I burattini e la grande guerra 1915-18 Faggiolino va al fronte
2015/04/21, Vergato – I burattini e la grande guerra. (1915-1918, Faggiolino va alla guerra),di Umberto Bernardi, burattinaio.
Cento anni dall’inizio della grande guerra, numerose sono le rievocazioni di questo drammatico evento. Si scoprono documenti, filmati, foto, inediti, vorrei dare un piccolo contributo divulgando alcune testimonianze, forse un po’ retoriche ma molto significative, dei burattinai bolognesi al fronte, da una pubblicazione del 1923 di Antonio Pandolfi Barbieri “Burattini e burattinai bolognesi”. Inoltre da un articolo del Secolo Illustrato ” I burattini al fronte, di Guido Podrecca a da alcuni ritagli di giornali dell’epoca di proprietà della famiglia Ragazzi.
Durante la guerra anche Faggiolino fu… richiamato con tutti i suoi colleghi per dare una mano alla mobilitazione generale.
Nella Casa del Soldato, il comitato cittadino bolognese diede rappresentazioni di burattini ai soldati in licenza, poi seguendo la loro sorte anche i burattini furono inviati in zona di guerra. Il monellaccio bolognese prese attiva parte alle vicende della guerra, non come imboscato, ma come combattente alla sua maniera.
A lui era stato riserbato l’incarico, assai invidiato, di menare botte tutte le sere sulla venerabile testa di Cecco Beppe e su quella più dura di Guglielmone.
I Fanti infangati e impidocchiati assistevano a quella grandine di legnate prendendo viva parte all’azione gridando in tutti i dialetti: Dai Faggiolino, più forte!
Chi ha mobilitato il popolarissimo personaggio è stato il soldato bolognese Mario Pergolini della 3° Sezione Fotoelettrica venuto in licenza a Bologna alla fine del 1916 per rivedere la famiglia, fece alcune visite alla Casa del Soldato dove il Galli e il Gandolfi entusiasmavano i soldati.
La Casa del Soldato, venne istituita a Bologna il 20 giugno 1915, scopo della istituzione era raccogliere durante le ore della libera uscita in un luogo conveniente, fuori dalle caserme i soldati di stanza in città e di passaggio; di curare l’elemento morale e patriottico con opportune manifestazioni. Oltre a ciò nella casa del soldato, si ebbe cura di allietare lo spirito dei soldati, dando divertimenti ricreativi fra cui rappresentazioni di burattini. Il popolare spettacolo riuscì graditissimo e cominciò nel giugno 1915 protraendosi fino al 1919. I burattinai che si prestarono gentilmente furono Augusto Galli e Giulio Gandolfi i quali rimisero in onore le gloriose tradizioni burattinesche, che dopo la scomparsa dei due Cuccoli sembravano agonizzare.
Memorabili furono le rappresentazioni nelle quali Dina Galli (nota attrice dell’epoca) e Amerigo Guasti, improvvisandosi burattinai, formarono con il Galli e Gandolfi un quartetto meraviglioso. Le recite fatte per i soldati si davano quotidianamente dalle 18 alle 20, furono 509 e la 500° rappresentazione ebbe solenne festeggiamento al Teatro Conavalli.
Nei pochi giorni di licenza, al Pergolini venne un’ idea grandiosa, trasportare in zona di operazione i burattini per divertire i compagni, e tanto fece, tanto brigò che l’idea potè essere avvallata. I burattini gli vennero forniti da Luigi Cremonini, e lo sculore in legno Toniutti ne fabbricò altri, fra cui una donzella assai bellina che doveva rappresentare l’Italia, in vecchio dalle folte fedine bianche somigliantissimo a Cecco Beppe, (Francesco Giuseppe Imperatore D’Ausrtia-Ungheria) e un personaggio dai baffi irsuti e insolenti, che era la copia fedele di Guglielmone (Gulielmo II Imperatore tedesco Re di Prussia).
Si ebbe cura di scolpire questi due ultimi personaggi in legno di bosso, perchè resistessero al bastone di Faggilino, essendo predestinati ad essere battuti tutte le sere, come altrettanti tappeti.
