Fauna selvatica- Una risorsa turistica e gastronomica per l’Appennino
2015/03/16, Vergato – Si è svolto lunedì 16 marzo 2015 a Vergato presso la sede dell’Unione dell’Appennino Bolognese la conferenza (incontro tecnico) per discutere di quali benefici si possono ricavare dall’ormai imperversare di cinghiali, cervi, caprioli e daini.
Dopo l’introduzione di Marco Tamarri i partecipanti hanno trattato il tema della fauna selvatica. Da almeno tre decenni, divide le persone che abitano e visitano l’Appennino tosco-emiliano: chi lamenta i danni provocati da cervi e cinghiali e ne reclama l’abbattimento, chi ne invoca la tutela assoluta, con la natura unica delegata alla selezione. Tra questi due estremi, tante altre posizioni e molte opportunità.
Il video della giornata:
Per approfondire una possibile via futura per i “selvatici” che popolano l’Appennino, è stato indetto l’incontro tecnico “Fauna selvatica, una risorsa turistica e gastronomica”, che si è tenuto lunedì 16 marzo alle ore 15 a Vergato (Bologna) presso la sala dell’Unione Appennino bolognese (via Berlinguer 301).
Interventi di Salvatore Argentieri (Sindaco di Castel d’Aiano e Assessore all’agricoltura Unione dei Comuni dell’Appennino bolognese), Franca Marulli (Città metropolitana di Bologna), Maria Luisa Zanni (Regione Emilia-Romagna), Sandro Nicoloso (D.R.E.AM. Italia), Aldo Zivieri (macelleria e salumeria Zivieri di Monzuno), Romano Franchi (Presidente Unione dei Comuni dell’Appennino bolognese).
Ha coordinato l’incontro lo scrittore e giornalista Gabriele Cremonini.
Un’analisi sui temi che vanno dalle opportunità del turismo faunistico alla filiera delle carni, non senza fare un punto sulla entità della presenza della fauna selvatica in Appennino, che non conta certo sui soli ungulati, ma su una varietà di animali che vanno dal lupo alle tante specie di volatili.
L’incontro, che è inserito nel progetto “Conoscere per competere”, realizzato con il finanziamento del Programma di Sviluppo Rurale dell’Emilia-Romagna, aperto al pubblico e si avvale del supporto di Bologna Città metropolitana, dell’Unione dei Comuni dell’Appennino bolognese, della Direzione generale Agricoltura della Regione Emilia-Romagna, di AgenTer (Agenzia Territoriale sostenibilità alimentare agro ambientale ed energetica) e del Fondo Europeo agricolo per lo Sviluppo rurale (Unione Europea). dal comunicato stampa dell’Unione dei Comuni