Idee di pietra – Gli scalpellini scultori di Montovolo in mostra in Assemblea legislativa
2019/10/02, Bologna – Idee di pietra – Gli scalpellini scultori di Montovolo in mostra in Assemblea legislativa.
Idee di pietra
Questo catalogo, realizzato dall’Assemblea legislativa della Regione Emilia- Romagna, vuole rappresentare l’opera degli ultimi scalpellini-artisti ancora attivi nell’Appennino bolognese.
Una mostra suggerita dalle suggestive e originali architetture di sasso medioevali del borgo de “La Scola” dove emergono opere degli antichi maestri comacini.
Osservando le sculture esposte si può ritrovare la passione di uomini usi al duro lavoro della pietra in grado di trasformarlo in lieve opera d’arte.
Simonetta Saliera Presidente Assemblea legislativa Regione Emilia-Romagna
Presentazione
Quando, da bambino e poi in gioventù, frequentavo le valli e i borghi sulle pendici del Montovolo e del Vigese, non avrei mai creduto che nell’avanzata maturità sarei stato coinvolto, animandolo, in un progetto tanto ambizioso.
Da tempo coltivavo l’idea di dedicare una delle attività dell’Associazione Fulvio Ciancabilla alle cave di pietra ed agli scalpellini. Molti di loro li ho conosciuti e li ho visti lavorare, con le loro mani scabre e rugose, capaci di realizzare bozze, davanzali, architravi, camini con decorazioni che sono vere e proprie opere d’arte. Ho anch’io fin da giovane visto la fatica, il sudore, il disagio che il loro lavoro comporta e sono cresciuto avendone grande rispetto, pensandoli eredi di quei medioevali maestri comaci- ni che hanno caratterizzato col loro lavoro i borghi del nostro appenni- no.
E proprio nell’incanto di uno di questi borghi, Scola di Vimignano, realizzato in pietra di Montovolo, splendidamente restaurato ed ora amorevolmente conservato e reso vivo dai suoi abitanti, l’Associazione Ciancabilla ha organizzato nell’ottobre del 2017 una giornata di studi durante la quale, dalle prime storie di cave e scalpellini, uscì l’idea di approfondire le conoscenze sull’arenaria di Montovolo e dell’intero territorio, comprendendo anche il Monte Vigese e la Rocca di Vigo.
Nacque così il “Progetto Montovolo” che si pone come obiettivo quello di approfondire e divulgare temi legati alla geologia, alla morfologia, alle sorgenti ed alla botanica di queste splendide montagne.
In questo ambito non poteva mancare un filone di studi relativo all’arenaria e all’arte di lavorarla, con la speranza di vedere rinascere una scuola, già sperimentata in passato, in grado di tramandare questa particolare forma di artigianato. Amministratori locali si impegnarono a percorrere tutte le strade necessarie per riavviare una nuova edizione della scuola, magari a Campolo, altro borgo antico, abitato ora dagli eredi di quegli artisti. Per favorire il percorso avviato, assieme al Gruppo di Studi Alto Reno-NUETER e con la preziosa collaborazione della Presidente Simonetta Saliera, pubblicammo nel giugno del 2019 un volume scritto da Alfredo Marchi, scultore e scalpellino anch’egli, e lo presentammo sempre nel Borgo di Scola per onorare, con la delicatezza e la genuinità dello scritto di Alfredo, gli uomini che hanno dedicato la loro vita a questa arte. E fu proprio durante il conversare di quel giorno che la Presidente Saliera lanciò l’idea di esporre nelle sale della sede dell’Assemblea Legislativa Regionale alcune opere di quegli artisti, che ancora mantengono vivo, con la loro passione e la loro maestria, questo antico mestiere. Abbiamo quindi raccolto alcuni lavori rappresentativi dei quattro scalpellini scultori che ancora operano nella Valle del Reno raggiungendo livelli artistici significativi come attestano riconoscimenti e recensioni di prestigiosi critici d’arte. Nella mostra che questo catalogo illustra si possono ammirare soggetti di varia ispirazione che caratterizzano in modo inequivocabile come la lavorazione della pietra arenaria, dalle prime esperienze comacine si stia avvicinando sempre più ad una finissima e moderna espressione artistica con un comune legame: la pietra arenaria, la fatica della sua lavorazione, la capacità di animi sensibili di esprimere le loro…idee di pietra. Anche attraverso questa iniziativa il Progetto Montovolo prosegue ed altri traguardi sono all’orizzonte. Doveroso intanto un caldo ringraziamento alla Presidente Simonetta Saliera che ha voluto e sostenuto questa importante tappa del nostro percorso
Stefano Vannini Presidente Associazione
Fulvio Ciancabilla
Ricordo che presso la sede dell’assemblea legislativa regionale via Aldo Moro 50 Bologna c’è una mostra con 16 opere degli scalpellini della nostra montagna.
