Vergato Arte Spazio 5 – “Di potere e di altri incanti” viaggio nella terra dei Vodoun incontra Ontani
2018/05/26, Vergato – Sabato 19 maggio alle ore 11.00 – Via Roma, 15 – Spazio 5 è stata inaugurata la mostra; DI POTERE E ALTRI INCANTI Viaggio nella terra dei Vodoun.
Promotori e curatori: L. Nicoli, S. Amista, F. Marchi, A. Sabattini.
Abbiamo seguito il maestro Luigi Ontani in visita. Proveniente dal Cinema Teatro Nuovo di Vergato dove si è tenuta la conferenza sullo stato di avanzamento del Progetto “Fontana” di prossima istallazione nel piazzale della Stazione. Il maestro, particolarmente interessato all’esposizione si è soffermato a lungo conversando con i curatori della mostra a sua volta “accompagnato” dalla consueta maschera che vediamo nelle foto di rito con il sindaco Massimo Gnudi, Claudio Spadoni, il presidente di Vergato Arte Claudio Martinelli e Tullia Ontani, sorella del maestro, Mario Ambrosini, direttore artistico della manifestazione e Graziano Pederzani, amico del maestro e produttore del documentario sulla realizzazione della Fontana di Luigi Ontani e i curatori della mostra.
Contesto:
La storia dell’Africa Occidentale affonda le sue radici in un’epoca antichissima e spesso
sconosciuta al continente Europeo. Si tratta di una storia popolata di regni fastosi e imperi ricchissimi da
un punto di vista artistico e culturale;
eppure le tracce scritte e di quelle epoche dimenticate sono scarsissime, non solo perchè la tradizione orale africana ha conservato di generazione in generazione un patrimonio pressochè intatto ma astratto, ma soprattutto perchè si tratta di una storia che non è raccontata dai libri, ma attraverso le opere che l’hanno costruita dall’antichità fino ad oggi.
L’arte africana è testimonianza vibrante del vivere sociale, politico e religioso delle comunità che l’hanno prodotta, parla attraverso i simboli, la ricercatezza dei materiali e le produzioni degli artigiani
e artisti che hanno appreso le tecniche di lavorazione nelle le società segrete e nelle confraternite di cui facevano parte e a cui era delegato il compito di costruire e conservare le statue, le maschere e i feticci da utilizzare nelle comunità. La produzione artistica africana testimonia un’eterogeneità e ricchezza estremamente lontana dal concetto puramente eurocentrico di “arte primitiva” tanto da avere ispirato arti sti europei come Picasso e Modigliani che, colpiti dalla vitalità delle opere, ne hanno subito l’influenza anche nella propria produzione artistica.
Arte della vita e della morte, i manufatti africani non subiscono i dogmi dell’estetica e ignorano i canoni della bellezza, sono produzioni concrete, destinate all’utilizzo nelle cerimonie e nella vita quotidiana.
Sono oggetti che prendono vita quando gli spiriti li penetrano, dormono in alloggi riservati quando non vengono utilizzati e attendono il richiamo della musica per intervenire con il loro potere trasformante
nei rituali. I materiali sono fragili, per questo rappresentano un’arte delicata, depauperata dal tempo, dal clima e dalla colonizzazione che ha trafugato secoli di storia in pochi decenni per rinchiuderli nelle teche dei musei più grandi del mondo, abbandonando le opere silenziose e morenti , private del loro senso rituale più profondo agli occhi impreparati dello spettatore.
La mostra off re uno spaccato pulito e disarmante su alcune popolazioni dell’Africa Occidentale, permette discostare la tenda del pregiudizio eosservare alcuni tra i rituali più antichi che ancora oggi si perpetuano attraverso i cuori dei fettcci utilizzati, gli strumenti dei culti, le mani delle statue e gli occhi chiusi delle maschere rituali dormienti in attesa di essere risvegliate ancora una volta.
