Papa Francesco benedice la fiaccola per la Madonna del Ponte di Porretta, patrona del Basket

VN24_150622_Madonna del Ponte-0022015/06/23, Porretta Terne – La Parrocchia e l’amministrazione comunale di Porretta Terme comunicano che;

MERCOLEDI’ 24 GIUGNO 2015 ALLE ORE 10,00 NELL’AMBITO DELL’UDIENZA GENERALE A ROMA IN PIAZZA SAN PIETRO, SUA SANTITA’ PAPA FRANCESCO DARA’ LA BENEDIZIONE ALLA FIACCOLA VOTIVA CHE VERRA’ POSTA ALL’INTERNO DEL SANTUARIO DELLA  MADONNA DEL PONTE DI PORRETTA TERME IN SEGNO DI DEVOZIONE ALLA PATRONA DEL BASKET ITALIANO.

La Madonna del Ponte
l’antico santuario di Porretta Terme e il Sacrario del cestista

II santuario della Madonna del Ponte si trova a Porretta Terme (Bologna)
poco fuori dal paese lungo la strada che conduce in Toscana. È gestito ed officiato dalla Parrocchia di
Santa Maria Maddalena di Porretta Terme Tel. e fax 0534 23639 e-maìl: segreteria_smmfaalice.it
www.parrocchiaporrettaterme.jimdo.com

Il Sacrario del cestista
VN24_150622_Madonna del Ponte-003Nel 1956, mentre a Porretta veniva aperto il “Centro Nazionale Cestistico Femminile”, all’interno del santuario venne eretto, su iniziativa della Federazione Italiana Pallacanestro e per opera di Gianni Gherardi, il “Sacrario del Cestista”. La solenne cerimonia religiosa del 29 luglio 1956 fu preceduta da una staffetta di oltre sessanta tedofori, che portarono dal santuario di San Luca di Bologna fino a Porretta la lampada votiva, destinata ad illuminare perennemente il Sacrario. Dopo quarant’anni, nel luglio 1996, venne celebrato l’anniversario di quell’avvenimento, con un’analoga cerimonia.
Con il conforto di tali precedenti religiosi e sportivi e con l’attiva collaborazione della Federazione Italiana Pallacanestro, si spera che presto la Madonna del Ponte possa essere dichiarata ufficialmente patrona della pallacanestro italiana. Per questo la popolazione di Porretta spera anche nell’intervento di Sua Santità Papa Francesco, al quale la Federazione Italiana Pallacanestro chiederà di benedire una lampada votiva, che sarà il segno della venerazione di tutti i cestisti italiani per la loro celeste protettrice. I due più diretti precedenti sono da vedere nella Madonna del Ghisallo in provincia di Como che fu proclamata patrona dei ciclisti italiani ed in Nuestra Senora de Dorleta che è invocata da quelli spagnoli.AL viaggiatore che giunge a Porretta dalla Toscana si presenta, all’ingresso del paese, questo segno di fede e di devozione a Maria Santissima detto Santuario di Madonna del Ponte. Molto caro ai porrettani, che dal centro del paese spesso vi si recano per una preghiera, ora sta per diventare un punto di riferimento anche per tutti gli sportivi della pallacanestro italiana. Al suo interno infatti si trova una cappella dedicata alla Madonna protrettrice dei cestisti. Il Papa Francesco ricevendo gli atleti del CSI a Roma il 7 giugno 2014 ha ricordato come lo sport ben praticato è un mezzo educativo importante, che insieme al lavoro e a una sana educazione tiene lontano la gioventù dalle droghe e dagli altri pericoli. “A patto che lo sport rimanga un gioco! Solo se rimane un gioco fa bene al corpo e allo spirito. E proprio perché siete sportivi, vi invito non solo a giocare, come già fate, ma c’è qualcosa di più: a mettervi in gioco nella vita come nello sport. Mettervi in gioco nella ricerca del bene, nella Chiesa e nella società, senza paura, con coraggio ed entusiasmo. Mettervi in gioco con gli altri e con Dio; non accontentarsi di un “pareggio” mediocre, dare il meglio di s’è stessi, spendendo la vita per ciò che davvero vale e che dura per sempre. Non accontentarsi di queste vite tiepide, vite “mediocremente pareggiate”: no, no! Andare avanti, cercando la vittoria sempre!”
Speriamo che presto il Santo Padre riceva anche tutto il mondo della pallacanestro e ci indichi la nostra cara Madonna del Ponte come la nostra patrona.

Un santuario del Cinquecento
VN24_150622_Madonna del Ponte-001Le origini della Madonna del Ponte risalgono alla metà del Cinquecento, quando un’immagine della Vergine venne dipinta sulla roccia ad uno dei capi del ponte ligneo che attraversava il Reno, protetta presto da una primitiva tettoia. Con le elemosine raccolte dai fedeli e dalla Campagnia del Santissimo Sacramento dei Bagni della
Por-retta, fra il 1578 ed il 1585 venne costruito il primo piccolo oratorio a ridosso della roccia. Nel Seicento sono documentati numerosi miracoli attribuiti all’intercessione di Maria, a testimonianza dei quali vennero realizzati numerosi ex voto. Uno dei più importanti è riferito al crollo del ponte di legno avvenuto nel 1599, che non provocò danni alle persone, che poco prima lo avevano attraversato. La ricostruzione del manufatto fu promossa dal conte della Porretta Marcantonio Ranuzzi e venne portata a termine col concorso dei comuni Dei Bagni della Porretta per i due terzi della spesae di Granagliene per un terzo. Di questi fatti resta traccia nella lapide a fianco del santuario. Verso il 1613, poiché l’immagine sulla roccia si trovava in precarie condizioni di conservazione tanto che poi andò perduta, ne venne commissionata una nuova sul modello dell’antica, che fu realizzata su tavola da Ferdinando Berti, pittore fiammingo che in quel periodo abitava a Porretta. Risale a quell’anno la tradizione, mutuata dal santuario bolognese di San Luca, di portare l’icona in chiesa parrocchiale il sabato precedente l’Ascensione e di riportarla al santuario nel giorno della festa. Nel 1616 la nuova immagine venne solennemente incoronata nella piazza del Bagno dal cardinale arcivescovo Alessandro Lodovisi. Nella seconda metà dell’Ottocento il santuario venne ricostruito nella forma in cui oggi lo vediamo. Dal 1855 al 1874 la roccia retrostante venne tagliata al fine di creare lo spazio per il nuovo edificio, che fu poi realizzato su progetto dell’ingegner Saverio Bianchi di Roma. Il rito della posa della prima pietra venne celebrato il 15 giugno 1874 e già nel 1878 il tempietto ottagonale venne benedetto dal parroco su delega del cardinale arcivescovo Parecchi. Le tempere del soffitto vennero eseguite da Alessandro Guardassoni, mentre le decorazioni a chiaroscuro furono opera di Luigi Samoggia, entrambi bolognesi.