Carabinieri – Controllo opifici a Bologna e provincia, denunciata la titolare 44enne.

VN24_carabinieri-Vergato copia2016/05/26, Bologna – Controllati opifici – sequestrato laboratorio tessile per violazione delle norme per la salute e la sicurezza dei lavoratori – denunciata la titolare 44enne.

I Carabinieri del N.A.S. di Bologna, unitamente a personale del locale Nucleo Ispettorato del Lavoro Carabinieri, hanno svolto attività ispettive nei confronti di opifici siti in Bologna e provincia al fine di verificare il rispetto delle normative in materia di tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro prevista dal Decreto Legislativo 81/2008.

Nel corso dei controlli, presso un’azienda tessile operante in provincia di Bologna, gestita da una 44enne di nazionalità extracomunitaria, con circa dieci dipendenti, i militari hanno riscontrato numerose irregolarità in materia dei requisiti imposti dalla normativa per l’idoneità dei luoghi di lavoro. In particolare, nel corso dell’ispezione è emerso che nel laboratorio erano installate, in assenza di autorizzazione per il consumo delle vivande, attrezzature per la preparazione, la cottura e il consumo dei cibi. I luoghi di lavoro non presentavano il necessario e decoroso stato di pulizia e di igiene e all’interno del locale refettorio venivano alimenti in cattivo stato di conservazione e di dubbia provenienza. L’accertamento consentiva, inoltre, di constatare palesi violazioni afferenti la normativa relativa agli impianti elettrici e alla presenza di misure antincendio. All’esito del controllo, al fine di tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori, l’opificio è stato sottoposto a sequestro giudiziario e la titolare è stata denunciata alla competente Autorità Giudiziaria per l’omessa attuazione delle procedure di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro. Il valore della struttura sottoposta a vincolo è di circa 500mila euro.

All’interno del locale refettorio venivano rinvenute delle apparecchiature refrigeranti e congelanti,
contenenti degli alimenti in cattivo stato di conservazione e alimenti di dubbia provenienza.
I locali e le attrezzature dell’area refettorio sono risultati completamente imbrattati di olio e grasso e
alcune pareti recavano l’intonaco staccato. Sul soffitto era presente intonaco bruciato dai fumi di
cottura e i fornelli della cucina erano collegati, in maniera “anomala”, ad un condotto del gas ed i
locali erano infestati da scarafaggi.
Contrariamente a quanto dettato dalla normativa, una zona del locale, posta all’interno dell’area di
produzione, era stata adibita a dormitorio stabile, senza che gli stessi locali possedessero i requisiti
di abitabilità prescritti per le case di abitazione, e l’arredamento necessario per rispondere alle
esigenze essenziali dell’igiene.
La pavimentazione era stata realizzata senza tener conto di quanto previsto dalle norme ed era stata
realizzata una sovra pavimentazione in legno, recante delle buche e delle fessure, con rischio di
caduta da parte dei lavoratori. Inoltre erano presenti molti materiali ingombranti, tali ostacolare la
normale circolazione di dipendenti e non erano presenti idonee uscite di emergenza.
Contrariamente alle norme sull’illuminazione naturale e artificiale sui luoghi di lavoro, tutte le
finestre erano state oscurate con appositi teli di plastica di colore scuro, creando un ambiente di
lavoro dotato di scarsa illuminazione.
Nel corso del sopralluogo, inoltre, venivano stati rilevati vari allacciamenti elettrici improvvisati,
con uso di cavi conduttori di corrente elettrica pericolosi e non contenuti entro canalette di
contenimento e quindi soggetti a potenziale contatto meccanico, nonché cavi di altre
apparecchiature elettriche e/o comunque estranee al settore produttivo, oltre che fili elettrici
scoperti e delle prese di corrente prive di adeguata protezione. Non risultavano presenti estintori.

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