Scalpellini dell’Appenino Bolognese nel Palazzo Comunale – Si raccontano e si emozionano
2024/10/20, Vergato – Gli Scalpellini dell’Appennino Bolognese ormai sono una realtà del territorio. Dopo un lungo impegno in scuole e riunioni, conferenze e convegni, si deve prendere nota dei risultati raggiunti a suon di scalpelli.
Una tradizione in via di recupero che fa scuola e a scuola vanno, a portare la loro arte. Scuola che fa scuola e forma, come nelle migliori botteghe, i Maestri Scalpellini del futuro.
Li abbiamo incontrati nel Palazzo Comunale di Vergato, luogo di grande storia, sede dei Capitani della Montagna. Un giorno racconteremo la sua storia con la conferenza del prof. Franco Gamberi che giace da troppo tempo nei nostri archivi… Recentemente riservato a celebrare un cittadino illustre, il maestro Luigi Ontani, artista conosciuto a livello mondiale. Il Palazzo è sede del MuseOntani e delle famose Vetrate di Ontani poste nella Sala Consiliare.
Un gruppo coeso che sotto l’organizzazione del presidente dell’Associazione Fulvio Ciancabilla, il dott. Stefano Vannini e la guida dei tre maestri scalpellini, Giancarlo degli Esposti, maestro muratore, Alfredo Marchi con un passato da scultore su legno e arenaria, Rodolfo Mucci da Castelluccio anche lui scultore e artista poliedrico, portano conoscenza e competenza.
Abbiamo incontrato alcuni di loro alla Mostra all’interno della manifestazioni “Sensazioni d’Autunno” del 19/20 ottobre 2024 a Vergato.
Non volevamo entrare con le telecamere dentro al gruppo e rompere schemi con domande classiche e scontate, per questo si è scelto di osservare da fuori permettendo ad allieve di intervistare maestri e maestri, raccogliere i sentimenti e le esperienze degli allievi presenti.
Un risultato premiato con oltre settemila visualizzazioni,(ad oggi) solo su Facebook.
Vediamoli e ascoltiamoli nel breve video documentario.
Alfredo Marchi intervista Barbara Sandri:
A – Allora Barbara cosa ne dici dell’esperienza come aspirante scalpellina da questi cinque anni che sei con noi. Quali sono le tue impressioni.
B – Allora, l’impressione, che si sia costituito un gruppo consolidato, che ci siano una buona raccolta di persone che credono fortemente in questo progetto è un progetto che sicuramente è legato al bisogno di esprimere la propria creatività da parte di ciascuno di noi ma credo che sia anche forte la necessità di rivalorizzare quello che era una tradizione di questo territorio. Io personalmente quando parlo di questo territorio parlo dell’Appennino, quindi vedo l’Appennino lato Bologna così come vedo l’Appennino lato Toscana, vedo il macigno, vedo l’arenaria, vedo pietre locali che in passato, in modo sostenibile venivano utilizzate per arricchire di elementi architettonici e simbolici che si tramandano da dai tempi degli Etruschi ,dai tempi dei Liguri, dai campi di tutte le civiltà che ci hanno preceduto. Quindi io penso che sia una bella cosa quella che stiamo facendo e spero che da questi maestri nascano altri maestri come sta succedendo e che cresca il numero di persone che si appassionano a questo ambito,
Grazie Barbara. Come avrete capito lei vive e proviene dalla Toscana e quindi diciamo che la nostra fama come scuola, come corso, va oltre il territorio di Bologna.
Barbara Sandri intervista Alfredo Marchi:
B – Allora, siamo qui con il maestro Alfredo Marchi uno dei tre maestri della scuola di Scalpellini di Riola, insieme al maestro Giancarlo Degli Esposti e Rodolfo Mucci e come allieva della scuola.
La domanda che mi piace fare è: quale sensazione si prova a trasmettere un’arte così antica dandone quindi nuova vita passandola nelle mani di nuovi allievi l’arte.
A – L’arte si fa per essere trasmessa, secondo me, non si può tenere qualcosa per se stesso perché muore lì, se invece si trasmette un arte, oltre a fare del bene ad altre persone, credo, però è la soddisfazione maggiore, è la cosa, è una cosa che ti rimane per sempre.
Fare uno scultura, sì è bello, poi col tempo finisce ma vedere che altre persone riescono a fare anche loro delle sculture e tu gli hai dato questa imput è una cosa che rimarrà nel mio cuore e come rimarranno nel mio cuore, è anche gli allievi che hanno imparato. Grazie anche a loro per tutto questo. Grazie, grazie!
NDR: L’uomo del sigaro è Dino Prandi, famoso caldarrostaio del Gruppo Alpini di Vergato.