È aperta fino al 16 ottobre.
Visitarla ne vale la pena
L’anima del nostro Appennino
La pietra arenaria è davvero l’ossatura della montagna appenninica che separa e unisce l’Emilia-Romagna dalla Toscana. Non solo però dal punto di vista geologico, ma anche da quello culturale, cioè sociale, economico e artistico. Questo è il motivo che ha spinto in ripetute occasioni la nostra associazione, il Gruppo di studi alta valle del Reno-rivista Nuèter, ad occuparsi di questo tema fondante della cultura della montagna. Così i molti degli articoli pubblicati, a cominciare dal 1975, sulla nostra rivista “Nuèter” che hanno avuto come argomento gli scalpellini, la pietra e gli oggetti architettonici e artistici nati da essa hanno trovato posti in un piccolo libro dal titolo La lavorazione della pietra nella valle del Reno, pubblicato nel 2016, in occasione del secondo corso per scalpellini, curato da Rosella Ghedini, Paolo Minarelli e da me. Già dal primo di questo corsi, tenutosi a Campolo nell’inverno 1988-1989, organizzato dalla Comunità montana dell’Appennino bolognese e dal Comune di Grizzana, era nato un fascicolo, dal titolo Gli scalpellini del Montovolo, che mostrava le fotografie in bianco e nero di Aniceto Antilopi, che riproducevano i momenti della lavorazione riprese proprio durante le vere e proprie lezioni tenute dai pochi scalpellini ancora in vita, assieme ai testi curati di Maurizio Pozzi. Più recentemente, negli anni 2013-2014, il convegno di Capugnano che teniamo dal 1993, ebbe come argomento Una montagna di pietra e di legno ed anche in questo caso gli interventi vennero riuniti un volume dallo stesso titolo, pubblicato nel 2015. Da ultimo poi, proprio quest’anno, assieme all’Associazione Fulvio Ciancabilia e con la fondamentale collaborazione di Simonetta Saliera presidente dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna, abbiamo realizzato il volume di Alfredo Marchi, uno degli autori delle opere qui messe in mostra, dal titolo “Storie di pietre e di scalpellini nel Bolognese. Manuale per scalpellini e qualcosa di più”. Questo libro è stato il principale stimolo alla realizzazione di questa mostra che fa vedere come, ancora oggi, la pietra, un materiale sicuramente duro e resistente, possa diventare duttile sotto le dita esperte di questi scalpellini che trasformano la materia in opera d’arte.
Renzo Zognoni
GIANCARLO DEGLI ESPOSTI
Giancarlo Degli Esposti nasce a Marano di Gaggio Montano (BO) nel 1956. Suo padre è un mastro muratore con cui collabora fin da giovane. Inizia ad approcciarsi anche al disegno, e lo fa arrischiandosi anche su superfici considerate non adatte. Nello stesso periodo in cambio di un piccolo lavoro riceve 25 kg di terra creta che gli aprono un ulteriore nuovo mondo. Nel 1988/89 frequenta un corso per scalpellini finanziato dalla CEE ed organizzato dal Comune di Grizzana Morandi e dalla Comunità Montana. Ha realizzato numerosi ornati, stemmi, bassorilievi e sculture a tutto tondo per privati ed enti; da ricordare, in particolare, la maestà della rupe di Sasso, il portale ornato nella chiesa di Panico, gli interventi di restauro nel santuario di Montovolo e i particolari architettonici in pietra della Rocchetta Mattei, che ha dovuto ricostruire affinché il Castello fosse riportato al suo antico splendore. Molto importante per la sua crescita artistica e tecnica è l’incontro con il maestro Luigi Ontani che ha trovato nelle sue mani lo strumento per concretizzare i suoi sogni scultorei. Al momento sta realizzando vari manufatti su richiesta, tra i quali un busto in scala 1/1 del committente e la copia della Sacra Croce del 1400 del santuario di Montovolo.
