Addio a Gino Pellegrini, pittore delle nuvole.

OLYMPUS DIGITAL CAMERA2014/12/24, Vergato – Addio a Gino Pellegrini, pittore delle nuvole. Noto ai vergatesi che lo hanno ascoltato sul palco del Cinema Teatro Nuovo di Vergato, intervistato da Silvano Monti nella serata di intrattenimento “Parla con me”, lo abbiamo ascoltato raccontare la sua storia cinematografica, le sue scene i metodi utilizzati e le sue aspirazioni che tanta attenzione hanno provocato nel pubblico in sala, abbiamo appreso solo alcuni giorni fa la notizia della sua scomparsa. Lascia alcuni lavori in sospeso sul nostro territorio che potrebbero essere completati da un suo allievo. Mirabile il progetto di dipingere l’intera diga di Suviana con un paesaggio di verde e acqua, il progetto esisterebbe e può essere che si trovi chi lo realizzerà. In Galleria 1° Maggio possiamo vedere una sua Natività, mentre a Castel di Casio esiste una sua grande opera, la palestra comunale, progettata dal Geom. Pier Antonio Gozzoli e dipinta da Gino Pellegrini.

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(ricerca e testo a cura di Mirella Rocchetti)  “La pittura può cambiare le cose in punta di piedi”. Gino Pellegrini, se ne è andato qualche giorno fa a San Giovanni in Persiceto (Bologna), non poteva che essere ricordato così, con una frase detta sottovoce un giorno d’inizio autunno, senza eccessi e proclami, solo con quella naturale normalità dell’artista che con una goccia di colore, con un’idea visiva improvvisa illumina il presente e lascia traccia di sé nel futuro.
Nato a Lugo di Vicenza nel 1941, a soli 16 anni Gino Pellegrini si trasferì a Los Angeles per frequentare i corsi di architettura della UCLA e poi conseguire il Master Degree in Fine Arts. Per un breve periodo è stato cartellonista pubblicitario, prima di entrare nel cinema e nella tv percorrendo le tappe della realizzazione scenica: bozzettista, pittore di scena, aiuto scenografo e infine scenografo. Ha lavorato sui set di film di ogni genere, ha legato la sua opera di scenografo a film che sono entrati nella storia del cinema;

  • “Gli Uccelli” di Hitchcock
  • “Mary Poppins”
  •  “L’ammutinamento del Bounty”
  • “Indovina chi viene a cena”
  • “Tora Tora Tora”
  • “Un Maggiolino tutto matto”
  • “Viaggio Allucinante”

e i grandi musical come “Hello Dolly” e “West Side Story” e persino un celebre cartone animato di Walt Disney, “La Spada nella Roccia”.

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Una carriera cinematografica segnata da collaborazioni di altissimo livello, a cominciare da quella con Stanley Kubrick per “2001 Odissea nello Spazio”, che nel 1969 rivoluzionò il genere fantascientifico.
Nel 1972 torna in Italia, a San Giovanni in Persiceto e poi a Monte San Pietro, occupandosi di scenografia teatrale, video e documentario creativo. Un artigiano di gran classe la cui maestria è ancora ben visibile nella piazzetta degli Inganni a San Giovanni Persiceto e nei quadri d’acqua di piazzetta Guareschi di Conselice.
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Ed è qui che Pellegrini esprime la sua visione artistica a tutto tondo: il trompe l’oeil. Piazzetta Betlemme a San Giovanni in Persiceto, le pareti esterne della palestra di Castel di Casio (Bo), i muri di un altro slargo in mezzo alle case popolari nel centro di Conselice (Ra) o anche solo il soffitto del primo piano nel ristorante Amerigo di Alberto Bettini, suo amico, a Savigno (Bo): questi alcuni tra i tanti luoghi dove Pellegrini ha lasciato una indelebile traccia di sé, ingannando il passante, lasciandolo come ipnotizzato da un possibile squarcio di sole e cielo in mezzo a un muro grigio, ingannandolo nella quotidianità di panni stesi tra finestre dove nessuno aveva lavato alcunché, o più semplicemente facendolo sognare con cicogne, bambini, serpenti e melograni, che all’improvviso si stagliano sulle pareti urbane. “La mia provocazione è dialogare con lo spazio, sensibilizzare le persone per far loro capire che si possono cambiare i connotati delle superfici architettoniche con pochi tocchi”, spiegava l’artista.
Racconta Ivano Marescotti: “Nel mio spettacolo teatrale Detector, Gino era in scena con me e mentre recitavo la storia lui, scenografo estemporaneo, sul fondale alle mie spalle di sette metri per tre disegnava in tempo reale il mare e le onde. “Che grande umanità Pellegrini – continua l’attore – di una modestia che è propria solo dei grandi talenti”

SecondaDSC_0346 copia Prima foto_0335 copiaIn Gallereia I° Maggio a Vergato è visibile una sua interpretazione della natività di Giotto della Cappella degli Scrovegni di Padova. (1990).

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