Don Giuseppe Ferretti – Dialoghi; Siracide Cap. 1 versetti 25 – 30. Non essere ipocrita davanti agli uomini e fa attenzione alle parole che dici…

2020/01/28, Vergato – Quarto appuntamento con don Giuseppe Ferretti e il suo gruppo che si occupa di leggere e meditare la Sacra Scrittura in particolare il libro del SIRACIDE. I “dialoghi” pubblicati ora si riferiscono al 2011 ma tuttora sono in corso ogni marted’ dalle 18.15 alle 19.30 a Grizzana Morandi presso la canonica. L’accesso è libero e ogni persona interessata è benvenuta.

25Fra i tesori della sapienza ci sono massime sapienti,
ma per il peccatore è obbrobrio la pietà verso Dio.
26Se desideri la sapienza, osserva i comandamenti
e il Signore te la concederà.
27Il timore del Signore è sapienza e istruzione,
egli si compiace della fedeltà e della mansuetudine.
28Non essere disobbediente al timore del Signore
e non avvicinarti ad esso con cuore falso.
29Non essere ipocrita davanti agli uomini
e fa’ attenzione alle parole che dici.
30Non esaltarti, se non vuoi cadere
e attirare su di te il disonore;
il Signore svelerà i tuoi segreti
e ti umilierà davanti all’assemblea,
perché non ti sei avvicinato al timore del Signore
e il tuo cuore è pieno d’inganno.

Don Giuseppe Ferretti
Don Giuseppe Ferretti

SIRACIDE Siracide CAP. 1 versetti 25 – 30 Martedì 20/09/2011

Fra i tesori della sapienza ci sono massime sapienti, ma per il peccatore è obbrobrio la pietà verso Dio. Se desideri la sapienza, osserva i comandamenti e il Signore te la concederà. Il timore del Signore è sapienza e istruzione, egli si compiace della fedeltà e della mansuetudine. Non essere disobbediente al timore del Signore e non avvicinarti ad esso con cuore falso. Non essere ipocrita davanti agli uomini e fa attenzione alle parole che dici. Non esaltarti, se non vuoi cadere e attirare su di te il disonore; il Signore svelerà i tuoi segreti e ti umilierà davanti all’assemblea, perché non ti sei avvicinato al timore del Signore e il tuo cuore è pieno d’inganno.

Daniela:.Temere il Signore significa temere il peccato perché per il peccatore è obbrobrio la pietà verso Dio e solo chi ama Dio teme di offenderlo, teme cioè di dispiacergli e osserva i comandamenti.

Francesca: Il brano mette in luce il timore del Signore, scuola di sapienza e di rettitudine, ma per il peccatore tutto ciò che è Spirito è obbrobrio. Quindi è obbrobrio per lui la pietà verso il Signore che è frutto dello Spirito. Infatti la sapienza del peccatore è tutta centrata sul suo giudizio e sull’esaltazione di sé stesso, mentre la sapienza dello Spirito, sull’umiltà. Nel Vangelo c’è l’insegnamento del pubblicano e del fariseo. La preghiera del pubblicano: “O Dio abbi pietà di me peccatore” è questa sincera confessione che lo apre a Dio e alla sua grazia, ma non è così per il Fariseo. Se desideri la Sapienza osserva i comandamenti e il Signore te la concederà. Qui la sapienza si confonde con l’osservanza dei comandamenti. Il passo parallelo del Quaeleth Cap. 12 v. 13 completa e dice: “Temi Dio e osservi i suoi comandamenti perche qui c’è tutto l’uomo infatti Dio citerà in giudizio ogni azione, anche tutto ciò che è occulto, bene o male; non essere disobbediente al timore del Signore e non avvicinarti ad esso con cuore falso”. Nel Salmo Cap. 12 e v. 3 segna alcune caratteristiche del malvagio: “Ci dicono menzogne l’un l’altro, labbra adulatrici parlano con cuore doppio. In Isaia 55 6, 7 nella lettura di domenica scorsa, Dio invita tutti a nutrirsi della Sua parola, insegna come uscire dalle tenebre, cercate il Signore mentre si fa trovare, invocatelo mentre è vicino. L’empio abbandoni la sua via e l’uomo iniquo i suoi pensieri, ritorni al Signore che avrà misericordia di lui e al nostro Dio che largamente perdona.

