Ospedale civile di Vergato, dott. Augusto Fini direttore – Rendiconto medico-chirurgico dal luglio 1920 al luglio 1929

Dott. Augusto Fini

2017/03/17, Vergato – Un documento del 1929 dall’archivio di Alfredo Marchi, un tassello che si aggiunge alla storia dell’Ospedale di Vergato.

OSPEDALE CIVILE DI VERGATO – Dott. AUGUSTO FINI DIRETTORE – RENDICONTO MEDICO – CHIRURGICO
dal luglio 1920 al luglio 1929

Nel luglio 1920, mi assunsi la responsabilità di dirigere questo Spedale, sapendo di potermi valere dei consigli e degli insegnamenti dell’ Ill.mo Gr. Uff. Prof. Umberto Monari.
Egli, infatti, con paterna benevolenza ed assiduità degne della grandiosità del Suo Ingegno e del Suo Valore, mi fu di guida costante, sia al letto del malato che al tavolo operatorio.
In questo modo, mi è stato possibile accrescere continuamente le mie cognizioni e la mia pratica nelle discipline mediche e chirurgiche ed ho potuto assistere e curare, come oggi si conviene, tutti i malati ricoverati in questo Spedale e compiere numerosi interventi operatori. Poiché questi sono stati eseguiti nell’Ospedale ed elencati, per ordine di tempo, in apposito registro, credo opportuno farne un quadro riassuntivo, attenendomi alle diverse regioni topografiche per permettere una rapida visione del lavoro compiuto e dei risultati ottenuti.
Altrettanto ho fatto per i malati ricoverati nel Riparto di Medicina.
In questo riassunto, come nel registro delle operazioni, non sono compresi *
gl’ interventi eseguiti in ambulatorio (come tonsillotomie, riduzioni di lussazioni, asportazioni di unghie incarnite, estrazioni di denti, ecc.); cosi pure nulla ho detto delle non poche operazioni ostetriche, compiute a domicilio in dieci anni di esercizio professionale.
Credo superfluo illustrare i metodi seguiti nell’esecuzione delle operazioni,
essendo stati quelli più comunemente adottati dalla moderna chirurgia; come nulla dico della disinfezione delle mani, del campo operatorio e del materiale per le operazioni, limitandomi solo a notare che, nei casi asettici, adoperai costantemente seta, anche per le suture profonde, senza mai avere inconvenienti; mentre riservai il catgut per i casi settici.
Quanto alla narcosi, usai quasi sempre l’etere; come per le anestesie locali, mi attenni alla novocaina.

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