Alpini di Vergato – 41° Raduno e il ricordo del IX° Btg. Alpini Misto Genio fondato a Vergato
2024/10/10, Vergato – Gli Alpini di Vergato hanno festeggiato il 41° Raduno con un nutrito programma (vedi volantino), ancora una volta “nonostante” come citano “i veci”: ogni anno è più dura.
La cerimonia ripresa nel video, si è svolta nella Chiesa Parrocchiale dove il nuovo parroco, Don Franco Lodi ha celebrato la S. Messa, poi presso il Monumento ai Caduti dove esiste la lapide che ricorda il IX° Btg. con la deposizione della corona, i discorsi ufficiali alla presenza di autorità militari come rappresentanti dei Carabinieri, compagnia di Vergato e della locale sede della Guardia di Finanza, per l’amministrazione comunale ha presieduto il vicesindaco Stefano Pozzi, da sempre presente ai raduni.
La memoria va alle tante imprese di soccorso a terremotati e alluvionati, non dimentichiamo la “spalata” della forte nevicata a Vergato dove in prima fila gli uomini volontari (e volonterosi) si sono dati da fare per sgomberare strade e marciapiedi. Poi la costruzione della Baita degli Alpini ai Campi Sportivi di Vergato, vero gioiello che rimarrà nei tempi ancora utilizzata in convenzione con il Comune di Vergato, altro impegno, la Protezione Civile anche questo in convenzione con gli enti preposti.
I veci raccontano con una battuta… battendosi sulla pancia… dai badili, purtroppo siamo passati alle forchette…, cioè ad azioni dove l’età si fa meno sentire… ma non cala lo spirito di corpo.
Un’associazione in crisi di partecipazione per mancanza di nuove leve, lo ricordano sempre presidenti o vice presidenti che intervengono alle cerimonie ufficiali (c’è chi vorrebbe che venisse ripristinata la NAIA), forse per questo che prende corpo l’Associazione Amici degli Alpini, volontari che non possono raccontare di Campi invernali sull’Ortigara o marce da Sappada alle sorgenti del Piave, muli scalcianti come l’Odolina, la mula grigia, zaini di 40 kg. ma che portano avanti se non altro il servizio.
E il presidente del Gruppo Alpini di Vergato, Paolo Mingarelli, ricorda, appunto, come nella serata in programma con i tre cori siano stati ricordati Alpini che ci hanno lasciati ma anche “Amici degli Alpini” entrati a suo tempo a far parte del gruppo.
Tanti sono gli alpini che riempiono l’archivio fotografico di Vergatonews24.it, nei loro visi l’ufficialità del cappello piumato e il “passo” nelle sfilate. Tutto il resto è storia!
Si riapre un dibattito con chi vorrebbe le donne a sfilare con il cappello alpino, era tema che coinvolgeva noi da poco ritornati a casa dopo 18 mesi di Naia, negli anni settanta, poi il silenzio, ora con l’apertura degli arruolamenti senza distinzione vedremo mogli, cuoche o addette alla distribuzione pasti ai raduni, marciare con gli uomini, con tanto di cappello?
Viva gli Alpini! Viva Vargà!


























Il cappello di mio marito
4 Settembre 2014 dal sito ANA.it
Sono friulana e vedova di un abruzzese alpino, abbonato e tesserato che amava molto il Friuli. Mio marito adorava partecipare alle Adunate con il suo cappello e non mancava mai una sfilata per cui avevo pensato quest’anno a Pordenone di sfilare con il suo cappello d’alpino.
Ma la sfilata ha voluto farla la sorella di mio marito e io ho accettato perché per me sarebbe stato troppo doloroso. Domenica mia cognata ha iniziato a sfilare con il cappello del 9°, al primo controllo è andato tutto bene, ma al secondo l’hanno fatta uscire. Sono rimasta tanto male che ho pianto, perché un cappello d’alpino non si fa uscire dalla sfilata, deve farla tutta con tanto orgoglio. Perché è successo? Il prossimo anno a L’Aquila come posso fare per sfilare con il cappello di mio marito? Non voglio un cappello sul cuscino, il cappello deve marciare, camminare con forza e orgoglio come era lui.