Don Giuseppe: Tra i tesori della sapienza ci sono massime sapienti, ma per il peccatore è obbrobrio la pietà verso Dio. Tra i tesori della sapienza qui il testo dice: “Ci sono massime sapienti” ,mentre nel testo originale dice: “Ci sono parabole di scienza” che non è un linguaggio per noi familiare come può essere la traduzione: massime sapienti, ma la scrittura non ama essere familiare al nostro linguaggio perché vuole stimolare la nostra conoscenza. Massime sapienti, come dice il testo, è di evidente significato, più nascosto e oscuro è parabole di scienza. Che cosa significa nella divina scrittura il termine parabole? Significa una misurata oscurità, la parola espressa in parabole è misuratamente oscura per stimolare la ricerca di colui che ascolta e queste parabole dice sono di scienza, contengono in sé la scienza, quella scienza alla quale corrisponde la conoscenza. Ci può essere una conoscenza della menzogna, ci può essere una conoscenza che ha come oggetto ciò che non è vero, la scienza è la verità quale si esprime da parte di Dio nella Sua Parola. Ora il peccatore, colui che rifiuta questa ricerca approfondita e rifiuta perciò la sapienza e la scienza, rifiuta la pietà verso Dio. E’ obbrobrio per lui la pietà verso Dio, cioè il culto di Dio: servire, amare, obbedire, onorare Dio gli è di obbrobrio, non gli va, sente che è tempo perso proprio perché egli è nella superficie delle cose, non va in profondità. Se desideri la sapienza osserva i comandamenti e il Signore te la darà. Voi notate che la divina scrittura, cosa che non è solo presente in questo testo, collega strettamente la sapienza all’osservanza dei comandamenti, perché i comandamenti sono la scuola alla quale s’impara a conoscere la sapienza. Ora la sapienza, lo sappiamo, è in stretto rapporto al timore di Dio; principio della sapienza è il timore del Signore. Timore del Signore, sapienza, osservanza dei comandamenti costituiscono in questo modo un’unità inscindibile che non può essere spezzata; non c’è timore di Dio senza sapienza, non c’è sapienza senza osservanza dei comandamenti, è una strettissima connessione. E il Signore te la concederà, se tu la desideri vedendoti affaticare nei suoi comandamenti che sono una disciplina, come dice subito, dura, a volte incomprensibile perché le nostre passioni ci insegnano il contrario di quello che è scritto, Egli vedendoti in questa fatica ti concederà la sapienza.

Il timore del Signore è sapienza e istruzione, egli si compiace della fedeltà e della mansuetudine. Vuoi sapere in che cosa consiste il timore del Signore? Ti ha già detto che il segno del timore del Signore, lo ridiciamo per l’ultima volta, non è il terrore di Dio quale possiamo avere anche avuto da bambini (Dio ti punisce perchè sei peccatore, se fai questo ecc, aspettati il castigo di Dio), ma è l’effetto di questo rapporto di timore, l’effetto è la sapienza e qui non mi soffermo perché aggiunge subito un altro termine “l’Istruzione” che si può tradurre anche con la “disciplina”; a noi disciplina è un termine che non piace molto, ma in realtà disciplina è legato a un altro termine, discepolo e imparare, dicere in latino, quindi è la disciplina quel comportamento con cui nella vita ci si assoggetta ai comandamenti del Signore accogliendoli con stretto rigore in modo tale che assoggettandosi a questa disciplina si apprende, nell’esercizio dei comandamenti del Signore, la sapienza e quindi si cresce nella conoscenza di Lui e nella scienza.