Descrizione:
L’esposizione propone un viaggio alla scoperta di alcuni tra gli stili artistici rappresentativi dell’Africa centrooccidentale ma attraverso di essi anche un viaggio nella cultura, nelle società, nei sistemi di potere e soprattutto nelle religioni che ancora oggi dominano i paesi dell’Africa Occidentale
Dai regni di Oyo, tra gli Oba Yoruba della Nigeria, nel regno del Dahomey, di Benin, tra i Fon del Camerun, attraversando la Costa d’Avorio, la Guinea, toccando il Gabon, fino ad arrivare alla Repubblica Democratica del Congo, il visitatore è guidato in un ideale percorso che racconta
la ritualità della vita africana attraverso gli splendidi manufatti realmente utilizzati nella quotidianità di chi li ha posseduti e utilizzati per sancire le fasi della vita come i rituali dedicati alla nascita, al raccolto, al matrimonio, e che, passando attraverso la morte, hanno permesso agli uomini di posare lo sguardo sino alla vita nell’aldilà.
L’esposizione conta di due collezioni private per un totale di circa 100 elementi.
Tutti i pezzi esposti sono originali, di età compresa tra il 150 e i 50 anni e sono stati utilizzati dalle popolazioni che li hanno prodotti.
Il visitatore potrà visionare oggetti di vita quotidiana finalizzati a favorire la fertilità della donna e dell’uomo, sancire la linea di discendenza dei poteri locali nelle chefferies, favorire la ricchezza del
raccolto, incitare i giovani uomini alla battaglia. Riccamente rappresentato inoltre è il piano religioso con numerosi reliquiari e feticci che raccontano di quanto la morte e le sue cerimonie siano una parte essenziale della vita.
Domenica 20 e domenica 27 maggio saranno organizzate, per chi interessato, visite guidate gratuite con il seguente orario:
mattina: h. 10:00, h 11:30
pomeriggio: h. 16:00, h 18:00
consigliata prenotazione al 3476871094 (sms o whatsapp)
Sarà anche possibile visitare all’interno dello spazio espositivo la MOSTRA
FOTOGRAFICA: I SEGRETI DEL VOODOO. VIAGGIO TRA LE ETNIE DELL’AFRICA
OCCIDENTALE, TRA FETICCI E MAGIA NERA.
Uno straordinario percorso tra riti, costumi e cerimonie delle popolazioni del Togo, Benin e Burkina Faso, sulle tracce di un culto tramandato da generazioni ed importato dagli schiavi nel Nuovo Mondo. Uno spett acolare reportage che mostra immagini inquietanti di un mondo affascinante e sconosciuto, cuore pulsante della religiosità africana : il Vodoun. Uno spaccato della semplice vita quotidiana di queste splendide etnie che custodiscono da secoli, nella complessità di miti e leggende, gli antichi segreti delle formule e dei rituali magici. Immagini e testi di Iago Corazza e Greta Ropa
GLI AUTORI
Iago Corazza – Giornalista e regista, ma soprattutto fotografo e viaggiatore, durante numerose
spedizioni in tutto il mondo ha realizzato numerosi reportage e monografie per National Geographic, White Star, Oasis e svariate testate geografi che e scientifi che. In qualità di regista e direttore
della fotografia ha inoltre realizzato trasmissioni, programmi e documentari per le più importanti emittenti in Italia e nel mondo. É testimonial e collaboratore UNICEF ed Emergency e insegna fotografia grazie a speciali corsi e workshop intensivi da lui messi a punto. www.iago.com
Greta Ropa, scrittrice e laureata in scienze della formazione ha realizzato decine di reportage nel mondo. Collabora come scrittrice con varie testate e case editrici come Oasis e White Star-National
Geographic, con cui pubblica importanti monografi e. E’ testimonial e collaboratrice Unicef ed Emergency.
Fonte;Testo dal libretto di Vergato Arte 2018, foto di Vergatonews24.it