25 Aprile 2025 a Vergato – Sobrio… come per i precedenti!
2025/04/25, Vergato – Chi si aspettava un festeggiamento “sobrio” come raccontato dai media nazionali sarà rimasto deluso.

Buona la partecipazione, buoni i discorsi sentiti, bello il riferimento a Papa Francesco, mancato da pochi giorni. Bellissimi i bambini presenti con bandierine, lo ha ricordato il sindaco Giuseppe Argentieri, belle le parole del parroco Don Franco Lodi che come nell’edizione precedente è diventato parte integrante della manifestazione davanti al Monumento ai Caduti (lo sentiamo nel video) altra presenza ormai consolidata è quella della Associazione Culturale Islamica per l’Orientamento di Vergato. Presenza consolidata, quella della Banda G. Verdi di Riola e il Corso di Musica di Vergato con i docenti prof. Pauselli e… La novità dell’edizione 2025 è stata la partecipazione del rappresentante di ANPI di Bologna, il discorso lo sentiamo nel video, (mentre il testo cartaceo purtroppo non ci è stato consegnato…)
Ecco il video con le immagini della giornata.
Il discorso integrale del sindaco Giuseppe Argentieri che ci ha gentilmente fornito il cartaceo, lo sentiamo anche nel video:
Cari cittadine e cittadini di Vergato, bambine e bambini, ragazzi e ragazze, autorità civili e religiose, rappresentanti dell’ANPI e delle Associazioni Combattentistiche, una triste e singolare coincidenza ha voluto che questa manifestazione della Festa della Liberazione sia venuta a coincidere con il lutto nazionale per la morte di Papa Francesco.
A nome di tutti i cittadine e cittadine vergatesi vorrei esprimere la sentita partecipazione alle condoglianze per una cosi grave perdita che ha colpito non solo i credenti di tutto io mondo ma l’umanità intera.
Papa Francesco è stato protagonista di un impegno costante per una maggiore giustizia sociale nel mondo, e soprattutto per la pace tra i popoli e gli Stati.
Non mancheranno occasioni per riflettere a fondo sulla sua vita e il suo insegnamento. Propongo
che in questa cerimonia, nel giorno in cui festeggiamo la liberazione dal Nazi-fascismo, dell’Italia tutta, sia destinato un minuto di silenzio al ricordo di questo importante protagonista della storia contemporanea.
Sono passati 80 anni da quell’ormai lontano 25 aprile 1945, quando l’Italia tutta fu liberata definitivamente dall’occupazione militare nazista e dalla dittatura fascista e imboccò la strada della costruzione di un nuovo Stato, repubblicano e democratico. Di persone che hanno vissuto direttamente quelle giornate ne sono rimaste ormai poche, ma la memoria è e deve essere ancora assolutamente viva.
Come si è sempre fatto in questi anni ci ritroviamo qui in piazza davanti al monumento ai nostri caduti per ricordare quei giorni, per onorare quanti caddero nella lotta di liberazione e per riflettere tra di noi sugli insegnamenti che quella esperienza ci ha consegnato.
Come sindaco vorrei ringraziare tutti i cittadini di Vergato,uomini e donne, giovani e anziani, voi che siete presenti oggi in questa nostra piazza e tanti altri che lo sono idealmente. Sono certo che tutti condividono lo spirito di questa giornata di festa, la festa della Liberazione. Una festa di tutti e non solo di una parte politica contro un’altra. Dopo 80 anni dire che i valori repubblicani e democratici sono un patrimonio condiviso dalla grande maggioranza dei cittadini non è una frase retorica, è un dato incontrovertibile ed è motivo di fiducia nel futuro.

Come abbiamo ripetuto nelle manifestazioni degli anni precedenti ci ritroviamo qui, in questa ricorrenza storica, prima di tutto per ricordare e onorare i molti caduti, militari e civili, sui vari fronti e terreni di guerra, le troppe vittime civili innocenti, di tante stragi dolorose, nelle quali i morti sono diventati solo dei numeri.
Il territorio poi del nostro Appennino è costellato di siti carichi di memorie e nei luoghi più significativi del Comune di Vergato, dove si sono verificati gli eccidi più efferati, ci rechiamo a deporre corone sotto le lapidi che ricordano i caduti.
Il 25 aprile 1945 fu davvero la fine di incubo e da quel giorno i nostri cittadini si impegnarono in uno sforzo eccezionale per ricostruire il paese distrutto e per avviarlo verso un nuovo sviluppo economico, sociale e culturale. Come dimostra anche la medaglia d’oro della presidenza della repubblica appesa al nostro gonfalone.
La storia ci insegna che i migliori risultati raggiunti non sono mai definitivi e che la partecipazione attiva dei cittadini alle scelte sociali e politiche vanno sorrette e alimentate costantemente. E a questo scopo servono anche iniziative come le manifestazioni di oggi, che non sono solo un invito alla memoria ma anche uno stimolo all’impegno per il presente e il futuro. Comune, istituzioni e cittadini uniti, pur nella legittima differenza di idee politiche e di appartenenza partitica.
Dobbiamo ringraziare e onorare coloro che liberamente combatterono e morirono per la libertà e che con questa scelta restituirono onore ad una Italia che era stata condotta nel baratro di un disastro militare e civile.










