L’Unione dell’Appennino Bolognese si schiera a sostegno dei Vigili del Fuoco

151125_VN24_Monzuno_distaccamento_vigili_Monzuno copia2015/11/26, Vergato – “L’Unione dell’Appennino Bolognese si schiera a sostegno dei volontari dei Vigili del Fuoco per valorizzarne l’operato e garantirne la presenza sui territori montani”.
Nel comunicato si fa riferimento all’ordine del giorno della giunta dell’Unione dei Comuni dell’Appennino Bolognese con la quale si sostiene la necessità di garantire il prezioso servizio dei Volontari del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, presenti in unione a Castiglione dei Pepoli, Monzuno e Gaggio Montano.

– L’Unione dell’Appennino Bolognese si schiera a sostegno dei volontari dei Vigili del Fuoco per valorizzarne l’operato e garantirne la presenza sui territori montani

Sono impegnati nell’estinzione degli incendi, nella salvaguardia della vita umana, degli animali e dei beni attraverso servizi di soccorso tecnico. Sono sempre in prima linea al fianco dei cittadini nei momenti di maggiore pericolo: sono i volontari del Corpo Nazionale dei vigili del fuoco, che sull’Appennino Bolognese operano con tre sedi a Castiglione dei Pepoli, Gaggio Montano e Monzuno.

Si tratta di cittadini che scelgono di servire la propria comunità fornendo un servizio essenziale con oneri estremamente ridotti, eppure denunciano una situazione che si sta facendo sempre più difficile, evidenziando preoccupazioni che l’Unione dei Comuni dell’Appennino Bolognese ha deciso di condividere formalmente con un ordine del giorno approvato dalla Giunta dell’Unione.

Le difficoltà sono principalmente legate all’adozione negli ultimi anni di una serie di provvedimenti di carattere legislativo e regolamentare che hanno via via ridotto la possibilità di reclutamento e l’operatività dei distaccamenti volontari del Corpo nazionale vigili del fuoco. Tanto per fare qualche esempio un aspirante volontario oggi deve sostenere a proprie spese visite mediche ed esami il cui costo supera i 400 €, mentre per conseguire la patente di guida del Corpo, necessaria per  la conduzione degli automezzi destinati al soccorso, occorre frequentare un corso di quattro settimane in orari che spesso coincidono con quelli lavorativi.

Ma quel che è peggio è che è stato avviato l’iter legislativo per l’approvazione di un decreto che prevede l’abbassamento del limite massimo d’età e del bacino territoriale da cui attingere per il reclutamento, nonché norme di dettaglio sulla composizione delle squadre, addirittura più stringenti rispetto a quanto previsto per il personale in servizio permanente dello stesso Corpo nazionale. Si è arrivati persino all’ipotesi di procedere all’azzeramento dei rimborsi spettanti ai volontari Vigili del Fuoco che effettuano interventi anche durante il proprio orario di lavoro.

Tutto ciò risulta di difficile comprensione, se si considera  che tutti i paesi dell’Unione Europea il ruolo dei volontari è fondamentale: i professionisti infatti si occupano dei soccorsi specialistici, della ricezione delle richieste di intervento e della formazione, ma prestano servizi di soccorso tecnico urgente solo nei maggiori centri urbani, dove è giustificata la presenza di personale retribuito a tempo pieno perché più frequenti le richieste di intervento. In Francia, Germania, Svizzera e Austria sono centinaia di migliaia i pompieri volontari, a fronte di decine di migliaia di professionisti.

Solo grazie ai volontari la presenza sul territorio di personale qualificato può essere garantita in maniera capillare senza stravolgere pesantemente la spesa pubblica, visto che un distaccamento permanente di 26 professionisti può costare più di un milione di euro l’anno.

Non è un caso che la Regione Emilia-Romagna e i comuni del territorio abbiano investito molto negli ultimi anni per la creazione di distaccamenti volontari del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, ricevendo un servizio efficace ed apprezzato dalle istituzioni e dai cittadini.

Ma se reclutare i volontari diventa così complicato e assumere professionisti in questo momento di revisione della spesa pare improbabile, allora non deve stupire che il Coordinamento Pompieri dell’Emilia-Romagna denunci come il rischio della chiusura di molti distaccamenti si faccia concreto, ed è quello che l’Unione dell’Appennino Bolognese vuole scongiurare, sollecitando a tal fine il Ministero dell’Interno, il presidente della Regione Emilia-Romagna e il Prefetto di Bologna.

“Noi sindaci abbiamo ricevuto con preoccupazione la segnalazione da parte del Coordinamento Pompieri dell’Emilia-Romagna sulla condizione dei volontari e sulle fosche previsioni per il futuro. In un momento in cui in tutti i settori il volontariato è una risorsa preziosa perché lo Stato non riesce più a fornire tutti i servizi, ci sembra doveroso riconoscere l’impegno dei volontari dei vigili del fuoco e promuovere ogni iniziativa che agevoli il loro operato e la loro permanenza sui territori montani”  ha commentato il presidente dell’Unione dei Comuni dell’Appennino Bolognese Romano Franchi.

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