Vergato non si scorda mai – Specialmente se ti curano a tortellini, prosciutto e parmigiano
2021/01/24, Vergato – … mi sono imbattuto “quasi” per caso nel Vostro sito e mi chiedevo se fosse possibile lanciare un appello dalle sue pagine…
Mi chiamo Alberto D’Urso, classe 1969: compiuti pochi mesi, già nel 1970 la mia famiglia si trasferì a Vergato dove mio padre Antonio (purtroppo venuto a mancare nel 2006), all’epoca Tenente dei Carabineri era stato chiamato al comando della locale Stazione CC (quella in Via Minghetti, dove ora credo ci siano appartamenti privati). Rimanemmo lì per circa tre anni (o poco più), ma posso dire con orgoglio di aver mosso i miei primi passi proprio sulla vostra Terra. Quando partimmo, trasferiti ad altra destinazione, avevo forse quattro anni ma per non so quale strano prodigio della memoria ho molti ricordi di Vergato, belli come solo i ricordi di un bambino possono essere.
Cerco di condividerne qualcuno, cominciando proprio dalla Caserma dove pure alloggiavamo, in un enorme appartamento al primo piano: ricordo il giardino con le aiuole curate maniacalmente dal Carabiniere Ciampichetti, il garage con le auto di servizio (due Giulia già in livrea blu, una Campagnola per le giornate di neve e le strade rurali, una 600…) di cui già da piccolo ero innamorato.
Ricordo ancora il Dottor Fini, con lo studio in piazza, che era anche il mio pediatra e al quale devo probabilmente la vita dato che a quanto mi raccontava mia madre capovolse completamente la diagnosi di un medico precedente, abolì tutti i farmaci che mi erano stati prescritti e ordinò categoricamente che assumessi – come uniche medicine – prosciutto crudo, parmigiano e tortellini in brodo.
Così fu fatto e a quanto pare funzionò. E pure bene. In tema di cibo (credo di non aver mai mangiato bene come in quegli anni), ho memoria del SuperMarchi (la genialità del nome mi colpisce ancora oggi) dove andavo con mia madre a fare la spesa, della Signora Iolanda, che ci dava una mano in casa (soprattutto in cucina) e delle sue crescentine e dei suoi tortellini… e ancora – anche se non proprio di Vergato – della trattoria della Signora Malvina (mi pare alle Fornaci di Salvaro), luogo delle nostre scampagnate, dove sistematicamente e letteralmente assillavo Mario, il figlio, per poter salire a bordo del suo camion, che nei fine settimana teneva fermo sull’aia.
C’era anche una signora (già anziana all’epoca), mi sembra la Signora Zorca (la maestra Zorca Niccolini ?), abitava in centro e ogni tanto andavamo a farle visita, non so perchè ci andassimo ma per me ogni volta era una festa dato che mi riempiva di dolci…
Sarei felice se voleste pubblicare questa mia, ed ancor più felice se qualche lettore magari riconoscendosi in quanto scritto o avendo comunque qualche ricordo di mio padre o della mia famiglia, volesse
condividerlo. In ogni caso, gli anni vissuti a Vergato rimarranno sempre
nel mio cuore tra i migliori in assoluto.
Grazie per l’attenzione, auguri per un ottimo 2021,
A. D’Urso – Roma.
NDR: Chi vuole condividere ricordi lo può fare in “diretta” postando un commento sulla pagina FB di Vergatonews24 dove troverà il link a questo articolo – Grazie