Poste tutte le teste di legno in un cassone, il Pergolini ripartì in così buona compagnia per riprendere il suo posto e quando giunse tra i compagni si ebbe le sue calorose accoglienze. Il capitano Salvatori della 328° compagnia zappatori, a cui il soldato bolognese sottopose il progetto di creare un teatrino, si dimostrò cosi entusiasta che mise a disposizione del Pergolini l’intera compagnia. In breve, il piano terreno del baraccamento che sorgeva poco lungi da Paluzza e Timao, in vicinanza del Passo di Monte Croce, nella Carnia, venne sgombrato, ed i soldati mandati a dormire al piano superiore, pigiati come tante acciughe. Vi furono proteste che non ebbero seguito, perchè anche i più restii, finirono per rassegnarsi a dare posto al casotto dei burattini.
Falegnami e fabbri, si fecero in quattro per adattare il salone ed un soldato, figlio di un celebre pittore milanese, di cui non ricordo il nome, si occupò delle decorazioni e dei scenari e in pochi giorni il teatrino fu allestito e cominciarono le prove. Il Pergolini ebbe a compagni d’arte Rosario Frati e Mengoli Attilio anch’essi bolognesi e le rappresentazioni cominciarono con repertorio tutto cuccoliano. Fu un avvenimento che ebbe larga eco in tutti i punti della zona Carnia. Ufficiali e soldati di passaggio reduci della trincea si fermavano per assistere alle commedie, godendo qualche ora di letizia, dimenticando in quei momenti i disagi e i pericoli della guerra, il cannone tuonava e l’eco giungeva fino al baraccamento che tremava ad ogni scoppio dei grossi calbri. Un giorno un areoplano nemico lasciò cadere una bomba che asportò un ala del baraccamento e questo fu il primo battesimo del fuoco a cui fu sottoposto Faggiolino, il teatrino fu onorato dalla visita di qualche generale. Il Pergolini compose una commedia di grande qualità: Faggiolino volontario al fronte e spia d’occasione. L’argomento era questo.
“Faggiolino riformato perchè troppo ignorante, si arruola volontario tra i fanti e immediatamente inviato al fronte. A Palizza ultima tappa per la linea del fuoco, entra in una bettola per la solita tappa. Vi incontra Sganapino e lo riconosce attraverso una frase bolognese molto popolaresca che egli pronuncia altercando con l’oste sul prezzo del vino. Avvengono abbracci e Sganapino eselta le sue doti fisiche in confronto di quelle di Faggiolino. Questi punto nel vivo, si ripromette di dimostrare al concittadino come egli sia coraggioso e forte come lui.
Nel secondo atto Faggiolino studia un piano arditissimo per recarsi da Cecco Beppe fingendosi spia e possesore di piani strategici importanti, e dargli poi una buona lezione. Però Faggiolino vuole come cooperatore l’amico Sganapino. Il quale fa buon viso a cattivo giuoco e malgrado lo spaghetto finisce per accettare.
Raggiunta la linea nemica, Faggiolino viene ammesso alla pesenza del generale Won Srtonz- Neffer, al quale espone la ragione della sua visita e cioè il desiderio di parlare con Cecco Beppe, ma siccome non è cosa molto facile; Faggiolino si fa largo a furia di botte e riesce a giungere ugualmente al Quartiere Generale. Si trova in presenza di Cecco Beppe guardato da due armati che attorniano i due supposti spioni italiani.
Faggiolino manifesta il suo malumore per il trattamento poco riguardoso che gli viene usato e dice che non parlerà che al solo imperatore a cui darà tutte le importanti notizie che interessano l’esercito austriaco. Rimasto solo con Cecco Beppe, gli presenta i piani strategici che sono racchiusi nel suo bastone, suo indivisibile compagno ma per estrarli e necessario batterlo su qualche cosa. Il qualche cosa è la testa dell’imperatore, il quale si prende una dose di legnate e… conoscenza dei tanti agognati piani strategici. Compiuta la gesta eroica, Faggiolino, sempre roteando il bastone si fa largo tra gli austriaci e giunge nuovamente fra le linee italiane accolto da abbracci e da baci. La commedia al terzo atto, finisce con la notizia della morte di Cecco Beppe di cui Faggiolino si attribuisce il merito”
Il teatrino dell’alto But, dopo aver funzionato per molti mesi, allietando i combattenti, cadde poi nelle mani degli austriaci nell’infausta giornata di Caporetto. Tutti i personaggi seguirono la sorte del teatro e degli scenari e di loro non si seppe più nulla, neppure un anno dopo, quando le fortunate vicende della guerra ci fecero riprendere i territori perduti.
