Le “maitinate” A proposito di burle e scherzi. Succedeva a Vergato ma anche a Vedegheto.

2018/01/03, Vergato – Le “maitinate” A proposito di burle e scherzi. Succedeva a Vergato ma anche a Vedegheto.

Ritorna Umberto con le burle e gli scherzi che hanno avuto il merito di essere ricordate, danni materiali? Non sempre, ma a noi interessa lo spirito di chi organizzava “scherzi” segni di un tempo dove si poteva anche ridere e far ridere, nulla con gli atti di vandalismo fatti con l’intenzione di dar danno.. oltre quelli già citati, ricordate il furto dei leoni per il carro di carnevale o di un’altro diventato famoso e che andremo a raccontare?

Per le giovani generazioni…guardare ma non imitare! Gli scherzi, come diceva quel tale…bisogna essere capaci di organizzarli e farli.

Rileggendo  libro “Vergato” di Paolo Guidotti si racconta un usanza oggi del tutto dimenticata le “maitinate”

“Svago di ragazzi e giovanotti, ora innocente ora di sollecitazioni astiose e, comunque, di senpre sottile ostilità, erano le “maitinate” cioè a dirla con una definizione della polizia “quel strepitoso suono fatto con falcie di fieno, coppi, tamburetti, strumenti di ferro accompagnato da grida, ululati presso l’abitazione “ degli sposi di seconde nozze.

Se i novelli, per la seconda volta, sposi, per lo più maturi d’età, volevano evitare il fracasso molesto e irrispettoso, dovevano stare al gioco, assoggettarsi ad apprestare una festa da ballo o altri divertimenti o regalie.

Notturne serenate non sempre di dolci parole, spesso di versi onomatopeici irriverenti, talchè lo sposo, a volte, rispondeva con l’archibugio per lo più sparando per l’aere, ma non per questo senza scomodare la corte per processi verbali…”

Ricorda mia suocera che questa usanza detta anche “zanfunia” era ancora in uso negli anni 50, vittima fu una vedova di Vedegeto nel giorno del suo matrimonio, essendo una sposa di seconde nozze, dopo che il prete aveva celebrato le nozze, si vide accompagnare, nel tragitto dalla chiesa alla casa del marito, luogo dove erano organizzati i festeggiamenti, da un gruppo assai numeroso di giovani rumorosi che battendo su lamiere, pentole, coperchi e altri suppellettili creò un certo frastuono.

Questi giovani che già nelle notti precedenti, nascosti nell’oscurità, avevano rivolto alla sposa lo stesso trattamento, suonando all’impazzata sotto le finestre di casa.

Ancora una volta, sperando di ottenere con questo baccano un invito ai festeggiamenti, erano pronti a disturbare la quiete di un paesino per loro troppo tranquillo.

Umberto B.

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