Rita Cianpichetti racconta….va ora in onda

Va ora in onda…..

La prima trasmissione televisiva in Italia ebbe luogo il 3 gennaio del 1954, il tanto desiderato apparecchio televisivo venne acquistato da mio padre nel 1963, quasi dieci anni dopo il suo debutto. Lo regalò a mia mamma in occasione della nascita di mia sorella Paola.
A quel tempo abitavamo ancora a Porretta Terme nella località denominata allora “Villini svizzeri”, per la strada che porta a Madognana.
L’acquistammo dal molto conosciuto Sig. Cesarini che aveva in Via Mazzini un negozio di elettrodomestici, un signore magro, alto, con i baffi. La televisione di marca Telefunken occupava un posto privilegiato nella minuscola cucina del nostro appartamento, sopra uno di quei carrelli a rotelle dalle gambe esilissime con i due ripiani di cristallo, in quello inferiore trovava collocazione una specie di batteria pesantissima: il trasformatore, da accendere per primo; non esisteva telecomando e naturalmente le trasmissioni erano ancora in bianco e nero.
Purtroppo abitavamo in una posizione talmente coperta che non esisteva antenna in grado di ricevere il segnale. Pensa che ti ripensa il Sig. Cesarini rimediò collegandoci in qualche modo con l’apparecchio della famiglia Paganelli che abitava sotto casa, a Rio Fonti. Il problema però, tecnicamente non ve lo so spiegare, è che riuscivamo a vedere la televisione solo quando anche loro l’avevano accesa. Provate a spiegare ad una bambina di sei anni che sta vedendo alla TV dei Ragazzi Braccobaldo show o le Avventure di Rin Tin Tin ed improvvisamente lo schermo diventa pieno di puntini lampeggianti neri e che si sente dire dalla mamma: “Si vede che hanno spento la TV… pazienza!!”. Pianti a non finire, fino a quando la situazione diventò insostenibile anche per la mamma che costrinse il Sig. Cesarini ad installare un’antenna sul Monte della Croce e finalmente il problema venne risolto.
Adoravo la televisione, mi piacevano persino le sigle di apertura e chiusura delle trasmissioni televisive, che allora non erano ad orario continuato. Ve le ricordate?? Il traliccio che scorreva con dietro un cielo nuvoloso e il logo “TV” al centro dello schermo e, in basso, la frase “RAI – radiotelevisione italiana”, con una musica che andava sempre più in crescendo e che ho saputo in seguito trattarsi del finale del Guglielmo Tell di Rossini.
A quei tempi potevi contare su due soli canali, il terzo canale iniziò a trasmettere alla fine degli anni ’70, le trasmissioni erano regolamentate e si svolgevano in orari ben precisi e assolutamente no alla notte, ad un certo orario la RAI spegneva tutti i ripetitori. La generazione più giovane penserà. “Che squallore!!!”, ma senza volere fare la solita esaltazione dei favolosi anni ’60, che hanno avuto pure loro numerosi problemi, ripensando ai prodotti televisivi di quel periodo, non posso fare altro che ricordarne l’alto valore artistico.

