Carmen Spinnato – I bambini della montagna

2013/01/24, Vergato – Carmen all’età di sei anni viene portata via da Pioppe di Salvaro dalla mamma che tiene in braccio il fratellino di un anno. Vanno a Bologna ma non c’è da mangiare, per questo viene affidata a una famiglia di San Pietro in Casale. Pensionata, torna a Vergato e un giorno decide di raccontare la sua esperienza fatta di paure vere e non.

Il comune di San Pietro in Casale, il 15 Aprile 1995, ha voluto ricordare quella bambina con la pubblicazione de: I bambini della montagna

Carmen Spinnato ha narrato, con questo racconto una bellissima storia vera, dove i valori della solidarietà, generosità ed amicizia vengono rappresentati con grande sincerità ed intensità emotiva.
Ha aiutato tutti noi a ricordare un momento del nostro recente passato che dovrebbe sempre essere presente nella memoria collettiva.
Ha rappresentato, con i ricordi di una bambina di sette anni, l’affetto e l’amore di una famiglia mai conosciuta prima, che ha voluto e saputo accoglierla come propria.
Per tutto questo abbiamo ritenuto doveroso pubblicare questo racconto, in occasione di una ricorrenza così carica degli stessi significati quale è il 50° Anniversario della Liberazione.
Il Sindaco Giuliano Barigazzi 15 aprile 1995

Leggiamo l’inizio del suo racconto…

Finalmente! Anche se è un luogo comune, debbo dire che mi sembra veramente un sogno. Sono seduta davanti alla mia casa, a quello che per anni è sempre stato l’oggetto dei miei desideri: una casa in campagna, anzi una vera vecchia casa colonica (più di duecento anni!) nell’Appennino Bolognese, con campi, bosco, orto e corredo di vespe, api, calabroni, grilli e insetti vari, assortiti e pungenti. Sono ritornata finalmente alle mie “radici”; a pochi chilometri da questa casa isolata c’è il paese di Vergato con l’ospedale dove sono nata, e il paesino di poche case dove ho trascorso i primi sei anni della mia vita. In questo momento mi trovo sola davanti a questa grande casa, ed ho dinanzi un orizzonte di montagne, boschi, colline, in cui emergono di tanto in tanto una casa, un campanile, un prato con pecore: un panorama riposante che non mi stanco mai di guardare. Solo verso sera, quando sta per fare buio, non posso più guardarlo. Mi coglie un senso di timore, potrei dire anche paura; quando non riesco più a spaziare con lo sguardo, a vedere bene tutto, debbo andare in casa. Mi è successo anche altre volte, quando venivo in questi luoghi per una gita o a far visita a qualche parente: quando iniziava a scurirsi il giorno, mi sentivo strana, e non mi piaceva più guardarmi intorno. Probabilmente, inconsciamente, collegavo questo buio con il buio di tanti anni prima, quando mia madre, dopo aver trascinato me di sei anni e mio fratello di un anno attraverso le montagne e le boscaglie, cercava rifugio per la notte presso qualche contadino della zona, con i Tedeschi, i Fascisti e i Partigiani, armati di tutto, nascosti nei boschi a pochi metri da noi. Dopo aver tacitato lo stomaco con qualche castagna bollita, ci ingiungeva di dormire e stare in assoluto silenzio, perché i tedeschi ci potevano sentire. Quando capitava che il mio fratellino durante la notte piangesse, magari per la fame, gli diceva: “Ascolta, c’è Pippo, se ti sente piangere o ci sente parlare può anche buttare una bomba e allora moriamo tutti. ” Debbo dire che questo “Pippo”, aereo da ricognizione Inglese che tutte le notti sorvolava queste zone, era il “babau” e il “lupo…

e anche momenti di paura!

… Sposta il pesante portellone e mi solleva da terra perché possa vedere la volta rossa del forno e le pagnotte già dorate. E’ stato un attimo, un “flash”, appena mi sono trovata in braccio a quest’uomo, davanti a quel forno rovente, le parole che avevo udito all’Assemblea, alle quali non avevo dato alcuna importanza, mi sono rimbombate confusamente nella testa: “……………i comunisti mangiano i bambini” ………………….”quando fanno il pane li arrostiscono nel forno……………” Sono terrorizzata: “adesso è fatta”, penso, “non ho più scampo, ora mi mette dentro!” E quando ormai non aspetto altro che sentire le mie cosce bruciare, mi ritrovo seduta per terra con Delio che chiede:…

Nelle foto: La consegna della pergamena e la foto di rito con i genitori “trovati” a San Pietro in Casale.

Chi desidera informazioni sul librettino (22 pagine) le può chiedere alla Signora Giuliana di NON SOLO MAMME, presso il mercatino dell’usato di Piazza Capitani della Montagna. 

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