famiglie …..Il Calindri (e molti lo credono) si sarà vendicato di un cattivo pranzo, come ha fatto il Capitano Hall ospitato da un Magnate di Ungheria, che nel suo libro ha biasimato il pranzo, l’ospite e il paese, sacrificando la verità”.
Il Ruggeri nel difendere la grandezza di Vergato mi riporta in mente un simpatico detto popolare :
“ Fat in là ca soo ed Vargà, aiò l’acqua e al cesso in cà!”