Parrocchia di Vergato; Brevi notizie storiche

Don Pasi e le colonie marine

2018/09/09_Vergato – La mostra fotografica è aperta h24, sotto i portici della chiesa, i 440 anni, tappa fondamentale per la vita del villaggio, come lo chiama il maestro. Si definirà una data per una proiezione video dove sono state raccolte le immagini e le voci dei protagonisti non dei 440 anni ma dalla fine della seconda guerra mondiale a oggi. Il percorso incontra i ragazzi del CTG, don Giorgio, don Pasi, i cappellani, matrimoni e funerali, suore e vescovi fino ai giorni nostri…

Franco Gamberi ripercorre invece tutta la storia della Parrocchia in queste poche pagine;

PARROCCHIA DI VERGATO; BREVI NOTIZIE STORICHE

Vergato, fra il ‘400 e il ‘500, era divenuto un borgo importante al centro della Val del Reno dipendente da Liserna, ma nel 1578 ottenne l’autonomia amministrativa e nello stesso anno l’Arcivescovo di Bologna, Gabriele Paleotti, la creò parrocchia con il titolo di Santa Maria Visitante e nominò primo parroco il vergatese don Agostino Bonafè. Nel 2018 ricorre dunque il 440° anniversario dell’istituzione della nostra parrocchia. Assieme a questa ricordiamo altre due date particolarmente significative per la vita religiosa e civile di Vergato:

maggio 1578 – L’arcivescovo di Bologna, Gabriele Paleotti, istituisce a Vergato la nuova parrocchia intitolata a Santa Maria Visitante

agosto 1944 – Ottava incursione aerea su Vergato, molte sono le vittime, distrutto metà del paese, rasa al suolo la chiesa, gravemente lesionato il palazzo comunale

agosto 1954 – Il cardinale Giacomo Lercaro consacra la nuova chiesa di Vergato, intitolata al Sacro Cuore di Gesù e al Cuore Immacolato di Maria

Dal 1578 al 1941, alla guida della parrocchia di Vergato si succedono venti parroci. La piccola chiesa con un muro in comune con il palazzo dei Capitani per inglobare l’immagine della Madonna delle Grazie, nel corso degli anni venne arricchita di altari laterali, di arredi, della cantoria e del campanile. Il pavimento della chiesa e il terreno dietro l’abside furono i primi luoghi di sepoltura dei defunti fino all’editto napoleonico di Saint Cloud, quando il cimitero venne trasferito fuori dell’abitato nel luogo che ancora oggi chiamiamo Cimitero Vecchio. Nel 1903 si dovette nuovamente affrontare il problema del trasferimento del cimitero, perché dove era non aveva più possibilità di espansione, chiuso da un lato dal Fiume Reno e dall’altro dalla linea ferroviaria, così si costruì il nuovo camposanto nel luogo dove si trova ancora ai nostri giorni.

Nel Cronicon  parrocchiale don Ettore Mattioli scriveva che stava pensando ad una nuova chiesa più ampia, ma nel 1940 scoppiò la guerra e nel 1944 la vecchia chiesa venne completamente distrutta. Nei dieci anni che trascorsero in attesa della costruzione della nuova chiesa, le funzioni religiose vennero celebrate prima nell’androne di casa Bontà e poi nel salone del ricostruito Asilo Burdese. Fino agli anni 50 svolsero il loro servizio per l’Ospedale e per l’Asilo le suore del Cotolengo, poi il loro ordine ebbe necessità di trasferirle in altro luogo, nel 1952  subentrò così l’ ordine fondato da Santa Clelia Barbieri, le suore Minime dell’Addolorata, che ancora oggi operano nella nostra scuola materna e svolgono un preziosissimo servizio in molte altre attività della parrocchia.

Quando si trattò di decidere dell’ubicazione della nuova chiesa in paese nacque un acceso e appassionato dibattito fra chi voleva che la chiesa sorgesse dove c’era stata quella distrutta e chi ipotizzava la costruzione nell’area compresa fra il parco dei Caduti e il torrente Vergatello, soluzione quest’ultima che avrebbe consentito anche una funzionale sistemazione delle opere parrocchiali.

Un referendum votato dai capifamiglia, al termine di una affollata assemblea, stabilì che la nuova chiesa sorgesse dove la vediamo oggi. Dal 1941 ai nostri giorni si sono succeduti a Vergato tre parroci: monsignor Enzo Pasi, don Giorgio Pederzini, don Silvano Manzoni. Don Enzo prese possesso della parrocchia di Vergato il 25/5/1941, l’Italia era in guerra e di lì a poco la guerra si sarebbe abbattuta con particolare intensità anche sul nostro paese provocando, per circa venti mesi, lutti, distruzioni e sfollamenti della popolazione. Dopo la liberazione ai vergatesi che tornarono si presentò una visione sconvolgente: cumuli di macerie, scheletri di case gravemente lesionate e pericolanti. Don Enzo divenne subito uno dei punti di riferimento nell’opera di ricostruzione della nuova chiesa, ma soprattutto curò la formazione spirituale, morale e culturale della sua comunità così sconvolta e dilaniata dagli eventi bellici. Nell’immediato dopoguerra don Enzo organizzò delle colonie marine per allontanare i bambini dai pericoli dei crolli e dagli ordigni inesplosi fra le macerie poi, dopo la costruzione della canonica ottenne l’autorizzazione ad aprire una scuola media che sistemò nei locali della canonica stessa creando così,  fino all’istituzione della scuola media statale, l’opportunità per molti ragazzi di proseguire gli studi dopo la quinta elementare rimanendo in paese. I locali che avevano ospitato la scuola media non rimasero inutilizzati, perché don Enzo li mise a disposizione, in attesa di una sistemazione più idonea, del nuovo Istituto Tecnico Commerciale che venne istituito per i giovani del nostro territorio. A don Enzo Pasi, chiamato dal cardinale Giacomo Lercaro ad altro incarico, nel 1969 subentrò don Giorgio Pederzini che era stato cappellano a Vergato durante gli anni terribili della guerra.

