Non solo pale eoliche – Un organo del vento per ascoltare il “Canto degli Dei” sul Monte Galletto
2024/09/17, San Benedetto Val di Sambro – E’ stato inaugurato l’organo del vento a Monte Galletto, nel comune di San Benedetto Val di Sambro.
Un organo del vento per ascoltare il “Canto degli Dei”
E’ stato inaugurato sabato 14 settembre all’interno del Parco Eolico di Monte Galletto lungo la Via degli Dei
Sabato 14 settembre all’interno del Parco Eolico di Monte Galletto nel Comune di San Benedetto Val di Sambro, lungo la Via degli Dei, è stato inaugurato l’originale Organo del Vento ideato e realizzato dall’organaro Claudio Pinchi.
Questa opera, un vero e proprio organo che suona alimentato dal vento, è stata realizzata in ossequio alle antiche sapienze di chi oltre duemila anni fa già calcava queste vie. Una rappresentazione allegorica della danza dei sette pianeti intorno alla nostra stella: la canna centrale è il Sole che come un direttore d’Orchestra, in armonia con l’Universo, detta le note musicali ai suoi musicisti, i pianeti per come erano considerati nella concezione classica platonica, che lo seguono in ordine di grandezza (e quindi di note sempre più acute) Giove, Saturno, Venere, Marte, Luna ed un’ottava canna, la più piccola, che rappresenta il firmamento sotto cui ogni cosa giace.
La realizzazione, nata dall’idea dell’allora Consigliere Comunale Simone Querzola, del Presidente del Comitato Soci Emil Banca di Madonna dei Fornelli Massimo Simoncini ed Alessandro Gironi, è frutto come sempre della grande ed importante collaborazione pubblica e privata tra i due Comuni di San Benedetto Val di Sambro e Monzuno, Emil Banca ed i Comitati Soci di Madonna dei Fornelli, Rioveggio e Monzuno, nonché dalla disponibilità della Famiglia Calzolari – Baldini che hanno messo a disposizione gratuitamente l’area su cui è stata fatta la installazione. Idea che proprio per la sua originalità ha ottenuto l’assegnazione del Premio Speciale Emil Banca 2023.
“Lontani dalla città e dagli effetti dell’urbanizzazione, il paesaggio dell’Appennino si arricchisce di questa originale opera: un’idea creativa per guardare ed ascoltare il territorio – racconta Alessandro Santoni, Sindaco di San Benedetto Val di Sambro. – Si tratta di un’installazione permanente davvero originale che, oltre ad accompagnare i camminatori e tutti noi paesani che siamo abituati a passeggiare in questi meravigliosi posti, prosegue nel solco di quelle idee attrattive che esaltano il paesaggio. Il mio augurio è che tutti coloro che si avvicineranno a questa opera possano, seppur per un istante, trovare quella pace e quella serenità che tutti meritiamo. Ringrazio per questo coloro che si sono adoperati in maniera importante: il Comune di Monzuno per la costante collaborazione, l’Organaro Claudio Pinchi, la squadra esterna del Comune che ha realizzato il basamento integrandolo nell’ambiente, Emil Banca, Simone Querzola che, assieme ai Comitati soci ed ai volontari, ha reso possibile tutto ciò, compresa la famiglia Calzolari – Baldini per la grande disponibilità nel metterci a disposizione l’area senza nulla chiedere. Un’installazione che valorizza ulteriormente un paesaggio già magico e che a 360 gradi consente di ammirare ed ascoltare un orizzonte mozzafiato”.
“Il progetto di questa installazione eolica porta in sé i semi di un lavoro importante poiché si inserisce in un luogo carico di storia con l’obiettivo di lasciare un’impressione sonora nella mente dei molti viandanti che ogni anno solcano questo cammino – spiega Claudio Pinchi, organaro autore dell’opera. – Per un Organaro, abituato a lavorare con un vento “stabile” e abbondante, non è semplice confrontarsi con la mutevolezza dei venti. Il risultato è certo, ma imprevedibile in ogni istante dell’anno. Si va inoltre incontro alle aspettative di un pubblico assai variegato che, mentre si appropinqua alla torre sonora, si è precostituito una sua idea di questo suono, magari ispirato dai grandi strumenti delle Cattedrali. Ma lo spirito di Eolo è differente. Parla ad ognuno con una voce diversa e unica. Il mio desiderio era quindi questo: mediante una particolare accordatura che fosse rispettosa dell’Armonia delle Celesti Sfere, tentare di accordare (ovvero avvicinare al cuore) il sentire umano a quello degli infiniti mondi che insieme vibrano nella manifestazione”.
Fonte e foto: Martina Mari – Ufficio Stampa Unione Comuni Appennino Bolognese