Alpini di Vergato – Nel ricordo del IX Battaglione che qui si formò nel 1939

2024/01/26, Vergato – Articolo in allestimento – Ritornare in serata per il video con i discorsi ufficiali e altre foto.

Solenne cerimonia quella di questa mattina in Piazza della Pace a Vergato davanti al Monumento ai Caduti dove è posta la lapide commemorativa del 9° Battaglione Misto Genio.

Vecì alpini, come Sergio Capponi e Silvio Fedeli o nuovi come Paolo Mingarelli che assieme agli altri del Gruppo Alpini di Vergato hanno deposto un mazzo di fiori.

Ha partecipato alla cerimonia, molto sentita, il sindaco Giuseppe Argentieri mentre don Franco Lodi ha impartito la benedizione.

Foto di gruppo sulla gradinata adiacente dove per l’occasione è stato “acclamato” a gran voce e coinvolto Mons. Silvano Manzoni, sempre amato dagli Alpini vergatesi e che per tanti anni ha celebrato le commemorazioni.

Un pò di storia:

E’ l’unica Unità organica alpina costituita nella nostra regione. Il primo nucleo nasce nel novembre 1939 a Vergato, nell’Appennino bolognese, ed è costituito da due ufficiali che raccolgono i primi contingenti di reclute e richiamati inviati a questo nuovo reparto alpino dal 6° Reggimento Genio di Bologna. Vengono costituite la compagnia telegrafisti e la compagnia marconisti. Nella primavera del 1940, completati gli organici con una terza compagnia, il battaglione riceve l’ordine di mobilitazione con destinazione Ivrea. A giugno, con l’entrata in guerra dell’Italia, viene inviato sul fronte francese ed opera nella zona del Piccolo S. Bernardo. Pur nella brevità del conflitto, numerose sono le decorazioni al valore militare meritate dai suoi genieri alpini.

In luglio concluso l’impiego bellico, il battaglione viene inviato a Merano, quindi, in stato di smobilitazione, al deposito del 6° Reggimento Genio di Bologna. Nell’ottobre giunge l’ordine di un nuovo approntamento direttamente dal Corpo d’Armata Alpino (che ha assunto la denominazione di XXVI Corpo d’Armata) al comando del generale Gabriele Nasci, che ha personalmente richiesto l’assegnazione del IX battaglione misto genio al Corpo d’Armata. Ai primi di novembre il battaglione sbarca a Durazzo in Albania. Le singole compagnie e plotoni operano sul fronte greco-albanese per assicurare i collegamenti fra i vari comandi e reparti combattenti, trovandosi spesso in prima linea.
Un lavoro faticoso ed impegnativo per le difficili condizioni ambientali, gli spostamenti del fronte, i numerosi atti di sabotaggio che richiedono la snervante ricerca delle interruzioni, gli inesistenti turni di riposo.

Alla fine di aprile del 1941 la Grecia firma l’armistizio ed il battaglione rientra in Italia con 34 croci di guerra al valore militare assegnate ai suoi genieri alpini. Ai primi di settembre viene distaccato e raggiunge Vallecrosia, Imperia, per essere assegnato al XV Corpo d’Armata, cui compete la difesa delle coste liguri. Con la ricostituzione del Corpo d’Armata Alpino destinato al fronte russo, il 10 maggio 1942 rientra alle sue dipendenze. Rafforzato nell’organico e nell’equipaggiamento, il 18 luglio parte da Bolzano. Da metà settembre le truppe alpine sono attestate sul fiume Don e le compagnie telegrafisti e marconisti si frazionano in ridotti nuclei per assicurare l’efficienza dei collegamenti tra il Comando del Corpo d’Armata a Rossosch e i reparti in linea. Nel gennaio 1943 con il ripiegamento senza preavviso di un corpo d’armata tedesco, sulla destra, ed il cedimento a sinistra di un corpo d’armata ungherese, gli alpini sono praticamente accerchiati.

Il resto è storia, dramma collettivo ed individuale che si consuma dal 15 al 26 gennaio, quando le “gavette di ghiaccio”, alpini in testa, riescono a rompere l’accerchiamento russo con l’ultima drammatica battaglia di Nikolajewka. Il pochi superstiti del IX battaglione misto genio giungono il 10 febbraio Romnj, dopo aver percorso sempre a piedi 670 chilometri. Gli uomini salgono finalmente su un treno merci per raggiungere Gomel da dove rientrano in Italia. Al termine delle prescritte licenze, inizia la dolorosa reintegrazione degli organici. Tre treni sono occorsi per l’andata, pochi vagoni per il rientro. Il completamento operativo si svolge a Bologna presso il 6° Reggimento Genio, poi da agosto presso l’XI Reggimento Genio di Udine al quale è assegnato. Nel pomeriggio del 12 settembre 1943 viene chiamata un’improvvisa adunata generale nel cortile della caserma. Quando tutto il reparto è schierato, entra dal portone principale un carrarmato tedesco; il comandante del presidio consegna tutti come prigionieri al comandante tedesco.

Notizie tratte da noialpini.it

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