Don Giorgio raccolse l’eredità di don Enzo, curò in particolare la scuola di catechismo, l’assistenza ai malati sia in ospedale che presso le famiglie e, su sollecitazione di alcuni collaboratori, istituì la scuola materna Clelia Barbieri, che dopo un avvio in locali in affitto, ha trovato la propria sede accanto alla chiesa parrocchiale, benedetta dal cardinale Giacomo Biffi il 25 maggio 1986. Durante il ministero di don Giorgio sono state introdotte importanti innovazioni liturgiche e pastorali nel rispetto del Concilio Vaticano II. Nel 2004 si festeggiarono i 50 anni della nuova chiesa, che in questo tempo ha sostanzialmente mantenuto l’aspetto originario, anche se sono state apportate alcune modifiche e migliorie richieste dalla liturgia e dalle norme di sicurezza. È stato sostituito il primitivo altare con quello attuale rivolto ai fedeli, è stata tolta la balaustra che separava il presbiterio dalla zona riservata ai fedeli, è stato spostato il battistero e sistemato accanto all’altare maggiore per sottolineare l’importanza del battesimo che ci fa figli di Dio. È stato inoltre elettrificato l’organo, realizzato il riscaldamento della chiesa e la messa a norma degli impianti elettrici. In occasione dei festeggiamenti per il cinquantesimo di consacrazione della chiesa don Giorgio fece eseguire una manutenzione straordinaria e sistemare, lungo le pareti laterali interne, quattro preziose tele appartenute alle chiese di Susano e Calvenzano e date in custodia alla parrocchia di Vergato.

don Giorgio

don Giorgio

Nel 2004 don Giorgio lasciò la parrocchia e si ritirò nella casa del Clero a Bologna; a sostituirlo venne inviato don Silvano Manzoni che aveva già svolto il suo ministero  nel quartiere del Pilastro a Bologna dal 1970 al 1978 ed era poi partito per la missione di Usokami in Africa, dove rimase dal 1980 al 1991. Rientrato a Bologna nel 1991 venne nominato parroco a Riola, dove rimase fino al 2004, quando sostituì don Giorgio a Vergato. Prendendo possesso della parrocchia di Vergato don Silvano fu coadiuvato per un anno da don Eugenio che era stato cappellano con don Giorgio. In seguito don Silvano ebbe come collaboratore per tre anni Padre Guido, proveniente dalla Costa d’Avorio e per un anno il diacono don Gianluca Scafuro. Subito don Silvano si trovò ad affrontare una serie di interventi che non potevano più essere rinviati: nella canonica del tetto e ristrutturazione del primo piano, revisione del tetto della chiesa, sistemazione e consolidamento della guglia del campanile, lavori nella sala Papa Giovanni, rifacimento del fondo e della recinzione del campetto parrocchiale, intervento nella sala cinematografica ( impianti elettrici, audio, sostituzione della caldaia, ecc.). Si operò per ampliare la scuola materna per poter accogliere tre sezioni, vennero poste tre vetrate artistiche policrome sulla facciata della chiesa, venne collocata l’icona del Crocifisso sul tabernacolo, recentemente si è provveduto anche a istallare telecamere per la sorveglianza nell’interno della chiesa.

Don Silvano a Usokami

Naturalmente don Silvano non ha pensato solo alle opere parrocchiali, ma ha voluto che la liturgia fosse più curata e partecipata; inoltre si è adoperato perché la Liturgia delle Ore diventasse una pratica quotidiana per i fedeli, sia in chiesa che individualmente, ha favorito la formazione di collaboratori permanenti con l’istituzione di accoliti e lettori, si è dedicato all’annuncio della Parola promuovendo la lettura continua della Bibbia individualmente e nei gruppi del Vangelo. In particolare quest’anno, che è dedicato alla Parola, è stata proposta la lettura dei Vangeli e degli Atti degli Apostoli. Nel 2010-2011 si è svolto il Piccolo Sinodo della Montagna e si è cominciato a parlare di zona pastorale, per superare i confini delle singole parrocchie in vista della diminuzione del numero dei sacerdoti con conseguenti cambiamenti nell’organizzazione religiosa dei territori.

Non è stata trascurata la quotidianità: catechismo, preparazione ai sacramenti, visita alle famiglie, assistenza agli ammalati, aiuto a chi si trova in difficoltà anche e non solo economiche, impegno all’accoglienza… e ora coraggio, c’è ancora tanto da fare!

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