Crisi Saeco: per i dipendenti in mobilità l’opportunità di riqualificarsi attraverso la formazione
2017/01/14, Gaggio Montano – Crisi Saeco: per i dipendenti in mobilità l’opportunità di riqualificarsi attraverso la formazione. Dopo poco più di un anno dall’inizio della crisi Saeco è possibile trarre un bilancio delle iniziative intraprese e delle prospettive per i lavoratori in uscita.
14 gennaio 2017 – A metà novembre sono entrati in mobilità i dipendenti della Saeco, ma per loro le istituzioni si sono attivate per tempo per offrire valide prospettive per il futuro.
La crisi della Saeco si apre a novembre del 2015 con l’annuncio di 243 esuberi, su un totale di 558 persone: pochi mesi dopo, a febbraio 2016 a Roma, si firma un’intesa tra Philips Saeco e Ministero delle Attività Produttive, Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Regione Emilia-Romagna, Città Metropolitana di Bologna e Comune di Gaggio Montano. Ad aprile 2016 la Giunta regionale, per rispondere in tempi rapidi alla crisi Saeco o ad altre similari, approva un bando pubblico per azioni di politica attiva del lavoro con uno stanziamento di un milione di euro, prevedendo che le misure di reinserimento occupazionale, orientamento e formazione destinate ai lavoratori, vengano utilizzate entro 12 mesi dall’avvio della mobilità. Il 9 novembre la Giunta regionale approva la proposta di piano di intervento per i dipendenti ex-Saeco presentata dall’istituto di formazione IAL (Innovazione Apprendimento Lavoro Emilia Romagna) in risposta al bando pubblico.
A un anno circa dall’intesa si possono già trarre i primi bilanci: tutti i lavoratori sono stati contattati dall’Agenzia Regionale per il Lavoro competente per le azioni di presa in carico. Dai contatti è emerso che 153 lavoratori hanno dichiarato il proprio interesse a percorsi di politiche attive del lavoro, mentre i rimanenti hanno preferito scelte diverse di natura individuale.
Lo IAL, che collaborerà anche con altre realtà di formazione territoriali, si è posto l’obiettivo di incontrare questi 153 ex-dipendenti entro la fine di gennaio; ad oggi sono un centinaio i lavoratori che hanno già fatto un colloquio e di questi 93 hanno chiesto di poter seguire un percorso di orientamento specialistico.
Nell’ambito poi di “Progetti di impresa”, attività realizzata nell’ambito della collaborazione con la Città metropolitana di Bologna, il SUAP dell’Unione dei comuni dell’Appennino bolognese ha ricevuto una trentina di persone interessate ad intraprendere un percorso di auto-imprenditorialità: alcune attività sono già state avviate o sono di prossima apertura, per altre sono in corso ulteriori approfondimenti. Si stanno poi conducendo azioni per chi fosse interessato ad insediare attività di impresa in Appennino: in questa logica rientra la convenzione tra Unione e Unindustria Bologna per la promozione delle aree disponibili per nuovi insediamenti industriali e forte è l’impegno delle istituzioni la per la reindustrializzazione dei siti produttivi dismessi.
Elisabetta Tanari, sindaco di Gaggio Montano, ha commentato “Comprendo bene lo stato d’animo dei lavoratori della Saeco e rinnovo la mia vicinanza a loro e alle loro famiglie. Tuttavia, a fronte di alcune polemiche in circolazione, non mi sembra corretto affermare che non sia stato fatto nulla per loro. Penso agli investimenti previsti per la formazione, alla consulenza che forniamo per chi vuole intraprendere una attività autonoma. Ci sono imprenditori che hanno annunciato l’interesse a investire sul territorio. E non dimentichiamo lo studio sulle opportunità imprenditoriali possibili ed il patto territoriale per il lavoro che ci ha visti impegnati con altri enti locali. Ritengo pertanto che non si possa parlare di lavoratori abbandonati, anzi spero sia possibile ottenere risultati analoghi per tutte le drammatiche crisi lavorative dell’Appennino“.
Per Massimo Gnudi, consigliere metropolitano delegato allo Sviluppo economico, Turismo, Politiche del lavoro e Politiche per l’Appennino bolognese “Sulla vicenda c’è stato un forte impegno da parte dei diversi livelli Istituzionali a partire dal Governo, dalla Regione, dalla Città Metropolitana, dall’Unione dell’Appennino Bolognesee dal Comune. Sono stati messi in campo con la collaborazione delle Associazioni di Categoria e le Organizzazioni Sindacali strumenti nuovi come il Patto Territoriale per il Lavoro, lo studio sulle opportunità imprenditoriali realizzabili in Appennino e importanti risorse per la formazione. In queste settimane sono in corso gli incontri con i lavoratori per verificare la loro disponibilità a partecipare a corsi di formazione specializzati per fornire concrete occasioni di nuova occupazione. Questi impegni sono monitorati costantemente, ovviamente ci vorrà tempo per vedere i risultati di questi sforzi.”