La lotta di liberazione dell’Italia dall’occupazione nazista successiva all’8 settembre del 1943 fu una guerra contro un esercito straniero, espressione militare di quel regime politico hitleriano che segna il massimo della barbarie raggiunto nel corso della storia umana, e contro il regime fascista che aveva portato l’Italia alla dittatura e al conflitto mondiale. E un tale giudizio non viene smentito neppure dal fatto che nella fase finale di quelle vicende si giunse fino a tragiche forme di guerra civile.
Il 25 aprile fu sicuramente per tutti gli italiani, militari e civili, la fine di un incubo. Tutti speravano che l’umanità potesse entrare in un’era di pace stabile e duratura. E invece la dura lezione della realtà ci dice che le cose spesso vanno diversamente dalle attese e dalle speranze dei popoli.
Durante tutti questi 80 anni, guerre devastanti hanno investito molte parti del mondo. Ma negli ultimi anni l’orizzonte si è fatto ancora più cupo. Il tentativo russo di poter calpestare in pochi giorni l’indipendenza e la sovranità dell’Ucraina si è trasformata in una guerra senza fine e senza tregua nel cuore della nostra Europa con un numero incalcolabile di morti civili e militari.
E l’annosa questione del conflitto israeliano-palestinese è diventato sotto i nostri occhi un macabro scenario di ostaggi uccisi o sequestrati da terroristi e di popolazioni sterminate o costrette ad abbandonare le proprie terre.
Ma ciò che suscita le maggiori preoccupazioni è il fatto che pochi potenti al mondo possano arrogarsi il diritto di decidere arbitrariamente il destino di territori, di popoli e di Stati sovrani e che da troppe parte, si sostiene, in nome del realismo politico e militare, che non si possa e non si debba opporsi anche con le armi a questa forma intollerabile di imperialismo.
No, l’ordine mondiale, come ci insegna la migliore tradizione culturale del mondo occidentale, può nascere solo sul rispetto della sovranità di ogni Stato e su un federalismo mondiale che veda tutti gli Stati alla pari seduti in una unica assemblea delle Nazioni.
Se vogliamo continuare a far crescere questo spirito che ha rifondato l’Italia dobbiamo dire che noi siamo e vogliamo essere un paese saldamente ancorato ai valori di fondo della storia politica moderna, che ci accomuna alle altre nazioni europee.
Non possiamo permetterci il lusso di dividerci tra pacifisti sognatori da un lato e guerrafondai realisti dall’altro. La pace vera e duratura è un bene troppo prezioso per affidarla alle strumentalizzazioni politiche di una parte o dell’altra.
Dobbiamo essere tutti convinti che le scelte politiche migliori siano quelle coerenti con le tre parole che sono per noi un patrimonio prezioso da custodire e da sviluppare: libertà, democrazia, giustizia sociale.
Le libertà civili, come garanzia dello Stato di diritto e della lotta contro ogni sopruso ed esercizio arbitrario del potere.
La democrazia come forma politica più adatta a garantire l’esercizio della sovranità popolare. La giustizia sociale come ricerca di scelte dirette a ridurre l’ingiustizia e le disparità economiche e sociali tra i cittadini e tra le classi sociali.















Libertà, democrazia e giustizia: questa indivisibile trinità di valori racchiude tutta l’eredità che ci hanno lasciato i combattenti della libertà che noi oggi ancora una volta onoriamo e che è stata fissata nei principi e negli articoli fondamentali della nostra Carta Costituzionale e nel testo dei trattati che sono alla base dell’Unione Europea e indicano la strada verso la sua unificazione politica.
Si può essere più o meno d’accordo con le scelte politiche di un governo, di quelli di ieri e di quello di oggi; è giusto che il popolo sovrano ogni cinque anni scelga liberamente i propri legislatori e governanti sulla base di una valutazione dei risultati ottenuti; ma non giova al bene dell’Italia agitare vecchi fantasmi ideologici del passato né nuove visioni manichee del futuro.
Possa essere questo 25 Aprile 2025 l’inizio di un lungo periodo di pace e prosperità per l’Italia e per il mondo intero. E possa ridare all’Europa una nuova forza propulsiva per realizzare presto forme più avanzate di unità politica.
Per raggiungere questo obiettivo e questi risultati, ognuno di noi, nessuno escluso, deve diventare ed essere convintamente un costruttore di Pace. Lo dobbiamo ai nostri figli, ai nostri nipoti, ma soprattutto lo dobbiamo ai nostri nonni e ai nostri bisnonni che hanno vissuto e spesso combattuto per questi ideali concretizzandoli e rendendoli possibili dal 1945.
Viva il 25 aprile, viva Vergato, viva l’Italia!