Ma dice ancora egli si compiace della fedeltà e della mansuetudine. Che cos’è la fedeltà? La fedeltà è l’esatta e costante esecuzione dei comandamenti, è non venire meno, restare santi in questa obbedienza alla Sua volontà espressa nei Suoi comandamenti. L’obbedienza ai comandamenti del Signore ha come effetto la mansuetudine nella quale si compiace il Signore. Diverse volte, faccio un esempio umano affinché possiamo capire, i rapporti di dipendenza tra di noi generano tensione, desiderio di scuotere il giogo che l’altro ci vuole imporre. Nel rapporto con i comandamenti del Signore, invece, si ha la mansuetudine, come dice Gesù stesso “Imparate da me che sono mite e umile di cuore”. Quindi Egli che dichiara di osservare sempre i comandamenti del Padre Suo, di fare sempre la Sua volontà, Egli si manifesta a noi come mite e umile di cuore. E anche l’Apostolo Giacomo, al Capitolo 3 al v. 13 ci dà questo insegnamento: “Chi tra voi è saggio e intelligente? Con la buona condotta mostri che le sue opere sono ispirate a mitezza e a sapienza”. Avete notato come la sapienza e la mitezza sono intrinsecamente unite; dove c’è mitezza c’è il segno della sapienza, dove c’è sapienza vuol dire che c’è mitezza nel comportamento, la buona condotta, e difatti, aggiunge: “se avete nel vostro cuore gelosia amara e spirito di contesa non vantatevi e non dite menzogne contro la verità” Non è questa la sapienza che viene dall’alto, è terrestre, materiale, diabolica perché dove c’è gelosia e spirito di contesa c’è disordine e ogni sorta di cattive azioni, invece la sapienza che viene dall’altro innanzitutto è pura, pacifica, mite, arrendevole, piena di misericordia, di buoni frutti, imparziale e sincera; per coloro che fanno opera di pace viene seminato nella pace un frutto di giustizia.

Non essere disobbediente al timore del Signore e non avvicinarti ad esso con cuore falso Oppure si può tradurre con cuore doppio, quindi dice il testo: il timore del Signore che è sorgente di sapienza, che si esprime nei suoi comandamenti, ti trovi obbediente e non avvicinarti al timore del Signore con cuore doppio, il cuore doppio è il cuore dell’ipocrita, cioè di colui che esternamente appare in un modo ed interiormente è un altro. Quindi esternamente può apparire pio, devoto ecc e interiormente coltiva le sue passioni, cioè vive una schizofrenia, una doppiezza dello spirito: questo è il cuore doppio, cosa che è abominevole agli occhi del Signore.

Non essere ipocrita davanti agli uomini e fa attenzione alle parole che dici. Non essere ipocrita, possiamo tradurre letteralmente, in rapporto alla bocca degli uomini che vuol dire: per farti lodare da loro, per avere la loro stima, il loro compiacimento perché tutti dicono guarda come sei bravo, come sei buono, come sei ecc,ecc fa attenzione alle parole che dici, cioè metti un freno alla porta della tua bocca: ci dice altrove il Salmo: “Misura le tue parole che escano dalla sapienza e non dai modi passionali”. Ecco qui sta tutta la vigilanza su noi stessi

Non esaltarti se non vuoi cadere e attirare su di te il disonore. E’ una legge chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato.

Ora chi si esalta, quindi vuole apparire per quello che non è oppure mette in piazza i suoi meriti, le opere che compie davanti agli uomini, ecco dice il Vangelo: ha già ricevuto la sua ricompensa, ce lo dice nel Cap. VI di Matteo. Se non vuoi cadere non esaltarti e attirare su di te il disonore degli uomini.

