Paolo Rossi – “Ricordi e colori della rupe di Calvenzano”
2021/02/04, Vergato – Paolo Rossi – “Ricordi e colori della rupe di Calvenzano”
In merito alla conservazione degli habitat naturali della flora e della fauna selvatica, forse non tutti sanno che l’imponente rupe di Calvenzano che sovrasta il santuario della Madonna del Bosco nel comune di Vergato è un importante Sito di Interesse Comunitario (SIC).
Ogni volta che osservo questa maestosa parete rocciosa, ben visibile da più punti lungo la media Valle del Reno, penso al periodo della mia infanzia, quando fantasticando, la associavo ai luoghi nei quali viveva l’intraprendente piccolo indiano d’America Hiawatha – mio eroe Walt Disney – le cui gesta proiettavo sul muro della camera da letto con un “minicinex” giocattolo a manovella.
Seppur priva di quel colore dorato che caratterizza i territori dell’Arizona e nei quali da bambino immaginavo di vivere selvaggiamente, erano tante le volte che avrei voluto vedere sbucare dalle rocce di Calvenzano, un cerbiatto, un buffo procione con cui giocare o un pezzato selvatico da poter domare e cavalcare costeggiando il fiume Reno.
Tralasciando questi ricordi d’infanzia, ciò che invece mi ha spinto a scrivere queste poche righe, riguarda i mutevoli colori che la maestosa propaggine del Monte Radicchio di tanto in tanto ci regala quasi a comunicarci i suoi stati di umore.
La possiamo infatti ammirare nel suo colore grigio naturale immersa in una vegetazione lussureggiante; con sfumature più spente nel periodo invernale quando il fogliame degli esemplari di leccio mediterraneo affievoliscono il riflesso del sole; più scura durante i giorni uggiosi, quando le stratificazioni di arenaria che la caratterizzano assumono un colore piombo opaco, oppure, ed è questa la particolarità per la quale vi invito a guardare il successivo video, di un suggestivo colore giallo dorato generato da un fascio di raggi solari che in specifici giorni dell’anno, al tramonto, si insinuano nella valle illuminando la rupe frontalmente e facendomi così ripensare al Grand Canyon del piccolo e amorevole indiano Hiawatha.
Paolo Rossi