Il pilastrino di Razola – Parte 3° L’inaugurazione e la festa del borgo
2015/04/12, Vergato – L’inaugurazione del pilastrino restaurato e la festa del borgo.
Sabato 30 Agosto 2014 è stato inaugurato il pilastrino di Razola, riportato agli antichi splendori da una riuscita opera di restauro realizzata dalla compagnia degli sdalèn con la preziosa collaborazione della proloco di Labante e del Gruppo Alpini di Vergato. Alla presenza del Sindaco di Castel d’Aiano Salvatore Argentieri e del presidente della pro loco di Labante, Stefano Colombarini, che ha magistralmente organizzato il tutto, e di un folto pubblico intervenuto, il Parroco Don Pietro Facchini ha impartito la benedizione al Pilastrino ridandogli quella sacralità che col tempo aveva perso.
Il video
Gli abitanti del borgo di Razola, i pochi che sono rimasti, hanno ora il compito di conservarlo con cura e passione, mantenendogli quel ruolo di segno sacro e di testimonianza identitaria di un luogo che ha avuto nel passato. D’altra parte se arrivarono in mille, partiti da Rosola, per venire a seppellire la carestia a Razola, ci sarà pur stata una motivazione forte che legava fra di loro quei luoghi e quelle persone e il pilastrino ne è il simbolo concreto e ci auguriamo che possa svolgere questa funzione ancora a lungo. La festa è poi proseguita ai tavoli riccamente imbanditi , nessuno si è risparmiato, nemmeno D. Pietro, ma la “roba” era tanta e non si è riusciti a finirla!
- La canzone “la Madonnina dei riccioli d’oro” cantata dal coro del gruppo Alpini di Vergato.
Il restauro del pilastrino di Razola ci ha riservato un’altra graditissima sorpresa. Il gruppo Alpini di Vergato, che tanta parte ha avuto nei lavori di consolidamento e restauro del pilastrino di Razola e di quello del cimitero di Vergato tanto da far parte di diritto della compagnia degli sdalèn, dispone di un coro con un ricco repertorio di canzoni popolari.
All’interno di questo repertorio è uscita, come per miracolo, una canzoncina ingenua e commovente, il cui testo racconta la storia di una Madonnina dai riccioli d’oro presente in un pilastrino, dapprima dipinta, poi scolpita nel legno di abete, poi depredata e quindi sottratta al culto dei viandanti che si fermavano a pregare. Insomma la storia di tutti gli sdalèn, messa in musica con proprietà e garbo è diventata di diritto la canzone degli sdalèn. Cantata magistralmente dal coro degli Alpini di Vergato per la prima volta a Razola, ha chiuso degnamente la festa e fa da sottofondo musicale a questo video.