Il Signore svelerà i tuoi segreti, quindi anziché perdonarti dei tuoi peccati, anche di quelli occulti, come dice il Salmo “Dei miei peccati nascosti mondami o Signore”, li metterà in pubblico davanti agli occhi di tutti se tu sarai orgoglioso e ti vanterai e vorrai essere stimato e considerato dagli uomini, ti umilierà davanti all’assemblea. Ecco guardate bene, ascoltiamo bene queste parole perché l’assemblea, soprattutto l’assemblea santa convocata nel nome del Signore, è il luogo della rivelazione, quindi voi cristiani non dite mai che siamo arrivati a un punto tale che non c’è più niente da fare, perché ogni volta che ci raduniamo in assemblea e ascoltiamo la parola di Dio, il Signore compie il suo giudizio sulla storia, sugli uomini, sui popoli e anche su ciascuno di noi. E’ questo a cui dobbiamo credere, il cristiano deve spezzare le logiche umane .

Gli uomini si fondono su delle scienze: scienze politiche, scienze economiche, scienze sociali e in base ai movimenti di queste scienze giudicano la crisi e possono dire la crisi economica è tale perché ha questi movimenti, la crisi sociale è tale perché sono rovesciati questi valori, la crisi politica è tale perché, ad esempio, le strutture democratiche di un paese sono sconvolte. Noi abbiamo un luogo che è il luogo della verità e che è l’assemblea convocata dove il Signore opera i suoi giudizi attraverso la sua parola. Questo è il fatto importante nella Chiesa: se poi noi siamo i primi a non ascoltare i giudizi del Signore che pronuncia nell’assemblea attraverso la sua parola, saremo i primi colpiti perché saremo dichiarati falsi profeti che hanno annunciato una parola piacevole agli uomini, ma non a Dio. Questo può succedere nelle nostre assemblee, che cioè si voglia sentire parole amabili, diciamo noi, di consolazione quando è il tempo di dire una parola chiara che metta in luce le situazioni gravissime che sono presenti, perché così vuole la parola del Signore.

Perché non ti sei avvicinato al timore del Signore e il tuo cuore è pieno d’inganno, cioè tu nel momento in cui ti sei avvicinato al Signore non ti sei avvicinato con timore, ma con leggerezza, con superficialità e allora si rivela che il tuo cuore è pieno d’inganno verso Dio e gli uomini e non c’è più la parola sana. Quindi nella parola ingannevole che noi vediamo con sgomento esprimersi nei rapporti umani, poichè con sgomento ogni uomo inganna e non c’è più nessuno che pronunci la verità, è scomparsa la fedeltà tra i figli dell’uomo, ognuno inganna il suo prossimo, come sta scritto nel libro dei Salmi, e questo si avvera, se questo inganno entra nella Chiesa di Cristo e coloro che devono annunciare non si pongono in stretto rigore con la parola di Dio, sono condannati come non aventi timore e con i cuori pieni d’inganno. E se un assemblea rifiuta la parola di Dio perché è dura, o meglio più che un assemblea, uomini e donne in un’assemblea la rifiutano essi non si stanno ascoltando con timore del Signore e il loro cuore è pieno d’inganno e quindi vogliono strumentalizzare la Chiesa per il loro vantaggio e su di essi è già scritto un grave giudizio di Dio. E’ chiaro perché è scritto, e lo scritto non mente, quello che dice lo scritto è oro colato, purificato nel crogiolo sette volte, ci dice altrove, e quindi come tale non può essere smentito da nessuno. Ecco allora si conclude questo primo capitolo che celebra il timore del Signore e fa vedere le benefiche conseguenze del seguire questa disciplina che ha come oggetto il timore del Signore e come sia lo spartiacque della vita spirituale. Chi teme il Signore fa un cammino nella scienza, nella conoscenza attraverso l’osservanza dei comandamenti, giunge alla pietà verso Dio, si arricchisce di quelle virtù che sono appunto la fedeltà, la mansuetudine, invece chi non prende la via del timore del Signore allora ha un cuore doppio, si esalta, s’inorgoglisce, si lascia abbagliare da un facile successo senza sapere a quale terribile caduta egli è destinato a causa della falsità del suo cuore.

Prossima volta Martedì 2709/2011 SIRACIDE CAP 2 Versetti 1-6

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