LUIGI FAGGIOLI
Luigi Faggioli è nato a Vergato nel 1942. Trascorre l’età lavorativa a Bologna come attrezzista costruendo stampi e si trasferisce a Predolo (nel Comune di Camugnano) nel 1995 dove vive tuttora con la moglie Gianna e una deliziosa cagnolina, coltivando l’hobby della scultura. Dai 18 anni in poi ha coltivato l’hobby della pittura, sospeso negli anni 80 per l’acquisto di una casa in un antico Borgo del 1400 a Predolo situato ai piedi del monte Vigese, là dove il crinale si abbandona ad un declinante incontro con il Montovolo. Il restauro di questa storica costruzione ha assorbito risorse fisiche e finanziarie. E fu lavorando per la ristrutturazione della sua nuova residenza che si appassionò alla lavorazione della pietra di Montovolo. Predolo è stato il luogo che gli ha permesso, da autodidatta, i primi approcci con l’arenaria di Montovolo, con il fascino delle sue pietre montate dai Maestri Comacini, il verde che lo circonda e il silenzio rotto soltanto dallo scorrere dell’acqua delle fontane. Lì sono nate le prime opere di piccole dimensioni (vasi di rose, crateri con volti antropomorfi) che lo hanno iniziato ad un percorso necessario a sentire la pietra come parte di sé. Poi per mancanza di reperibilità della pietra arenaria di Montovolo, si è cimentato con il marmo di Carrara eseguendo opere di grandi dimensioni. Da 25 anni organizza nella cornice del Borgo magico di Predolo “mostre en plein air”, invitando sempre nuovi artisti. Oltre che presso collezionisti privati alcune sue opere sono diffuse nel circostante Appennino ed ultima, nel comune di Grizzana Morandi in località Stanco, una è dedicata ai soldati sudafricani caduti per la liberazione dei nostri luoghi.
ALFREDO MARCHI
Alfredo Marchi nasce nel 1952 a Vergato e qui ha sempre vissuto. Sin dall’adolescenza ha dimostrato grande interesse e amore per l’agricoltura, la natura e la cultura del proprio territorio. Il lavoro come dipendente di banca non gli ha impedito di coltivare questi suoi interessi che, dopo il suo 40° compleanno, hanno, in parte, trovato sfogo nella scultura. La scultura del togliere, per scoprire nell’interno della materia un’espressione del proprio animo. Quella scultura che trova nella pietra e nel legno l’occasione per rapportarsi con la natura. Qui il contatto con la materia è fisico prima che ideale: richiede sudore e fatica, capacità artigianali e tempi lunghi di realizzazione. Non amando esporre in mostre temporanee entro locali chiusi, Alfredo Marchi preferisce dare visibilità alle proprie opere in spazi aperti, nel tentativo di valorizzare l’ambiente urbano o naturale dove esse sono state collocate. Varie sue installazioni si possono incontrare in luoghi pubblici soprattutto nei comuni di Vergato e Castel d’Aiano. Alcune sue opere sono anche visibili sul web e in brevi filmati sul canale Internet “YouTube” digitando il nome dell’autore. Due frasi, in cui l’autore si riconosce, sono state lasciate sul quaderno delle firme in occasione della mostra personale nell’ambito di “Vergatoarte 2016”: “Una scoperto entusiasmante: scoperto di vita nello terrò e nel cielo, lo ricerco, l’impedimento, l’unione, lo fusione. Sculture: vere opere d’orte. Simbolismi religiosi, antichi, pregni di significati, sacri. Lo madre, lo vita, lo naturo. In tutte c’è l’anelito verso l’alto (mo sono anche allegre!)”.
DANIELE PANDOLFINI
Daniele Pandolfini nasce a Bologna il 26 marzo 1957 in una famiglia di marmisti e scalpellini e porta avanti con orgoglio la tradizione sin da quando era adolescente. Fin dalla giovane età amava disegnare, ma per bisogno e per poter mettere in opera il suo istinto artistico ha iniziato a lavorare con il padre e lo zio come posatore e marmista al termine della scuola dell’obbligo. Con impegno e tanta volontà, spinto dal padre, si iscrisse ad un corso serale e divenne geometra. Il suo lavoro si sviluppava in ambienti ricchi di opere d’arte come chiese, conventi e ville padronali nel territorio bolognese ed acquisì quella sensibilità che ancora lo accompagna. Su consiglio di docenti dell’Accademia di Belle Arti di Bologna si iscrisse e frequentò la prestigiosa Accademia per due anni, ma, per impegni di lavoro, dovette abbandonare. Proseguì pertanto il suo lavoro che, via via, si affinò sempre più. Si avvicinò alla pietra di Monto- volo, abitando nei pressi delle cave, e la scultura dell’arenaria locale divenne la sua professione principale, affrontando con passione la dura ed usurante vita dello scalpellino scultore. Esegue esclusivamente a mano qualsiasi tipo di lavorazione sia in ambito edilizio che puramente artistico e d’arredo.
In prima pagina immagine tratta da un disegno di Bill Homes (autorizzazione concessa)
Volume impaginato da Luca Molinari e stampato a cura del Centro Stampa della Regione Emilia-Romagna nel mese di settembre 2019.
Fotografie; Paola Marchi