In diversi musei italiani sono conservati burattini e documenti burattineschi prodotti durante la Grande Guerra nelle montagne del Carso, del Trentino e nei luoghi più impensabili dove nascevano improvvisate compagnie.
Nel Castello dei burattini di Parma è conservata una testa di Sandrone che sarebbe stata utilizzata durante la guerra. La particolarità di questo burattino è la presenza di un foro sulla fronte, prodotto, si dice, da un proiettile sparato da un tiratore scelto austriaco (cosa non inverosimile, considerando che il diametro del foro corrisponde a quello dei proiettili allora in uso) . Nel museo dei burattini Zanella-Pasquini è conservato l’impianto d’illuminazione della baracca che agiva nella casa del soldato di cui si trova lo stendardo.
Una muta importante di burattini è giunta a Vergato, (chissà se anche questa ha partecipato alla Grande Guerra) si tratta di una muta di 12 burattini da sala (più piccoli, usata per rappresentazioni in interni, feste private, ecc..) del burattinaio bolognese Raffaele Ragazzi, di proprietà del nipote Franco Ragazzi, divenuto da qualche anno cittadino vergatese.
Raffaele Ragazzi, (1869 – 1929) – Burattinaio. Inizia la sua attività a Bologna interpretando la maschera di Sganapino con Angelo Cuccoli per poi, nel 1904 impiantare il suo casotto in Foro Boario, oggi Piazza Trento Trieste, con il burattinaio Labanti, questo fino a poco prima della morte.
Durante la guerra del 1915-1918 dà spettacoli al fronte per i soldati; in questa occasione lavora anche Vittorio Podrecca, usando il burattino “Cecco Beppe” (l’imperatore Francesco Giuseppe).
Da un articolo “I burattini al fronte”
del Secolo illustrato (lo sport illustrato e la guerra) di Guido Podracca.
I burattini al fronte
Sono mobilitati anch’essi. Sono partiti dalle grandi città, dalle borgate provinciali, dai villaggi, e sono andati lassù a portare una risata tra i nostri combattenti.
Risata che fa buon sangue, e col sangue buono si resiste e si combatte bene.
L’idea e venuta al comandante del Battaglione Alpini nel quale si trova da quasi tre anni, in prima linea, il tenente, avv. Vittorio Podrecca, l’ideatore fortunato del teatro dei piccoli.
– Otto giorni di licenza- ha detto il comandante- vada in giro per l’Italia e mi porti su i burattini!
Otto giorni dopo, si dava ai soldati scesi a riposo in Valle Lagarina, la prima rappresentazione. Successo entusiastico.
Non era facile organizzare lo spettacolo.
Oggi i centri burattinai, soprafatti dal cinematografo, sono pochi. La tradizione si mantiene a Bologna, sovrattutto, a Milano a Napoli, con manifestazioni sporadiche a Mantova, Bergamo, Modena.
In Francia, invece il Guignol è molto più diffuso e ha fatto le sue comparse graditissime su tutto quel fronte.
Dopo il successo del battaglione alpini, tutti i corpi d’Armata vollero la loro parte di divertimento, onde l’infaticabile organizzazione riuscì in breve a mettere assieme da 6 a 8 teatrini scegliendo accuratamente fra i burattinai più intelligenti dopo ripetute audizioni in incognito.
I soldati sono esultanti. Essi ritovano nelle singole maschere il proprio dialetto e rivivono per un ora la vita del paesello lontano. Il repertorio è costituito da azioni rapide, violente, esilaranti, a base di scorpacciate, d’amori e di bastonate. Intrecci semplici, primitivi, canovaccio alla battuta satirica e al lazzo umoristico.
Alle vecchie maschere- Balnzone, Faggiolino; Meneghino, Arlecchino, Brighella, Pantalone, Sandrone, Pulcinella, Gioppino, ecc.- si sono aggiunti dei personaggi d’occasione, ma che resteranno:
Guglielmone il prepotente,
Carlino il bugiardo
Italietta (che Carlino vorebbe come cameriera, ma invano),
il Bolseviko, servitore del Kaiser
Madama Britannica,
il Turco di ritorno.
Le farse, a tipo Cuccoli, sono snelle e indiavolatamente allegre, con qualcuno di quegli spunti che il Cuccoli sapeva insinuarsi anche sotto i governi stranieri.