Ricordo mia mamma che nella serata in cui trasmettevano “La cittadella”, tratta dal libro di Cronin, con la regia di Anton Giulio Majano, velocemente allattava e sistemava mia sorellina piccola e la metteva a letto con il ciuccio in bocca in tempo utile per gustarsi in santa pace la puntata del teleromanzo, spasimando per Alberto Lupo, attore dalla voce profonda e sensuale e versando litri di lacrime.
Questi teleromanzi, tratti da grande opere, erano veramente recitati benissimo da attori di grande spessore. Chi si ricorda i Miserabili con Gastone Moschin, il Conte di Montecristo con Andrea Giordana, i Fratelli Karamazov con Corrado Pani e Lea Massari, il Mulino del Po con Raf Vallone, i Promessi Sposi con Nino Castelnuovo e Paola Pitagora, solo per citarne alcuni??
Il genere poliziesco era rappresentato da “Le inchieste del commissario Maigret” con un bravissimo Gino Cervi e dal “Tenente Sheridan” con Ubaldo Lay.
Il genere mistero da “Belfagor, il fantasma del Louvre”, “Il segno del comando” con Ugo Pagliai, “A come Andromeda”.
Gli sceneggiati che a me bambina sono piaciuti di più e che ricordo ancora con divertimento e nostalgia sono stati “Il Giornalino di Gian Burrasca” per la regia di Lina Wertmüller con protagonista una giovanissima Rita Pavone, la canzone “Viva la pappa con il pomodoro” fu lanciata da questo sceneggiato, “La Freccia Nera” con Aldo Reggiani e Loretta Goggi, chi non ha cantato la sigla “… la freccia nera fischiando si scaglia è la sporca canaglia che il saluto ti dà”, “David Copperfield” con Giancarlo Giannini, Anna Maria Guarnieri e una giovanissima Laura Efrikian.
Questi sceneggiati venivano poi parodiati, molto simpaticamente, dal Quartetto Cetra nella Biblioteca di Studio 1.
La TV dei Ragazzi invece ci dilettava con Giovanna la nonna del Corsaro Nero, Ivanhoe, l’Isola del Tesoro, Le avventure di Robinson Crosue,
Gianni e il magico Alverman, Chissà Chi lo sa, I Ragazzi di Padre Tobia.
Quando ci trasferimmo a Vergato, a Casa Gentilini, non erano in molti ancora ad avere la TV e quindi alla sera, in occasione di trasmissioni particolari quali Studio 1 al sabato o le finali di Canzonissima, ci si riuniva in casa mia. Rammento ancora che io e la mia amica Flaminia, nelle finali di Canzonissima, tifavamo per Gianni Morandi, mentre le mamme erano schieratissime per Claudio Villa… che discussioni!!
In quegli anni la televisione, pur con un certo livello di censura in un’epoca un po’ “bacchettona”, rivestì un ruolo informativo ed educativo che non possiamo certo rinnegare: pensiamo solo alla trasmissione “Non è mai troppo tardi” nel corso della quale il Maestro Alberto Manzi insegnò a leggere e a scrivere a tutti quegli Italiani che non ne erano ancora in grado di farlo pur avendo superato l’età scolare, consentendo a molti di loro di ottenere la licenza elementare. In quegli anni ebbero inizio i primi rotocalchi di informazione come TV7 condotto da Sergio Zavoli, i primi programmi di divulgazione scientifica: Orizzonti della Scienza e della Tecnica e le prime tribune elettorali.
Non dimentichiamo poi il mitico Carosello, che è nato con me nel 1957.
Con le sue scenette per la pubblicità dei prodotti ha sfornato personaggi e gag che sono rimasti impressi nella memoria collettiva penso più dei prodotti reclamizzati: Calimero “… io non sono nero son solo sporco!! Eh! Ava come lava!!”, Salomone il Pirata pacioccone “… Capitano, lo possiamo torturare??” dell’Amarena Fabbri, Il Caballero della Lavazza “… Carmencita, sei già mia, chiudi il gas e vieni via!!”, il Pianeta Papalla della Philco, Angelino e Angelina di un detersivo, il Gigante e Jo Condor “E che c’ho scritto Jo Condor?» della Ferrero, Susanna tutta panna e la Mucca Carolina dell’Invernizzi, l’Omino con i baffi della Lavazza, la linea della Lagostina, il Merendero della Talamone, Calindri “Contro il logorio della vita moderna” dell’amaro Cynar, Gino Bramieri che dice “E mo’ e mo’ Moplen” e tanti altri che non mi vengono in mente. Hanno interrotto Carosello nel 1977 e i ragazzi di oggi non immaginano nemmeno cosa ha rappresentato per generazioni di bambini. Nella maggior parte delle case in cui risiedeva un bambino in età scolare, circa alle ventuno e un quarto di sera, risuonava una unanime incitazione da parte di mamma e papà: “E’ finito Carosello, subito a letto che domani devi andare a scuola!!!”.
Ora la TV non rappresenta un punto di aggregazione della famiglia: praticamente ogni stanza, in molti casi anche il bagno, c’è un apparecchio e quindi ogni componente della famiglia è disseminato per l’appartamento a guardare quello che gli interessa di più.
Se inserisci anche quelli a pagamento, abbiamo una scelta di canali a livello stratosferico che incitano ad uno zapping furibondo avanti e indietro nella vaga ricerca di una scintilla di interesse. Il fattore comune nella maggior parte dei programmi è il cibo, nelle sue diverse componenti, più o meno cucinato in modo salutare, imperversano sulla maggior parte dei canali cucine, tegami e padelle impugnati da chef più o meno famosi o da blogger recuperati dai social che gareggiano nell’esecuzione di ricette, salvo poi costringerti a rimediare agli eventuali eccessi seguendo i consigli del Dottor Nowzaradan o del Dott. Oz.
Oppure puoi venire preso nella rete della morbosa curiosità di indagini su persone scomparse ed omicidi irrisolti, o dilettarti ad ascoltare nelle infinite tavole rotonde altrettanto infinite discussioni tra i diversi personaggi politici e opinionisti di grido che si parlano addosso in critiche sterili riguardo gli ormai irrisolvibili problemi di questa nostra Nazione. Puoi inoltre seguire con particolare interesse le noiose giornate e le dinamiche di gruppo che si scatenano in un vago assortimento di personaggi chiusi dentro ad un appartamento o fintamente abbandonati su un’isola deserta. Nemmeno la pubblicità è in grado di farti sorridere, la maggior parte di essa è indirizzata ormai ad una popolazione che sta invecchiando spazia dai pannoloni, ai presidi sanitari per l’igiene della persona (docce e vasche), per favorire la deambulazione (carozzine motorizzate, letti e poltrone automatizzati), impiantologia dentistica, apparecchi diversi per favorire la mobilità delle articolazioni e così via.
Ormai trascorro pochissimo tempo davanti al televisore, salvo qualche provvidenziale ed occasionale trasmissione di un certo interesse a tardissima notte. Per fortuna che in rete, su You Tube o in Rai Play, si trovano ancora le puntate delle vecchie trasmissioni. Questa sera riguardo il primo episodio di Gian Burrasca per ridere un po’.
Signori e Signore, per oggi, le nostre trasmissioni sono terminate. Buonanotte!

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