Rita Ciampichetti – 17 gennaio… la notte in cui gli animali parlano. Buon onomastico!
2022/01/17, Vergato – 17 gennaio… la notte in cui gli animali parlano.
Quando da bambina avevo l’occasione di entrare nella stalla dei miei zii o in quelle di amici di famiglia che erano agricoltori, ai quei tempi erano tanti, mi colpiva sempre l’immagine inchiodata al muro o alla porta di ingresso, spesso contornata da ragnatele, di quel Santo vestito da frate con in mano un bastone con attaccata una campanella ed un bel porcellino rosa accanto.
Fu mio zio Gino che interrogato sul significato di quell’immagine mi disse che era un Santo importantissimo perché proteggeva i beni più preziosi del contadino dalle malattie: le mucche, i buoi che davano latte e aiutavano nei lavori dei campi, quelli da cortile e il maiale che davano uova e carne per il sostentamento, il cane che sorvegliava e aiutava nel controllo delle greggi, il gatto che dava la caccia ai topi.
Tutti gli animali domestici sono utili e preziosi o perché ci aiutano nel nostro lavoro o perché ci donano tutto il loro amore facendoci compagnia e Sant’Antonio Abate è il loro Protettore.
La sua iconografia è ricchissima di particolari generati nel corso dei tempi quando la religione era intima parte della vita quotidiana in una simbiosi che univa spesso il sacro con il profano.
L’Italia è un paese di origine prettamente contadina e quindi la venerazione di Sant’Antonio Abate è particolarmente diffusa con riti, cerimonie che si concludono con la benedizione degli animali. In passato il Parroco del paese andava in giro a benedire stalle, porcilaie e pollai lasciando l’immagine del Santo oppure i fedeli conducevano i loro animali domestici sul sagrato della Chiesa per una benedizione collettiva. Doveva essere molto caratteristica e allegra. Ma riuscite ad immaginare la confusione e il crescendo concerto di muggiti, belati, grugniti, ragli, abbai, chiocciare, chicchirichì che si univa al vociare dei proprietari?
Sant’Antonio Abate è invocato anche a protezione degli incendi e ciò deriva da un miracolo che il Santo avrebbe compiuto secoli fa perché per mettere in fuga degli invasori stranieri trasformò delle querce in grandi torce.
In alcune zone d’Italia la sera del 17 gennaio si accendono dei falò che simboleggiano la volontà di abbandonare tutto ciò che appartiene ai mesi passati e di rinnovarsi a partire dal primo mese del nuovo anno, tale data scandisce anche il tempo tra le semine e i raccolti.
Il suo nome, come sappiamo è legato ad una forma di herpes, nota come “fuoco di Sant’Antonio” o fuoco sacro perché, per la sua guarigione, veniva e viene ancora invocato il Santo.
Per raccontare un episodio del nostro territorio forse non tutti sanno che a Greglio, quel gruppetto di case sopra a Vigo, Comune di Camugnano, c’è un Oratorio dedicato appunto a Sant’ Antonio Abate.
La piccola chiesa costruita circa nel 1210 dai Signori di Vigo, esponenti, di una delle stirpi feudali fra le più importanti dell’Appennino tosco-emiliano dava anche riparo e ricovero a pellegrini e viandanti in transito.
Infatti sulla facciata si nota l’effigie di un maialino e nel lato della porta di ingresso una lapide con scritto “A dì 5 settembre 1650 fè cadere le castagne”. Fa riferimento ad un miracolo attribuito proprio a Sant’Antonio Abate che, in grande anticipo sui tempi, provvide a far cadere le castagne consentendo alla popolazione locale in preda alla carestia di sfamarsi.
Fra le tante però la leggenda che mi affascina di più in assoluto è quella che la notte del 17 gennaio gli animali hanno la facoltà di parola e rivelano grandi segreti. In passato, durante la notte degli animali parlanti, i contadini stavano ben lontani dalle stalle, perché si pensava che sentire quello che gli animali si dicevano portava grande disgrazia se non la morte dell’incauto ascoltatore.
Non si sa mai allora ……. questa notte ritiratevi nelle vostre camere e lasciate il vostro gatto o cagnolino nella sua cuccia, coprite la gabbia del canarino, ma penso che se anche sentite qualche loro bisbiglio non vi potrà accadere nulla perché il bene che ci lega ai nostri amici è tanto grande da allontanare qualsiasi male.
Proverbi di Sant’Antonio Abate
- Sant Antòni dal campanéń, s a n gné pań e s a n gné véń, s a n gné lèggna ind al granèr, Sant Antòni, cum avèggna da fèr?
- San Lurènz da la gran calûra, Sant Antòni da la gran fardûra, l óń e cl’èter pȏc al dûra
- Sant’ Antonio dalla barba bianca se non piove la neve non manca.
- S. Antonio dalla barba bianca, se non nevica non si mangia
Tanti auguri di buon onomastico a tutti gli Antoni ed Antonie
Rita Ciampichetti 2022
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