Paola Filiputti Cirulli – Roma
Gentile signora, sono dispiaciuto per quanto accaduto, ma il regolamento su questo punto è molto preciso. Come lei sa, possono sfilare col cappello soltanto gli iscritti all’ANA, che hanno fatto il servizio militare. Potrà sembrarle crudele, ma anche questo è un modo per conservare l’identità di un’Associazione, evitando di trasformarla in un circolo culturale.
https://www.facebook.com/VergatoNews24/videos/1259436481905224
Come si diventa amici degli alpini?
All’Aggregato che vanti un’iscrizione consecutiva di almeno due anni e che per tale periodo abbia fattivamente collaborato con la Sezione o con il Gruppo nelle attività associative, può essere riconosciuta la qualifica di “Amico degli Alpini”.
Sugli Amici c’è chiarezza
10 Novembre 2020
Caro direttore, sono un alpino di Vittorio Veneto e sono anni che volevo scrivere il mio pensiero sulla questione legata al dovere di portare il cappello alpino. Dico subito che a mio parere, che condivido con moltissimi atri alpini, il cappello alpino lo devono indossare solamente coloro che hanno effettivamente svolto il servizio militare nelle Truppe Alpine. Gli amici e gli aggregati non avendo fatto il servizio di leva non devono indossarlo: solo il vero alpino sa quanto è sacro per lui il cappello. Loro saranno bravi, daranno anche nuova linfa alla nostra Associazione con il loro apporto, ma devono adeguarsi a portare un berretto, sia quello norvegese o altri, anche di altri colori, e sfilare non con i nostri Gruppi, ma con un gruppo costituito apposta per loro. Sfilare con uno che non ha fatto un’ora di naja proprio non mi va, non deve essere questa una cosa normale, altrimenti perché facciamo la nostra festa, la nostra Adunata? Voglio collegarmi con questo alla lettera (numero di marzo 2020) di Edoardo Pezzutti della Sezione di Pordenone dal titolo “Ogni cosa ha una fine”. È una lettera che ha messo in risalto tutta la verità e mi domando perché, per quale motivo i nostri dirigenti, da quelli nazionali a quelli di Sezione fino ai Capigruppo, non vogliano prendere provvedimenti definitivi per la questione degli amici e aggregati, e nelle sfilate, da quella nazionale alle altre minori, fanno sfilare lo stesso chiunque con il cappello e la divisa sezionale.
Tarcisio Piccin, Gruppo Val Lapisina, Sezione di Vittorio Veneto
Caro Tarcisio, il regolamento è chiaro e te lo riporto testualmente. “Gli amici degli alpini potranno sfilare alle manifestazioni nazionali, sezionali e di gruppo, inquadrati in un unico blocco nelle rispettive Sezioni o Gruppi, indossando il copricapo previsto” (art. 8 ter). Non è specificato se sfilino all’inizio o in coda alle Sezioni, ma la loro partecipazione non è messa in dubbio. Credo che questa loro presenza non sia da vedere soltanto come una specie di riconoscimento-premio. La sfilata è una manifestazione in cui si mostra all’Italia, non solo una storia, ma anche chi sono quelli che operano per il bene del Paese sotto la regia dell’Ana. E senza dimenticare che la loro presenza può rivelarsi assai stimolante perché altri chiedano di entrare a fare parte della nostra realtà.




La serata al Cinema Nuovo di Vergato con i tre Cori
Chi sono gli aggregati degli Alpini?
Possono chiamarsi Soci Aggregati (o Amici degli Alpini) tutti coloro, uomini o donne, che pur non essendo appartenuti alle Truppe alpine, si riconoscono nei valori dell’Alpinità e condividono gli scopi statutari dell’A.N.A.
E infine:
L’Associazione Nazionale Alpini (A.N.A.) fondata nel 1919, ha sede in Milano, è apolitica e apartitica, è costituita tra coloro che hanno appartenuto o appartengono alle Truppe Alpine: alpini, artiglieri da montagna, genieri, trasmettitori, paracadutisti e militari dei servizi in organico alle Truppe Alpine.
