Burattini – Gian Paolo Borghi; Il Rosso di Pianoro ha già trent’anni

2022/10/27, Vergato – Ai lettori di Nelle Valli Bolognesi (Anno XIII nr.55 – Novembre-Dicembre 2022 edito da BCC EmilBanca, direttore responsabile Filippo Benni) non saranno sfuggiti due articoli su un tema molto caro ai vergatesi da sempre molto legati a una tradizione portata avanti dal Circolo Galeazzo Marescotti di Vergato: I burattini.

L’articolo che riproponiamo oggi, su gentile concessione di BCC Emil Banca è scritto da un noto storico e ricercatore ben conosciuto a Vergato, Gian Paolo Borghi, autore tra l’altro del libro “Vergato in Carnevale” 

Gian Paolo Borghi a Vergato – Foto di repertorio

II Rosso di Pianoro ha già trent’anni

Testi di Gian Paolo Borghi

Ideato dalla scenografa Gianna Solmi, col tempo è entrato a far parte dei personaggi del teatro bolognese e non solo.

II Rosso, la maschera di Pianoro, ha compiuto trent’anni. Ideato dalla scenografa Gianna Solmi nel 1992, ha conseguito diversi riconoscimenti artistici diventando pure personaggio del teatro bolognese dei burattini.
La “carriera”, locale e non, del Rosso e stata dunque caratterizzata da numerose esperienze, ultima delle quali la sua recente presenza nella prestigiosa mostra La radicalità gentile. Tre lampi sul Teatro di Figura: i burattini, gli oggetti, I’inclusione, facente parte dei progetti di Parma capitale italiana della cultura. Tra le precedenti, ricordo le sue partecipazioni al Raduno nazionale delle Maschere al Carnevale di Cento e alla Festa Internazionale della Storia, promossa dall’Università di Bologna. Ma il Rosso è soprattutto importante nel suo contesto locale dove, ormai da anni, e considerato a tutti gli effetti Maschera della Montagna bolognese e, in modo particolare, nel mondo della scuola che gli ha dedicato numerosi incontri.
In un fantasioso e multiforme progetto, Gianna Solmi spiega con passione che la “sua” maschera è contestualizzata tra la fine dell’800 e gli inizi del secolo scorso in un Pianoro-paese ancora legato al mondo contadino di tradizione. Come tanti suoi conterranei, il futuro Rosso lavora in agricoltura, ma
vorrebbe aspirare a qualcosa di più.
Con il suo spirito audace e il suo innato umorismo, si mette al servizio di due famiglie che realizzano tessuti e, con un carretto, si improvvisa venditore ambulante. La moglie Gigia gli prepara una inconfondibile giacca rossa e gli dona anche un autorevole cappello a cilindro. Entra subito nelle grazie dei suoi clienti, che – proprio per il colore della sua giacca – iniziano a chiamarlo “il Rosso”. Nel suo girovagare incontra un cantastorie che gli insegna i segreti del mestiere, dalle canzoni alle zirudele,
dagli avvenimenti della cronaca di tutti i giorni alle narrazioni fantastiche vecchie come il mondo.
Grazie a questo suo arricchimento culturale, i suoi incassi migliorano e può così fare periodicamente ritorno in famiglia (lo attende anche il figlio Stiflein e dagli amici di Pianoro, che lo attendono con trepidazione per ascoltare qualche sua nuova storia. Quando fa ritorno per Carnevale, il tutto si trasforma in una doppia festa e i paesani lo invitano a renderlo ancora più vivace, memori della sua innata capacita di fare presa sull’uditorio.
Impersonate dall’attore Luciano Manini, il Rosso fa proprio il suo debutto, trent’anni fa, al Carnevale di Pianoro!

Da quel momento s’instaura uno speciale rapporto d’amicizia tra la maschera e i bambini, che lo cercano e lo sentono “loro”, non soltanto a Carnevale ma durante tutto I’anno. In questa felice prospettiva, gli appuntamenti nelle scuole tra Gianna Solmi, gli insegnanti e i ragazzi (che non si stancano di porle domande su domande) si fanno più frequenti e consentono di ampliare la notorietà del Rosso. Burattinai e studiosi del mondo del Teatro di Figura comprendono il suo valore artistico e trasformano il Rosso in un burattino; il primo a realizzarlo e Angiolino Fabbri, ex burattinaio locale, seguito da Ivo Santucci, valente scultore, e da Manuela Fabbri, figlia di Angiolino.
Il Rosso continua cosi a essere ricordato tra gli scolari. Un ultimo esempio, in ordine di tempo, e costituito dall’ideazione di una canzone rap, da parte della classe 5aA del Plesso Diana Sabbi di Pianoro, che lo hanno scritto come felice risultato, fra tradizione e nuove esperienze musicali, di un laboratorio curato da Mattia Minghetti e dal rapper bolognese Manuel Kyodo. II risultato è splendido (come ricorda anche il recente numero de “L’ldea”, interessante periodico culturale). Eseguito da sei gruppi, ecco alcune strofe che festeggiano il ritorno del Rosso: La neve già si scioglie come zucchero filato/La gente sta impazzendo, dai carri volan giochi/e portano le feste, il Rosso e tornato!/A Pianoro e sempre stato amato/Anche se se n’e andato non I’hanno dimenticato/Nessuno può ignorarlo, lancia dolci dal suo carro/illumina i sorrisi dalla nave di Jack Sparrow.

Che cosa aggiungere, in conclusione, se non augurio di lunga vita al trentenne Rosso, maschera di Pianoro?

Testi di Gian Paolo Borghi

Per chi volesse la rivista gratuitamente in forma cartacea la può trovare in distribuzione nell’atrio del Palazzo Comunale di Vergato.

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