EFFETTO AULA Ricordo che iniziai quasi per caso, all’improvviso; ma con la ferma intenzione di dare all’attività continuità e struttura.Era il 1998 e allora si è tenuto, presso il negozio, il primo corso di Fotografia erogato da Foto Ottica Marchi.
Ne è passato di tempo e non voglio certo esprimere in queste righe la nostalgia di ciò che è stato: stiamo erogando corsi anche in questi giorni e tutto continua.
Ciò che desidero manifestare da subito è una profonda gratitudine dedicata a coloro (e sono tanti, quasi trecento!) con i quali sono riuscito a parlare di tempi, diaframmi, composizione, inquadratura.
L’arricchimento è stato vicendevole, sempre: spero per coloro che hanno partecipato, di certo per chi, come me, si trovava di fronte una platea interessata e appassionata.
Ecco, sì: da subito ho compreso la passione, le sue sfaccettature, il modo col quale viene manifestata. Perché, diciamocelo, è proprio lì che si concretizzano le differenze: in quel sentire intimo e privato che parla e vive di fotografia.
Ebbene, siamo diversi; e lì ci siamo contaminati. Grazie.
C’è però dell’altro.
Insieme, di sera, in quell’appuntamento strappato alle case, alla TV, alla partita o al film di turno, si è sempre venuto a creare un “effetto aula” magico e irripetibile. Neanche a scuola, forse, ho mai percepito quell’incedere comune che mi ha accompagnato in tanti anni di corsi.
Probabilmente si trattava di coerenza, o anche di omogeneità; di certo però entrava in causa una volontà vicendevole che spingeva all’unisono per arrivare oltre, migliorare.
Dire grazie, quindi, significa riconoscere che un incremento c’è stato: nelle competenze?
Nelle conoscenze?
Nelle capacità?
Non posso dirlo, certamente nella fruizione, nell’umanità, nel sentimento, in quegli ambiti nei quali io stesso ho iniziato a indirizzare lo sguardo per fotografare un po’ più in alto, e meglio.
Inutile dire che le uscite hanno rappresentato un valido supporto, ma anche un’occasione per stare insieme: una volta di più.
Abbiamo incontrato belle giornate, sole; ma anche vento, pioggia, fango, freddo. L’entusiasmo però non è mai venuto meno, forse per quell’effetto aula che usciva dalla porta e rientrava nel clima della gita, in quanto siamo stati, con tanti, capaci di creare.
Col tempo è subentrato il digitale, il ritocco, quel Photoshop bello e infinito che tanto desta la curiosità di fotografi e non.
Romano, da questo punto di vista, mi ha dato una grossa mano, come in tutte le occasioni nelle quali l’organizzazione diventava soggetto importante per la realizzazione dei momenti formativi. Grazie anche a lui.
Non ci siamo fermati, però, alla sola tecnologia.
Il linguaggio andava approfondito, il pensiero, l’idea fotografica. Ecco quindi l’avanzato di questi giorni.
Mi sta aiutando Mosè Franchi che vive la fotografia per passione, un po’ come me. Anche con lui le cose sono iniziate pian piano, sin dai tempi durante i quali, d’estate, entrava in negozio per comperare un rullino e scambiare due chiacchere. Da allora sono nate serate trascorse a parlare d’autori, immagini, fenomeni, tendenze, mode, con quell’orologio che diceva: “Basta, è tardi”, e quella voglia che imponeva di continuare ancora, fin quasi all’alba.
Con lui ho deciso di progettare un “avanzato” (o “pro”, come volete voi), perché mi sembrava la persona giusta, forse quella ideale: questo per perseverare sulla via del miglioramento.
Ci fermeremo?
No, mai.
La conoscenza viene prima dell’abilità tecnologica, della praticità, dell’abitudine.
Ci saranno altri avanzati, forse con altro nome; ma tutti generati per continuare un percorso senza fine: quello della fotografia. Mi hanno insegnato che non si smette mai d’imparare.
Questo è vero nella vita, ma soprattutto nella nostra passione. Non ci sono punti d’arrivo in fotografia, ma solo stazioni intermedie dalle quali ripartire.
Lo faremo insieme.
Luciano Marchi |