Conclusione: bastonate su tutta la linea ai prepotenti.
Il soldato va in visibilio.
I burattinai sono fra i più popolari: Cavadini, Chinelato, Ragazzi, Labanti, Mazzoni, Mannelli, tutti bolognesi, e un Cesare Rossi, milanese.
I reparti forniscono l’orchestrina di mandolini e chitarre che suonano negli intermezzi e per il ballo finale dei burattini.
L’ambiente- all’aperto nei giorni sereni, o al coperto- viene predisposto dagli ufficiali di collegamento. Due rappresentazioni al giorno da 500 a 1000 soldati.
Cosicchè i 6 teatrini possono intrattenere dai 10 ai 15mila soldati al giorno.
Finita la rappresentazione, il teatrino con i burattini vengono caricati sopra una carretta tirata da un mulo e via per altra destinazione. E le destinazioni non sempre sono comode. Qualche volta il burattinaio arriva anche in prima linea , accolto dall’esuberante giocondità dei soldati, e dice loro:
-Eccomi qua, fratelli miei! Vi porto il saluto della vostra terra lontana, col vostro dialetto, coi vostri proverbi, coi vostri stessi sentimenti. Sono la voce del vostro paese che attende, soffre, spera e confida in voi. Viva l’Italia! E adesso, botte ai tedeschi!
E i soldati batton le mani e gridano: botte!
Ma la prima linea non è comoda. A Passo di Buole e a Serravalle era burattinaio il bolognese Ragazzi. La rappresentazione venne interrotta da una azione dell’artiglieria nemica. Bombe, bombarde, granate e shrapnells. Per poco non andarono all’aria……baracca e burattini. Niente paura! Cessato il bombardamento la rappresentazione fu ripresa; poi caricata la compagnia sul carretto, via per altri fronti a portare la risata che spezza le malinconie e tempra l’animo per la vittoria
Guido Podracca
Il circolo culturale Galeazzo Marescotti in collaborazione col Comune di Vergato ha dedicato una mostra A Raffaele Ragazzi nel 2004 presso la biblioteca “P. Guidotti”, mettendo in mostra 12 burattini, articoli di giornali, un ritratto a matita di Raffaele Ragazzi con Sganapino e altro materiale fornito dalla famiglia. Gli articoli di giornali risalgono agli inizi del 900, vi troviamo diverse rappresentazioni di burattini al Salone Sammicheli, al Foro Boario, sotto il Voltone del Podestà, molto interessante un articolo “ Una patriottica recita a beneficio dei feriti in guerra” e un altro “Per le vittime del terremoto” Il terremoto è qullo siciliano del 1908 che qui riportiamo ( Il Sig. Raffaele Ragazzi, il noto burattinaio del Foro Boario, questa sera alla 20,30 nel piazzale Trento eTrieste, darà una grande serata a totale beneficio delle famiglie daneggiate dal recente terremoto siculo. Alla rappresentazione prenderanno parte le più dure teste… di legno dell’affiatata compagnia: Per la circostanza verrà esumata una vecchia produzione del teatro marionettistico bolognese e cioè: “ la tentata fuga di Re Enzo, con Sganapino capo brentatore” Siamo certi che la geniale e filantropica iniziativa non mancherà di produrre buoni frutti, sotto forma di… baiocchi sonanti. Chi vuol divertirsi beneficando è avvisato.)
Secondo la testimonianza del nipote Franco Ragazzi: il burattino “Cecco Beppe” molto in voga durante la prima guerra mondiale, perché metteva in ridicolo l’imperatore austro-ungarico, sarebbe stato inventato proprio dal celebre nonno, inoltre venne messo in scena uno Sganapino con le gambe. Dopo la morte di Raffaele Ragazzi gran parte del materiale come burattini scenari teatrino furono venduti in America ma durante il trasporto, la nave affondò in mezzo all’oceano come il Titanic, ma questa è un’alta storia.
Il burattino “Cecco Beppe”, ora di proprietà di Zanella- Pasquini, mentre un altro burattino “Sganapino con le Gambe”, pezzo unico, sarebbe andato perduto.
I burattini di Raffaele Ragazzi fotografati da Maurizio Nicoletti, in occasione della mostra tenuta a Vergato nel giugno 2004