“Quella che tu gli hai regalato?”
“Esatto”. “Il genitore non c’era più, quindi avevo bisogno di un fotografo chi la sapesse usare”.
“E tu l’hai trovato?”
“Ho rintracciato chi me l’ha venduta; era un matrimonialista prima di andare in pensione”. “In un certo senso era come se mio padre fosse stato lì”.
“Una questione di ricordo, quindi?”, chiesi.
“Non solo”. “Cosa rimane di una giornata così particolare? A chi delegare il ricordo? In pratica, chi più di un fotografo può restituirmi il racconto del mio giorno più importante?”.

Il mio amico aveva convinto la futura moglie, così iniziai a riflettere:
cosa accadrebbe se, per un matrimonio, come fotografo fossi la scelta prioritaria, a monte di altre scelte organizzative?
Innanzitutto potrei conoscere gli sposi anzitempo e dialogare con loro;
di certo non lesinerei consigli o suggerimenti.
Avrei anche la possibilità di preparami con maggiore cura, costruendo una scenografia da proporre: per foto e video.
Se poi altre cerimonie fossero intercorse prima, avrei potuto mostrare loro il risultato del mio lavoro.

Da anni cerco di attrezzarmi per soddisfare esigenze fotografiche: ho persino la possibilità della stampa immediata, da attuare al momento della scelta.
Ma il punto è: vediamo di non arrivare al fotografo a caduta; il suo ruolo è importante e lo si apprezza nel tempo.
Luciano Marchi
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