Don Silvano – Avvisi della settimana e Preghiera del Papa

2020/03/26, Vergato – Gli avvisi della settimana della Parrocchia di Vergato li manda Don Silvano Manzoni ai parrocchiani.

Avvisi

La Domenica seguiamo la Messa per TV, cercando di creare in casa un poco di silenzio per poter ascoltare  e pregare con frutto. Al momento della Comunione esprimiamo anche noi il desiderio di incontrare Gesù nel nostro spirito.

Abbiamo pensato che non è possibile fare l’Adorazione la Domenica perché non si può uscire.

Diamo la possibilità di fare la Comunione il venerdì e il sabato alle ore 10.30 o alle 17.30, arrivando 10 minuti prima per la preparazione.

E’ possibile anche confessarsi quando uno lo desidera, sempre osservando la debita distanza, suonando il campanello che si trova a fianco della porta della sacrestia.

La chiesa rimane sempre aperta dalle 7.30 alle 19.00 per la preghiera personale che si può fare quando si esce per la spesa o per altri motivi validi secondo le indicazioni date dal Ministero.

Mai come in questo periodo sentiamo l’importanza che i genitori siano di aiuto ai loro figli nel cammino della fede. La casa diventi sempre più piccola chiesa!

Per quanto riguarda la Caritas, è sospesa la distribuzione dei vestiti. Prosegue la distribuzione del Banco Alimentare una volta al mese.

Rimane operante il Centro di Ascolto il sabato pomeriggio su appuntamento.

Chiedo di attenersi a queste disposizioni, tenuto conto del momento di difficoltà.

Il discorso di Papa Francesco da Piazza San Pietro

“Da settimane sembra che la sera sia calata. Fitte tenebre si sono addensate sulle nostre piazze, strade e città; si sono impadronite delle nostre vite riempiendo tutto di un silenzio assordante e di un vuoto desolante, che paralizza ogni cosa al suo passaggio: si sente nell’aria, si avverte nei gesti, lo dicono gli sguardi”.

“Da questo colonnato che abbraccia Roma e il mondo scenda su tutti, come un abbraccio consolante, la benedizione di Dio. Signore, benedici il mondo, dona salute ai corpi e conforto ai cuori”. In questi momenti “quanta gente esercita ogni giorno pazienza e infonde speranza, avendo cura di non seminare panico ma corresponsabilità”.

“Ci siamo ritrovati impauriti e smarriti, tutti fragili e disorientati, ma nello stesso tempo importanti e necessari, tutti chiamati a remare insieme, tutti bisognosi di confortarci a vicenda”. Tutti come i discepoli ripetiamo che “siamo perduti”. Anche noi “ci siamo accorti che non possiamo andare avanti ciascuno per conto suo, ma solo insieme”.

La tempesta smaschera la vulnerabilità e “lascia scoperte quelle false e superflue sicurezze con cui abbiamo costruito le nostre agende, i nostri progetti, le nostre abitudini e priorità”. La tempesta “pone allo scoperto tutti i propositi di “imballare” e dimenticare ciò che ha nutrito l’anima dei nostri popoli; tutti quei tentativi di anestetizzare con abitudini apparentemente “salvatrici”, incapaci di fare appello alle nostre radici e di evocare la memoria dei nostri anziani, privandoci così dell’immunità necessaria per far fronte all’avversità”. Con la tempesta “è caduto il trucco di quegli stereotipi con cui mascheravamo i nostri ‘ego’ sempre preoccupati della propria immagine; ed è rimasta scoperta, ancora una volta, quella (benedetta) appartenenza comune alla quale non possiamo sottrarci: l’appartenenza come fratelli”.

Siamo “avidi di guadagno, ci siamo lasciati assorbire dalle cose e frastornare dalla fretta. Non ci siamo fermati davanti ai tuoi richiami, non ci siamo ridestati di fronte a guerre e ingiustizie planetarie, non abbiamo ascoltato il grido dei poveri, e del nostro pianeta gravemente malato. Abbiamo proseguito imperterriti, pensando di rimanere sempre sani in un mondo malato. Ora, mentre stiamo in mare agitato, ti imploriamo: ‘Svegliati Signore!’”.

E’ “il tempo di scegliere che cosa conta e che cosa passa, di separare ciò che è necessario da ciò che non lo è”. In questi giorni “possiamo guardare a tanti compagni di viaggio esemplari, che, nella paura, hanno reagito donando la propria vita.

È la forza operante dello Spirito riversata e plasmata in coraggiose e generose dedizioni. È la vita dello Spirito capace di riscattare, di valorizzare e di mostrare come le nostre vite sono tessute e sostenute da persone comuni – solitamente dimenticate – che non compaiono nei titoli dei giornali e delle riviste né nelle grandi passerelle dell’ultimo show, ma, senza dubbio, stanno scrivendo oggi gli avvenimenti decisivi della nostra storia: medici, infermieri e infermiere, addetti dei supermercati, addetti alle pulizie, badanti, trasportatori, forze dell’ordine, volontari, sacerdoti, religiose e tanti ma tanti altri che hanno compreso che nessuno si salva da solo”.

“Davanti alla sofferenza, dove si misura il vero sviluppo dei nostri popoli, scopriamo e sperimentiamo la preghiera sacerdotale di Gesù: ‘che tutti siano una cosa sola’. Quanta gente esercita ogni giorno pazienza e infonde speranza, avendo cura di non seminare panico ma corresponsabilità. Quanti padri, madri, nonni e nonne, insegnanti mostrano ai nostri bambini, con gesti piccoli e quotidiani, come affrontare e attraversare una crisi riadattando abitudini, alzando gli sguardi e stimolando la preghiera. Quante persone pregano, offrono e intercedono per il bene di tutti. La preghiera e il servizio silenzioso: sono le nostre armi vincenti”.

Da questo colonnato “che abbraccia Roma e il mondo, scenda su di voi, come un abbraccio consolante, la benedizione di Dio. Signore, benedici il mondo, dona salute ai corpi e conforto ai cuori. Ci chiedi di non avere paura. Ma la nostra fede è debole e siamo timorosi. Però Tu, Signore, non lasciarci in balia della tempesta. Ripeti ancora: ‘Voi non abbiate paura’. E noi, insieme a Pietro, ‘gettiamo in Te ogni preoccupazione, perché Tu hai cura di noi’”.

N.B. Ringraziamo il Signore per i gesti e le parole di Papa Francesco perché ci aiutano a leggere la storia di questo tempo e ad allargare il nostro sguardo al mondo intero. E’ uno sguardo di fede che dai fatti risale a motivazioni profonde. Vedere con gli occhi di Dio significa andare oltre; l’uomo vede l’apparenza, il Signore guarda al cuore, più in profondità.

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